Le 10 medie cilindrate più vendute in India. Royal Enfield domina
Nell'enorme mercato indiano la stragrande maggioranza dei modelli venduti sono di cilindrata inferiore ai 150 cc e soprattutto di fascia economica.
Ma dai 300 cc in avanti si parla di moto destinate al tempo libero più che al trasporto e in questa categoria, quella che spazia dai 200 ai 500 cc, ci sono modelli noti anche a noi e prodotte da Royal Enfield, KTM, Bajaj, Honda, Suzuki e Yamaha.
Nel mese di luglio le immatricolazioni del segmento sono state poco meno di cinquantamila (49.212 per la precisione), il 12,5% in più rispetto a al mese precedente (giugno) e il 5,5% in più nei confronti dell'anno prima.
La classifica è dominata da Royal Enfield che occupa le prime tre posizioni con i modelli Classic 350 (quasi 17.000 esemplari, il 34% rispetto a un anno prima quando però la moto era stata appena lanciata), la nuova Meteor 350 e la Bullet 350, che replica le oltre 7.000 unità dell'anno scorso.
Al quarto e quinto posto due modelli Bajaj, la Pulsar 220 (-28% su luglio 2020) e la Electra 350 (2.249 unità e un calo del 21%).
Seguono un'altra Royal Enfield, la nuova Himalayan 400, e la Honda Hness CB350, altra novità arrivata a fine dell'anno scorso.
Con volumi più contenuti, mille unità e a decrescere, ci sono poi la KTM Duke 250, la stradale Yamaha FZ25 e la KTM390 a chiudere la decina.
fonte Rushlane.com
Rispetto la Sua legittima opinione, ad eccezione della affermazione "paese di ciabattari col turbante".
Sinceramente non commentabile e non degna di un sito come moto.it.
Per quanto mi riguarda, ammetto che anche io cerco sempre di privilegiare i prodotti made in Italy (auto, moto, abbigliamento, arredamento, oggettistica), per la loro qualità intrinseca, spesso ancora difficilmente replicabile, almeno in fatto di gusto estetico, e forse anche per un mio personale provincialismo.
Ciò non vuol dire che io per questo mi senta moralmente autorizzato a considerare sottosviluppati altri paesi produttori di beni di consumo, altri mercati e financo altri stati democratici.
Paesi dai quali sempre più spesso provengono i prodotti (non solo componenti e semilavorati) che consumiamo sui nostri mercati "sviluppati".
Restando nel modo moto, c'è poi da considerare il fatto che grandi gruppi europei (KTM, BMW, Piaggio, Ducati, Triumph...) da molti anni ormai si avvalgono di produzioni asiatiche (Cina, India, Thailandia) per i mercati internazionali, compreso il nostro.
Come già ben evidenziato dalla Redazione, guardare a questi paesi vuol dire guardare a cosa avviene nel sistema produttivo del mondo.
Che peraltro è cosa ben diversa dall'invidiarne la struttura economica e sociale o desiderare i loro prodotti (fermo restando che la moto più venduta oggi in Italia è la Benelli TRK502, made in China).
Saluti.
Statistiche
O pensate che sia questo il nostro destino?
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Risponde la redazione. Perché guardarsi attorno serve ad ampliare le conoscenze. Siamo sicuri che l'India sia un paese sottosviluppato?
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