Incidente Val di Susa, chiesti 15 anni per De Giulio
Quindici anni e sei mesi: è la condanna chiesta dal Pubblico Ministero per Maurizio De Giulio, il pirata della strada accusato di omicidio volontario che il 9 luglio 2017, alla guida di un furgone in Val di Susa e in stato di ubriachezza, dopo un alterco ha inseguito e tamponato una coppia di motociclisti. La passeggera, Elisa Ferrero, è morta nell'incidente; Matteo Penna, che guidava, sta recuperando dopo una lunga riabilitazione in ospedale.
La pena richiesta, decisamente molto contenuta in relazione all'orrendo crimine, scaturisce dalla richiesta (concessa dal giudice di MIlano, dove è stato trasferito il processo per incompatibilità ambientale a Torino) di accedere al rito abbreviato, che consente uno sconto di un terzo della pena. La sentenza è attesa per lunedì prossimo.
Che il parlamento prenda atto di questa ignominia e ponga fine a queste continue ingiustizie.
Nel frattempo che i magistrati non si girino dall'altra parte e abbiano il coraggio di guardare in faccia i genitori di questi due ragazzi, nonché il ragazzo stesso, prima di prendere simili decisioni. Ma come si fa, ma come si fa?!
Del resto finché ci sono associazioni tipo nessuno tocchi Caino...
Ma possibile che nessuno pensi ad Abele?!
Certe volte mi sento veramente carne da macello, in balia di persone che hanno una visione distorta della realtà e non mi riferisco ai delinquenti ma ai magistrati.
Questi ultimi mi fanno più paura dei delinquenti veri...
Quell'automobilista avrà tutta la vita segnata da questa macchia indelebile, con cui non è umanamente possibile fare i conti.
15 anni comunque sono pochi anche per me: una persona del genere è socialmente pericolosa, punto e basta. E come tale, deve stare rinchiusa per il resto dei suoi giorni.
Però non è di questo che voglio parlare, ma voglio fare un APPELLO.
Riflettiamoci bene: non pensate che quell'incidente sarebbe potuto accadere a uno qualsiasi di noi?
Alzi la mano il primo che non si è mai incazzato a morte con l'automobilista di turno che non si era fermato ad uno STOP..
Oppure qualcuno mi dica se non gli è mai capitato di prendere a male parole la signora al volante, che pensa che le precedenze siano questione di galanteria, e che magari utilizza lo specchietto solo per controllare trucco e parrucco!
A me è capitato, e anche spesso.
Addirittura una volta un tizio mi ha risposto "tanto se facciamo un incidente sei te quello che finisce per terra". Per quanto possa fare incazzare una frase del genere, in fondo, è la verità.
Per questo, facendo le dovute condoglianze del caso, la morte di quella povera ragazza deve farci riflettere bene tutti quanti su quanto sia importante mantenere la calma in certe situazioni, evitando diverbi inutili che possono avere evoluzioni fuori controllo come quella di cui stiamo discutendo.
Che poi, se proprio vogliamo dirla tutta, la ragazza mica guidava lei..
Lei è doppiamente vittima, perché non c'entra niente né con il rispetto del codice della strada, né con i livelli di testosterone, né con il mondo del motociclismo in generale.