Kawasaki Z900SE: ma chi l'ha detto che una naked dà il suo meglio solo in strada?
L'Italia non si sottrae al grande apprezzamento che la Z900 ha sempre avuto in tutta Europa. Proprio per assecondare questo grande successo, Kawasaki ha voluto introdurre una versione più adrenalinica e sportiva, la SE.
Per capire in che cosa si differenzia dalla versione stadardard basta guardarla e, anche senza dover aguzzare troppo la vista, ci si accorge che la ciclistica ha fatto un bell'upgrade, con la forcella completamente regolabile nel precarico e nelle idrauliche, e il monoammortizzatore che adesso è un'unità Ohlins, anche lei completamente regolabile, con l'aggiunta del pratico manettino del precarico.
Tutto nuovo è anche l'impianto frenante, qui davvero degno di questo nome, che monta anche i tubi in treccia aeronautica al posto di quelli in gomma. Date le premesse, non potevamo che desiderare di mettere alla frusta tutto questo ben di dio nell'habitat che le è più congeniale, la pista che, in questo caso, è il Circuito di Cremona.
In sella il nostro Lillo che, dopo aver indossato la tuta, abbassato leggermente le pressioni delle gomme e dato qualche di clic all'idraulica e al precarico del mono per avere un po' più di sostegno nella guida al limite, si è letteralmente buttato tra i cordoli per assaporare lo spirito sportivo di questa Z900 SE.
Accompagnata dal sound dello scarico Akrapovic di serie, la naked si è comportata tra le curve del tracciato cremonese oltre ogni più rosea aspettativa, soprattutto perché la ciclistica di pregio e una cavalleria alla portata di tutti e tanta facilità di guida sono un cocktail micidiale per divertirsi e togliersi più di una soddisfazione anche nei confronti di moto "fisiologicamente" più adatte a un impiego racing.
A fine giornata, poi, il gran finale: è bastato ripristinare setting e pressioni ai valori precedenti all'ingresso in pista e ce ne siamo potuti tornare a casa godendoci anche l'altra anima, quella che - quantomeno sulla carta - le è più congeniale, la strada.