Aziende

La Verlicchi all'asta per 1,6 milioni di Euro

- L'azienda che produce telai per moto sarà messa all'asta il 16 dicembre. Il prezzo parte da una base di un milione e seicentomila Euro. Interessata all'acquisto la Donati Meccanica di Pontedera


L'asta per l'azienda di telai per moto di Zola Predosa è fissata per il 16 dicembre con un prezzo base di 1 milione e 600 mila euro e un candidato all'acquisto: la Donati Meccanica di Pontedera, che ha presentato a sindacati e istituzioni un piano industriale che per il mantenimento della produzione a Bologna.
Non è stato però raggiunto l'accordo con Cgil e Cisl che faciliterebbe l'acquisto. "Insufficienti", dicono i sindacati, "i 70 lavoratori su 166 che l'azienda prevede di assumere nel giro di tre anni".

Uno sviluppo giudicato comunque positivo da tutte le parti in causa perché l'azienda, celebre in tutto il mondo per i telai da moto che produceva e sta cercando in tutti i modi di continuare a produrre, arriva da un fallimento che ha comportato l'apertura di un'indagine per bancarotta nei confronti del vecchio proprietario Alessandro Verlicchi e dei titolari del gruppo Caponi, che ad aprile si era fatto avanti per l'acquisto. Ora è arrivato l'interessamento della Donati, l'unico concreto al momento, che vorrebbe mantenere la produzione a Zola per creare "un polo di eccellenza per la produzione di telai per moto", spiega la proprietà, che lavora soprattutto per Piaggio e vuole integrare le proprie attività con quelle della Verlicchi. A non convincere i sindacati sono però i numeri del piano industriale che a regime, nel 2014, prevedono di occupare circa 70 lavoratori assunti tra i 166 dell'azienda, attualmente in cassa integrazione eccetto 20-30 che portano avanti commesse per Ducati, Bmw e Honda. Il prossimo incontro è previsto per il 7 dicembre, appena dieci giorni prima dell'asta decisa dal tribunale di Bologna per il 16, che partirà da una base di 1,6 milioni che comprende marchio e macchinari ma non lo stabilimento della Verlicchi, che viene affidato in comodato gratuito per 18 mesi a chi si aggiudicherà l'azienda, che poi deciderà se acquistarlo.

L'accordo coi sindacati permetterebbe di assumere solo una parte dei dipendenti dopo l'asta, ma per firmarlo Fim e Fiom chiedono l'aumento del numero degli occupati e per i non assunti l'uso di tutti gli ammortizzatori sociali possibili, fino ad arrivare all'uso dei fondi europei per corsi di formazione (i Feg) che di fatto costituirebbero una sorta di "stipendio" aggiuntivo.

"Siamo consapevoli delle difficoltà, ora ci vuole uno sforzo reale da parte di tutti i soggetti coinvolti", commenta Nicola Patelli della Fiom, mentre Marino Mazzini della Fim chiede "maggior sicurezza" per tutti i lavoratori, anche se giudica come "interessante ed importante" la proposta di Donati. "Le prospettive sono positive, faremo tutte le verifiche per assicurare ai lavoratori le coperture necessarie", assicura l'assessore provinciale Graziano Prantoni.


Fonte: bologna.repubblica.it

  • piega996
    piega996, roma (RM)

    Ho riletto meglio

    la lettera el Sig. tamburini (immagino).
    Capisco l'amarezza, per chi è sul pezzo a combattere queste concorrenze, a mio tempo anche io ero impegnato, ma preso atto della situazione per tempo , mi sono tirato indietro a malincuore (l'intraprendere è anche questo).
    Mi permetto di obbiettare sul fatto che i sindacati stessi facciano seminari per aiutare a delocalizzare o che diano incentivi per questo.
    Piuttosto è il governo che in tal senso degli incentivi li da' in tal senso.
    IL mondo è globale e lo scambio libero di merci è stato deciso e abbracciato da tutti gli stati moderni, e non sto a sindacare se la politica è giusta o sbagliata ma è così , i popolo o i delegati da essi hanno deciso questo ornmai da decenni passati. Questa è la competizione, che forse andrebbe un pò più regolata ma detto questo non credo che sarebbe comunque facile. Insomma buttare la croce sui sindacati che in queste strategie contano come il due di coppe a briscola quando regna bastoni, mi sembra eccessivo. Io posso dire invece che molti imprenditori Italiani vanno li col miraggio di guadagnai lauti da decenni, e sono proprio loro che hanno insegnato il mestiere ai cinesi, non una fiera di prodotto. I cinesi sono decenni ch eproducono per noi, anche col nostro Know How e ora usano lo stesso per le loro produzioni, ora sono ricchi e potenti e fanno il bello e ilcattivo tempo. Altro che sindacati...
  • piega996
    piega996, roma (RM)

    Mah

    io a questi insofferenti che dicono che i sindacati hanno rotto...rispondo , pensate se non ci fosse quante Fiat e Termini Imerese in più ci sarebbero.

    Riconosco che questo sindacato e corrotto e compromesso , da cui deriva il suo ridotto peso contrattuale e gli occhi tapapti in certi momenti.

    Se uil sindacato non c'era verlicchi era già bella è chiusa da un pezzo, con buona pace dei dipendenti che adesso forse verranno riapplicati.
    Abbiamo un imprenditoria pessima , anche questo dobbiamo dire.
    In medio stat virtus.
Inserisci il tuo commento