FMI: il mototurismo risorsa per il territorio
Dici motociclismo, e subito pensi a Rossi e magari a Tony Cairoli, al GP del Mugello o alla SBK a Misano; ma oltre a questi eventi e tali campioni, che conquistano le prime pagine dei giornali ed i servizi in prima serata in televisione, la pratica quotidiana degli appassionati è fatta di mille e mille altri eventi che fioriscono in tutta Italia, grazie all’impegno costante dei motoclub affiliati alla Federazione Motociclistica Italiana.
Un calendario fitto, pari ad oltre settecento eventi nell’arco dei dodici mesi, che in ogni week end, o quasi, dell’anno vede arrivare schiere di motociclisti chiamati a raccolta per un raduno, una rievocazione storica, una competizione amatoriale.
Un movimento che spesso sfugge alle cronache - ed è un peccato - comunque capace di generare un importante impatto economico sui territori interessati, perché chi partecipa ad un moto-evento mangia (eccome se mangia!), dorme e acquista sempre qualcosa da portare a casa, magari come regalo per parenti ed amici.
L’argomento è importante, e merita di essere affrontato con serietà: non a caso, la FMI ha affidato ad un importante istituto di statistica una ricerca su questo fenomeno e sui protagonisti che lo animano, vale a dire gli utenti finali, i motociclisti.
L’evento è stato aperto da Giovanni Copioli: il Presidente della FMI, dopo aver ricordato le tantissime manifestazioni mototuristiche che la Federazione realizza nel corso dell’anno, ha sottolineato «l’importanza di uno studio che consenta un’analisi dettagliata dell’indotto generato da alcuni eventi, nonché una fotografia approfondita della nostra utenza. Tutto sempre da riportare in un’ottica di unione, perché come FMI siamo una Federazione multidisciplinare e ci preoccupiamo di curare gli interessi di tutti».
E’ stato il professor Pierluigi Ascani, Presidente di Format Research, ad illustrare nel dettaglio gli esiti della ricerca che ha evidenziato alcuni aspetti, tra i quali, maggiormente, il fatto che in base al campione analizzato, oltre il 30% dei motociclisti ha dichiarato di possedere veicoli da mototurismo, oltre il 40% del totale ha risposto di aver avuto più di 4 moto nella sua vita, mentre il maggior utilizzo della moto (più del 60%) interessa le strade extraurbane.
Interessante il dato relativo alle donne, presenti in maniera minore degli uomini ad eccezion fatta dei motoraduni, dove la percentuale femminile è spesso addirittura superiore a alla maschile.
L’ultima parte della ricerca si è concentrata sulle imprese che hanno ospitato motociclisti in eventi minori (non sono stati considerati GP e grandi eventi), che hanno registrato un notevole impatto economico nonché una percezione molto positiva dei motociclisti da parte delle strutture.
Il Presidente della Commissione Turistica e Tempo Libero FMI, Rocco Lopardo, presente all’evento insieme al responsabile marketing FMI Dario D’Agostino e al giornalista economico Marcel Vulpis, ha chiuso così gli interventi: «Siamo partiti quasi un anno fa con l’idea di questa ricerca e i risultati hanno superato le nostre previsioni iniziali. Ora disponiamo di uno strumento concreto con il quale i nostri Motoclub potranno dialogare con gli enti locali, sottolineando come ci sia un reale ritorno dell’indotto economico dalle manifestazioni che coinvolgono le "due ruote". Dall’analisi si percepisce anche che è aumentata l’esigenza dei mototuristi: si punta non solo ad una gita fuoriporta, ma alla ricerca di una qualità, cosa che ci deve far riflettere sul tipo di eventi da realizzare in futuro».
Infine, c’è stato un accenno a quella che appare come la nuova frontiera del mototurismo, con eventi organizzati in aree protette e ambienti sensibili nei quali si accede con veicoli elettrici, che senza rinunciare al piacere di guida assicurano un impatto zero sui territori attraversati.
Il tema dell’Eco Turismo, con le attività che la FMI intende realizzare con questa modalità, saranno al centro della programmazione degli eventi 2019.
Io ed altri amici ci concediamo anche qualche piccola vacanza in moto e fra hotel , benzinai e ristoranti , siamo ben felici di "aiutare l'economia locale ".
Chiusura passi e pedaggi ( tipo passo Sella ) a vantaggio di presunti target ecologici, non mi convincono, così come non disciplinare invece i ciclisti che sempre più son convinti d'essere gli unici in diritto ad usufruire delle ns belle strade panoramiche. Questi ultimi ( che spesso viaggiano in gruppo convinti forse di essere partecipi a competizioni titolate ) non pagano bollo ed assicurazione, consumano poco e poco lasciano sul territorio dal punto di vista economico; passate invece dopo le loro famose maratone e troverete ( vernici scivolose a parte sull'asfalto ) ogni ben di dio sul lato strada.
Le chiusure al traffico delle moto, spesso poi orientano noi fruitori a cercarci percorsi che si allontanino da territori che talvolta ci appaiono ostili.
Incentivare invece l'uso ( non l'abuso ) corretto della moto, riduce il traffico automobilistico/pullman/camper e con esso l'inquinamento da emissione motore.
Dateci anche la possibilità di poter usufruire delle ns Enduro disciplinando in modo sostenibile questo meraviglioso sport senza sentirci ecoterroristi ogni qualvolta calpestiamo una strada rurale.
Io amo anche passeggiare in montagna a piedi ....delle MTB elettriche che sfrecciano sui sentieri dedicati al treking ne vogliamo parlare?
Delle moto elettriche nn parlo, nn ho intenzione di acquistarne alcuna.
Saluti
Mario
Questa prefazione dell'articolo a firma Rago, conformata per chi di moto e motociclismo è agli antipodi, poteva risparmiarsela.
Per il resto un buon articolo informativo.