ASAPS compie 20 anni: "Ancora troppe vittime sulla strada"
Dagli anni '50 a oggi sui 440 mila chilometri di strade italiane 400mila persone sono morte e 14 milioni sono rimaste ferite. “Praticamente in sessant'anni abbiamo perso una città come Firenze, mentre presunte emergenze come l'Aviaria e Mucca Pazza conquistavano l'attenzione dell'opinione pubblica”. Cifre impressionanti che Giordano Biserni, presidente di ASAPS, ha snocciolato al convegno per i 20 anni di ASAPS che si svolge oggi a Forlì.
Rivendicando però risultati altrettanto importanti: l'annus horribilis per le vittime della strada fu il 1972, con 12mila morti. All'inizio degli anni Novanta, quando nacque l'ASAPS, erano 8mila. Oggi sono la metà. “E l'obiettivo che ci diamo da qui al 2020 – ha detto Biserni – è quello di dimezzare ulteriormente questa cifra”.
La storia dell'ASAPS
Anche perché la storia di ASAPS è una storia di scommesse vinte. Arrivare ai 20 anni, prima di tutto e diventare un punto di riferimento nazionale per la sicurezza stradale. Ma anche la numerazione dei cavalcavia, “la nostra prima battaglia negli anni Novanta, quando tutti ci davano dei pazzi”, la battaglia senza quartiere contro l'abuso di alcool e l'incentivazione degli etilometri, la strenua lotta contro l'innalzamento del limite ai 150 all'ora, che ci farebbero consumare e inquinare di più senza risparmiare tempo in modo significativo. E poi la patente a punti, la difesa del sistema di tutor autostradale, “e la precisa volontà di arrivare alla confisca della macchina in caso di abuso di alcool, portata a casa con grande convinzione e grande forza”.
Biserni ha poi puntato il dito contro la distorsione della comunicazione che avviene quotidianamente sui media, dove vengono celebrate la positività dell'alcool e la potenza dei veicoli, “che vengono filmati mentre viaggiano sempre su strade meravigliose e libere, mai sull'E45 o sull'A3.Per rimediare a questa asimmetria, che è anche e soprattutto di mezzi economici, abbiamo deciso sin dall'inizio di puntare sulla comunicazione, sui nostri strumenti, gli osservatori e il rapporto con gli organi di informazione, grazie al quale abbiamo ottenuto grandi risultati”.
Anche noi di Moto.it ringraziamo l'ASAPS e i suoi uomini per il prezioso lavoro svolto e, con l'arrivo della bella stagione, rinnoviamo agli amici motociclisti l'invito alla prudenza. Sempre!
Wild Max
Comunque L'ASAPS svolge sicuramente un lavoro ottimo, critico solo il fatto che sia svolto in una sola direzione...
Non fartene un caso personale
tu accusi la polizia (ma da quel che scrivi credo tu ti riferisca invece ai vigili o se proprio polizia municipale) che fà cassa al comune con multe a tuo dire stravaganti.
Che io sappia si di scorrettezze ci sono anche dsa parte loro non sicuramente con le percentuali che tanto fantasiosamente hai riportato tu.
(ma perchè hai attraversato l'incrosio semaforico se già era accesa la luce arancio?)
Purtroppo in Italia non esiste la cultura al rispetto delle regole...ma maggior parte se ne riempe la bocca per poi sputare quando gli conviene.
Ma poi ragionando, ma che cacchio te lo segnalano a fare un autovelox?....in modo che rallenti davanti la macchinetta, scandi la multa e riaccelleria 210Km\h?
Se poi a te fanno ridere i dati dimmezzati degli incendi stradali vuol dire che non li ben interpretati anche perchè non mi sembra che il numero dei sanzionati per guidain stato di ebbrezza sia costante..no no anche quello è in diminuzione.