GSSS 2014. Vi raccontiamo il corso di guida con la Street Triple
Polcanto - Ci siamo lasciati mercoledì scorso con il nostro arrivo al Centro Tecnico Federale toscano, mentre ci accingevamo ad iniziare il primo di una serie di briefing che avrebbero caratterizzato parte delle nostre tre giornate al corso di guida GSSS.
Siamo in 21: il corso è andato sold-out, occupando così tutti i posti disponibili. Tutti stretti in riunione iniziamo a presentarci fra di noi. Ognuno inizia a parlare di sé e della propria moto e iniziamo così a divenire un gruppo stretto e affiatato facendo amicizia tra noi nella maniera in cui solo i motociclisti sanno fare. Domande di rito: “ma tu che moto hai?”; “come ti trovi?”; “questa l'ho guidata. Bella, mi era piaciuta!”. Inizia così la nostra avventura al Corso di Guida Dinamica Sicura Su Strada, l'unico in Italia riconosciuto dalla Federazione Motociclistica Italiana a svolgersi su strade aperte al pubblico. Ma facciamo un piccolo passo indietro.
La missione del GSSS: portare i motociclisti a guidare in sicurezza
La scuola GSSS inizia la sua attività nel 2005 e nasce con uno scopo ben preciso: dare ai motociclisti gli strumenti per guidare in sicurezza su strada ed evitare un fenomeno increscioso che si è negli ultimi tempi andato sfortunatamente a generare, ovvero il frontale tra motociclisti. Grazie a dei corsi (autorizzati e riconosciuti dalla FMI) svolti su strade aperte al traffico (gli unici, come precisato, di questo tipo in Italia), la Scuola GSSS dà così ai centauri i mezzi per godersi la propria moto tutti i giorni mediante una educazione che porta il motociclista ad avere una guida al contempo tanto efficace quanto sicura.
Primo giorno: inizia la nostra avventura
Ore 8:30 di giovedì. Inizia la nostra avventura. Con il primo briefing tecnico in aula iniziamo ad apprendere quale sarà lo scopo di questa tre giorni su due ruote (esperienza che noi abbiamo affrontato in compagnia di una Triumph Street Triple): apprendere il metodo GSSS per gustarci in tutta sicurezza sulle strade di tutti i giorni la nostra amata motocicletta.
Nel corso teorico di due ore che precede la prima uscita iniziamo così ad apprendere i più importanti segreti della tecnica di guida: dalla postura sulla moto ai movimenti da effettuare in sella sino ad arrivare alle traiettorie da tenere su strada (ben diverse dalle linee più “pistaiole”).
Come fare per conseguire l'obiettivo che ci siamo prefissati? I nostri amici del Motoclub Curve&Tornanti GSSS ci propongono un metodo infallibile fatto di due elementi fondamentali: immaginare di avere dinnanzi a noi una “vettura fantasma” che ci mostra dove mettere le ruote, e considerare la linea di mezzeria un muro invalicabile. In una curva a sinistra effettueremo quindi un ingresso (anticipato da un “pendolo” che ci farà amica la forza centrifuga) che ci metterà sulle linee tracciate dalle ruote di destra dell'immaginaria automobile che ci precede, mantenendo, in uscita, le ruote verso destra. Risultato: la nostra traiettoria sarà così efficace ed effettuata all'interno della sede stradale entro la quale dobbiamo stare senza invadere quella altrui, risultando così inoltre ben lontani da qualsiasi contatto accidentale con un veicolo che giunge dall'altra parte in quanto posizionati nel punto più favorevole della curva in uscita.
Ma questo metodo è davvero così efficace? Non abbiamo che un modo per verificarlo. Montiamo in sella e ci accingiamo a percorrere le innumerevoli curve previste per questa giornata. Il gruppo per ora è tutto unito; si fermerà a breve per una prima sosta dopo aver percorso alcuni toboga. Lo scopo? Valutare il livello di abilità di ognuno di noi al fine di dividerci in tre gruppi: rossi (veloci); blu (intermedi) e bianchi (meno esperti). La divisione avviene appunto al primo punto di stop, ove i gruppi vengono formati e seguiti da altrettanti istruttori (che si alterneranno giorno per giorno nei tre blocchi allo scopo di permettere a tutti di lavorare con tutti). Iniziamo la nostra avventura con i rossi, ma proseguiremo poi con i blu con il duplice scopo di rendere la nostra guida più efficace e di valutare al meglio le metodologie di insegnamento.
Ripartiamo e iniziamo percorrendo la cosiddetta “centocurve”, ovvero una strada molto guidata che affrontiamo tanto in discesa quanto in salita per poi fermarci di nuovo e discutere con l'istruttore tanto i nostri punti di forza quanto quelli di debolezza. Faremo sempre così nell'arco di tutti e tre i giorni: guida, valutazione dell'operato da parte dell'istruttore, nuova guida, altra valutazione e ripartenza.
Cerchiamo di rendere il nostro approccio alla curva più fluido dietro indicazione dell'istruttore che valuta il nostro operato. «Vai meno a scatti, sii più tondo. Meno gas nei tratti di raccordo e più fluido tra i destra sinistra». Ci rimbocchiamo le maniche e ci mettiamo d'impegno, con la Street Triple che ci aiuta (molto) nel rendere il nostro passare da una curva all'altra quanto più simile possibile ad una “danza”. Le curve vengono ora raccordate con più facilità e la nostra guida inizia a migliorare. Lasciamo la centocurve per puntare l'inconfondibile silouette della nostra tricilindrica inglese in direzione dei Passi della Futa e della Raticosa, per poi scollinare verso Giogo di Scarperia.
Sosta per il pranzo in un bellissimo ristorante dell'entroterra. In questo corso non impariamo solo a guidare, ma ci godiamo anche tutte le cose più belle che questa terra ci sa offrire: dagli scenari al cibo. Quale altra riding school può permetterci di imparare a conoscere tanto la moto quanto la bellezza del nostro Paese? Ripartiamo. Cambio di gruppo: salutiamo i rossi per proseguire la giornata con i blu. Direzione: Valle del Santerno, poi via verso il Passo della Faggiola e rientro attraverso il Passo della Sambuca.
La Street ci accompagna lungo la parte pomeridiana della nostra avventura con l'immancabile colonna sonora cupa del tre cilindri inglese: ma quant'è bello il sound di questo motore? Non smetteremo mai di dirlo! L'unità da 675 cc di Hinckley borbotta in rilascio che è un piacere, mentre quando allunga verso il limitatore lo fa accompagnata da una sorta di “fischio” che la rende identificabile anche ad occhi chiusi. Solo lei è così.
Nuovi Passi, nuove difficoltà e altrettante raccomandazioni: “spingi di più sulle pedane, vedrai che la moto si inserirà meglio”. Ascoltiamo la nostra guida e vediamo subito quanto riusciamo a rimanere più facilmente “cuciti” verso l'interno della curva anche nei tornantini da prima.
Era così semplice! Come abbiamo fatto a guidare senza farlo prima? Scopriamo cose della moto e della sua guida che prima non conoscevamo. Facciamo tesoro degli insegnamenti e ce li “mettiamo in tasca” (in saccoccia, si dice dalle parti di chi vi scrive), pronti per tirarli fuori quando servono. Rientriamo verso il centro per il rifornimento e per la cena. Domani sarà un'altra giornata lunga in cui dovremo fare tesoro della nostra esperienza.
Secondo giorno: i consigli ci aiutano e siamo efficaci anche sul bagnato
La seconda giornata ripete lo schema proposto dalla prima con alcune piccole variazioni sul tema: dopo che giovedì nel briefing si è parlato di noi sulla moto, oggi si parla di lei: della sua tecnica, dei parametri che bisogna conoscere per farla funzionare al meglio permettendoci così di guidare nella maniera più efficace possibile.
Dopo essere stati in aula dalle 9 alle 10 e 30 ci mettiamo in strada. Anche oggi non staremo dritti un istante sulla motocicletta per circa 150 km, ma a differenza di ieri partiamo già divisi per gruppi. Rotta: Passo del Muraglione, un nome, una garanzia per i motociclisti. Curve, tornanti: affiniamo la nostra tecnica facendo tesoro dei consigli imparati il giorno prima ed arricchendo la “saccoccia” dell'esperienza con quelli che ci vengono dati oggi; giornata nella quale concentriamo l'attenzione sull'”uscire” dalla moto.
«Porta più fuori il corpo, metti il baricentro verso quanto più puoi all'interno della curva», ci incita Matteo il nostro istruttore di oggi. Ci lasciamo alle spalle il Muraglione per percorrere la tortuosissima Val di Meda e mentre puntiamo la ruota anteriore in direzione del Passo della Colla (al termine del quale ci fermeremo per un pranzo che ci regala i piacevoli sapori del “fatto in casa”) inizia a piovere. Sfortuna? No. Un'occasione per saggiare anche questa condizione con la quale a volte, mentre si è in giro, bisogna fare i conti.
“Usciamo” dalla moto, pennelliamo le traiettorie con la massima precisione possibile. La nostra Triumph ci aiuta in questo: la moto è agilissima, una vera bicicletta. Mette le ruote esattamente dove vuole il pilota, pennellando le curve con la rigorosità di una matita e mettendo nelle mani di chi la impugna un compasso con cui tracciarle alla perfezione: un motore lineare e progressivo nell'erogazione, ma con tanta sostanza fin dal basso ed in grado di “esplodere” in fase di allungo.
Di ritorno dal ristorante percorriamo in buona parte la strada percorsa all'andata. Nel corso della discesa ci verranno effettuate alcune riprese video. Perché? Ci serviranno in aula quando rientreremo al Centro Tecnico Federale per capire cosa facciamo bene e cosa sbagliamo al fine di migliorarci.
La carovana delle 21 moto rientra quindi verso dove era partita, sempre capeggiata e chiusa dagli istruttori che si assicurano che nessuno venga perso lungo la strada. Una volta tornati alla scuola ci esaminiamo guardandoci da fuori per capire come impostiamo le traiettorie, quanto riusciamo a stare nei posti giusti nell'arco della percorrenza di curva, come usiamo il freno posteriore (importantissimo per una guida efficace) e come impostiamo il nostro corpo sulla moto. Altra cena a base di cucina toscana e altra notte che ci permette di assimilare quanto imparato anche oggi.
Terza giornata: torniamo a casa con un bagaglio culturale più pesante
Ore 9, lasciamo il Centro per dirigerci verso una bellissima strada guidata che ci permette di osservare quanto bella è Firenze vista dall'alto. Oggi niente lezione in aula, ci concentriamo sull'esprimere le nostre potenzialità alla guida. Ripetiamo e ripetiamo un bel tratto guidato caratterizzato da curvoni ampi che si raccordano armonicamente tra loro. Lo facciamo sia in salita che in discesa. Effettuiamo più raffronti con l'istruttore in questo caso: «tieni fuori bene le ginocchia, ma porta più all'esterno i gomiti. Tieni la testa più alta, guarda di più verso l'uscita della curva». Continuiamo a fare tesoro dei consigli che di volta in volta vanno a rendere sempre più pesante la “sacca dell'esperienza”.
Facciamo rotta vero la “centocurve”, ove abbiamo messo le ruote il primo giorno e qui effettuiamo una nuova serie di “vasche”. Andiamo già meglio rispetto a quando siamo passati di qui la prima volta. Siamo più “tondi”, più efficaci. Le nostre traiettorie sono più belle, meglio raccordate. Siamo più capaci di chiedere qualcosa alla nostra Street rispetto a quanto non eravamo prima e lei non manca prontamente di restituirci il gusto di una guida ora più bella.
Nuovo confronto con i maestri e poi rotta verso la Futa, da dove deviamo per recarci davanti al circuito del Mugello: meta immancabile nel viaggio in questa terra e luogo sacro per ogni motociclista. Foto di rito e poi via per una guidatissima strada in discesa che ci riporta al Centro Tecnico.
Pranzo, consegna dell'attestato con valutazione di merito e saluti di rito. Iniziamo a pensare di tornare verso casa consci di essere dei motociclisti ora più formati e maturi, ma soprattutto dotati di quegli strumenti indispensabili per poter crescere come centauri.
Chiunque volesse replicare la nostra esperienza può farlo iscrivendosi al corso dal sito dedicato. La quota di iscrizione parte da 565 euro, soldi che possiamo garantire essere ben spesi fino all'ultimo centesimo. Cinque le tipologie di corso proposte per il 2014: Classic (quello svolto da noi), Classic 2, GSSS Special, GSSS OnOff e GSSS OnOff-OnTour, ognuno finalizzato ad esplorare diversi “rami” del motociclismo.
Puntiamo il doppio faro della nostra Triumph Street Triple nella direzione opposta dalla quale era arrivato mercoledì, riconfermando quanto scoperto all'andata: la nuda di Hinckley sa digerire bene anche l'autostrada fintanto che la velocità resta entro il tetto massimo imposto dal Codice. Ora dobbiamo tornare verso la redazione, abbiamo un sacco di materiale da elaborare, una fidanzata che ci aspetta, del lavoro da fare, e una moto - purtroppo - da riconsegnare, consci di fare rientro con un bagaglio ora appesantito dai semi di una pianta, che se innaffiata con applicazione e dedizione, germoglierà rendendoci dei motociclisti migliori: più sicuri, efficaci e capaci di sfruttare le potenzialità della nostra moto.
Ma prima, come entravo in curva ?
Si prende davvero coscienza del meraviglioso mezzo che è la motocicletta.
Sono molto entusiasta di aver partecipato, è un corso di guida ben programmato.
Le indicazioni vengono trasmesse con sentimento e dedizione e le specifiche conoscenze e competenza degli istruttori non pongono mai un distacco verso i corsisti, che anzi vengono coinvolti e motivati a migliorare o correggere la propria tecnica di guida.
Anche per la parte Dinamica tutto bene. Per noi corsisti è sicuramente la parte più difficile e lo è anche per gli istruttori che fanno non poca fatica a seguire i nostri scoordinati movimenti in sella alla moto e a ripeterci continuamente gli errori che commettiamo.
Secondo me, la vera “magia” del Corso sta nel fatto che il metodo Gsss è infuso con una velata passione motociclistica,
ma questa alla fine del corso e dopo i saluti, te la ritrovi dentro in maniera amplificata.
Complimenti al Team GSSS
Salvo
Un bel modo di vivere la guida