guerra alle moto in uk

Le strade bianche dei Lakes in Inghilterra restano aperte alle moto

- Ci hanno provato persino con una petizione a vietare le moto nella regione inglese dei Lakes. Ma il giudice ha dato ragione ai motociclisti, che potranno ancora visitare una delle aree turistiche più belle del Paese
Le strade bianche dei Lakes in Inghilterra restano aperte alle moto

"Tutto il mondo è paese" verrebbe da dire, osservando alla battaglia legale in corso in Inghilterra. Oggetto del contendere è l'accesso dei mezzi a motore - moto in primis - alle strade non asfaltate nella regione dei Lakes, anche detta Lake District. E' un'area molto bella per i giri in moto, costituita da dolci colline nel nord ovest dell'Inghilterra. Fa parte del parco nazionale del Lake District, istituito nel 1951; oggi è il secondo parco più grande del Regno Unito.
Veniamo ora alla diatriba. Tutto parte da un gruppo di escursionisti (a piedi, in bici e a cavallo), che ha chiesto attraverso una petizione all'Alta Corte di interdire l'accesso alle strade bianche da parte di moto e 4x4.

La petizione è nata dopo che il gruppo, il Green Lanes Environmental Action Movement (GLEAM), aveva intimato senza successo alla Lake District National Park Authority (LDNPA) di vietare la circolazione dei veicoli a motore. Pensate che la petizione è costata 64.000 sterline ed è stata sostenuta da 374.000 firme.

L'Autorità del Parco ha però deciso di lasciare libero l'accesso. E pure il giudice dell'Alta Corte ha respinto la richiesta, che poggiava le fondamenta sui presunti danni ambientali arrecati dalle moto e dai 4x4.
Il giudice ha infatti sostenunto che un limitato uso di questi veicoli non porta a un significativo danno e - udite udite - persino le biciclette erodono i sentieri tanto quanto gli altri mezzi a due ruote.
D'altra parte va anche detto che, delle 2.038 miglia di strade secondarie, sentieri, mulattiere del Lake District, solo 75 sono legalmente accessibili con veicoli a motore.
Della serie: le regole ci sono già e un po' di sana tolleranza reciproca è alla base del vivere civile. 
 

Fonte: MCN

  • Alberto101
    Alberto101

    Il problema sta nella quantita': tutto, anche gli escursionisti a piedi, se in quantita' eccessiva causa danni. Vicino a dove abito, in Francia, c'e' un parco regionale. Gli allevatori si lamentano dei runner (gente fa ultratrail) in quanto escono dai sentieri e creano tracce che facilitano l'erosione, distruggendo pascoli col passare delle stagioni. Non parliamo poi se a frequentare in massa ci fossero anche cavalieri e bici.
    Una cattiva abitudine di diversi fuoristradisti (sia moto che macchine) e' quella di girare in gruppo: questo causa un notevole impatto, anche psicologico. Se io escursionista devo aspettare che passano 10 land rover o 10 moto (spesso puzzolenti) mi arrabbio e come.
    Io sono per i divieti, ma fatti con intelligenza. La strada dell'assietta e' un buon esempio, aperta in certi giorni e in certi orari. E ho pagato il pedaggio per il col du Sommeiller con piacere, se questo serve a mantenere aperto l'accesso per moto, pur con limitazioni di orario e giorni.
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