10 luglio

Fiocco rosso sulla moto per dire no ai guardrail

- Ancma ha deciso di appoggiare l'iniziativa nata su Facebook che consiste nel mettere un fiocco rosso sulla propria moto domenica 10 luglio per protestare contro i guardrail
Fiocco rosso sulla moto per dire no ai guardrail


L’Ancma scende in campo e si unisce al coro di protesta del popolo delle due ruote, perché sicurezza vuol dire anche infrastrutture in grado di tutelare chi sta in sella. L’associazione appoggia l’iniziativa spontanea di una motociclista, il cui nick name su Facebook è “Bimba Monella”, e che consiste nel mettere un fiocco rosso sulla propria moto, domenica 10 luglio. Questo dimostra anche che i social network possono essere uno strumento valido per diffondere iniziative intelligenti.

Gli ostacoli fissi rappresentano un pericolo anche quando non sono causa di incidente. In particolare, i guardrail non sono pensati per assorbire l’urto del corpo di un motociclista, ma solo per impedire che le auto escano di strada. La verità è che queste sbarre in lamiera si trasformano in veri e propri killer e non è un caso che siano state ribattezzate anche ghigliottine, in grado di produrre situazioni drammatiche. Televisione, internet e giornali ci propongono quotidianamente immagini cruente che testimoniano come un elemento che può definirsi di sicurezza passiva, non tenga conto di centauri e ciclisti, per natura più esposti al pericolo. La strada, invece, deve essere in grado di tutelare qualunque tipo di utente.

  • gsrteo
    gsrteo, Paullo (MI)

    che serva o no lo vedremo solo dopo , certamente mettere un fiocco rosso sulla moto il 10 luglio è una cosa che possiamo fare tutti quanti senza grossi sforzi o cambiare le nostre abitudini motociclistiche... penso che sia un gesto semplice e per questo facile da fare e discutere se porterà a qualcosa o a niente è assurdo, cominciamo a farlo, poi si vedrà.....
  • aveghdemipas
    aveghdemipas, Forli' (FC)

    servirebbe una cura radicale

    Vorrei suggerire a tutti di ragionare sul fatto che ogni miglioramento della sicurezza sulle strade ha dei costi, anche notevoli, e che questi investimenti andrebbero sottratti ad altre necessità, pertanto, finchè la decisione sulle priorità di investimento è lasciata all’apparato pubblico, ci saranno sempre buone “scuse” per spiegare che ci sono altri investimenti più “importanti”, cioè politicamente più remunerativi. I motociclisti, come tutte le categorie che rappresentano piccole minoranze, si troveranno immancabilmente alla fine della lista delle priorità pubbliche.
    Siamo stati talmente condizionati a considerare ovvia la gestione pubblica delle strade che l’alternativa della proprietà e gestione privata sembra assurda a molti, ma solo se non si sono mai approfonditi gli aspetti concettuali e applicativi.
    Un consiglio a tutti per una buona lettura: Walter Block - The Privatization of Roads and Highways. Human and Economic Factors. Mises Institute, 2009.
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