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Decreto carburanti: tra prezzo medio, accise, cartelli e multe

- Con la firma di Mattarella e la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, il decreto carburanti è diventato operativo. Rivediamo cosa prevede.
Decreto carburanti: tra prezzo medio, accise, cartelli e multe

Il cosiddetto "Decreto carburanti" è stato infine firmato sabato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Come già anticipato, si tratta di un decreto-legge che contiene una serie di misure atte a contrastare l'aumento dei prezzi dei carburanti ed è entrato in vigore da ieri, domenica 15 gennaio 2023. Approvato già martedì dal governo Meloni come immediata risposta alla salita dei prezzi, è stato modificato nei giorni successivi come vi abbiamo riportato anche qui su Moto.it portando una certa turbolenza anche all'interno della maggioranza e la stessa presidente Meloni è intervenuta più volte per spiegare e correggere alcune scelte. 

Nella legge di bilancio il governo non ha aveva rinnovato lo sconto sulle accise, ma quando i prezzi sono aumentati si è trovato sotto attacco; si è parlato allora di speculazioni, in particolare lo hanno fatto i ministri Salvini e Pichetto Fratin salvo poi scoprire che l'aumento registrato negli ultimi giorni corrisponde grosso modo all'aumento delle accise. In risposta le associazioni dei benzinai avevano annunciato uno sciopero di due giorni a fine gennaio, che ora è stato sospeso. 

In definitiva, il decreto approvato è diventato un insieme di misure un po' blande. Prevede che i distributori debbano esporre accanto al proprio prezzo di vendita del carburante anche quello della media regionale. Questo prezzo sarà pubblicato dal ministero delle Imprese e del Made in Italy. Chi non esporrà i prezzi medi incorrerà in una sanzione dai 500 ai 6.000 euro. Il decreto poi rafforza i poteri del Garante per la sorveglianza dei prezzi il quale sarà affiancato da una commissione apposita. È stata rinnovato anche il bonus una tantum di 60 euro previsto già dal governo Draghi per l'acquisto di abbonamenti ai mezzi pubblici, ma è stata ridotta la platea degli aventi diritto. Potrà chiederlo solo chi ha un reddito inferiore ai ventimila euro e non più trentacinquemila. 

Il decreto introduce poi un meccanismo che dovrebbe limitare eccessivi aumenti dei prezzi del carburante con la cosiddetta "accisa mobile" che, come abbiamo già spiegato qui, prevede che gli introiti raccolti dallo stato con l'IVA sulla benzina vengano investiti per abbassare le accise. Questo però accade nel momento in cui il prezzo del carburante supera, nella media dei due mesi, una soglia definita nel Documento di economia e finanza e basata sul prezzo del greggio. All'incirca questo prezzo corrisponde al distributore ad un prezzo superiore ai 2 euro al litro in modalità self-service.

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