MBE 2020, Agnoletto: "Verona accende la passione nel freddo dell'inverno"
Motor Bike Expo, il salone che a Verona apre l'anno delle "due ruote" a motore, con tradizionale attenzione al custom e al chopper, negli anni ha guadagnato popolarità e importanza, anche grazie ad una progressiva apertura ad una visione a 360° del motociclismo - dalle special racing alla velocità nazionale e mondiale, fino ai rally africani, con l'Africa Eco Race.
MBE non dimentica però le sue radici, con una sempre maggiore attenzione di Case e customizer di grande prestigio per un palcoscenico di rilevanza ormai globale. Abbiamo quindi parlato con Francesco Agnoletto (in foto) che insieme a Paola Somma di Motor Bike Expo è l'anima, per capire meglio i motivi del successo e le prospettive future.
MBE è uno dei palcoscenici più prestigiosi per le special, ma anche per i concept. Dove sta il segreto di questo successo?
"Siamo partiti come fiera specializzata del settore Custom e Chopper, progressivamente siamo diventati interlocutori delle grandi Case motociclistiche, stimolando – da protagonisti – il fenomeno della personalizzazione nella produzione di serie, anche in segmenti particolari come quello racing e off-road; adesso presentiamo le concept. Sono convinto che se questo successo ha un segreto, allora va ricercato in due ambiti. Da una parte il nostro impegno costante nel cercare di cogliere le tendenze che nascono e si affermano in ogni angolo del mondo. Dall’altro la nostra capacità di accogliere il grande pubblico degli appassionati, di farlo sentire a casa propria, di sapere cosa desidera trovare a Motor Bike Expo, anzitutto interrogandoci."
"Da qui la capacità di MBE di attrarre sia le Case, che a Verona non portano solo il prodotto di serie ma, appunto, anche le personalizzazioni e le proprie visioni proiettate nel futuro, sia il pubblico. Siamo una struttura efficiente, giovane, attenta all’evoluzione del mercato e versatile. A differenza di altre realtà più “istituzionali”, possiamo muoverci con grande agilità, motivazione e grinta. Misuriamo il nostro successo sull’indice di gradimento sia degli espositori sia dei visitatori."
Chi è stata la prima Casa a credere in MBE come partner per i propri concept ufficiali, e quali sono le altre che l'hanno seguita?
"Forse è meglio fare un passo indietro e partire dal concetto di factory special, le customizzazioni ufficiali. Già nei primi anni Harley-Davidson e Triumph ne erano indirettamente protagoniste attraverso le creazioni dei dealer italiani, spesso di livello internazionale. A loro si sono aggiunte in via ufficiale BMW Motorrad con la concept Ninety e le R NineT, Yamaha con le Yard Built costruite da customizzatori di fama mondiale. Poi sono seguite Honda, Moto Guzzi, Ducati con la concept draXter, Kawasaki e Indian… A loro volta i grandi customizzatori che espongono a Verona offrono spunti alle Case e vengono coinvolti nei loro progetti: il circolo che si innesca è virtuoso!"
Che tipo di palcoscenico rappresenta MBE, quale plus è in grado di fornire a un marchio?
"A MBE le Case cercano il contatto con un grande numero di appassionati attraverso le special, ma anche coinvolgendo i propri club, proprio nel momento dell’anno in cui più i motociclisti sognano di andare in moto. Specie gli appassionati di mototurismo, ai quali è dedicato un’area tematica. Nel freddo di gennaio, quando le due ruote sono chiuse in garage e la mente del motociclista sogna di poter tornare nuovamente in sella, MBE arriva come una goccia d’acqua fresca nel deserto. Per una Casa, partecipare significa entrare a far parte di quel sogno. Alle fine sono quasi 700 i marchi provenienti da ogni parte del mondo che a Veronafiere, nell’edizione 2019, hanno trovato il contatto con 170.000 appassionati."
C'è una concept o special ufficiale presentata negli scorsi anni che ha scatenato una reazione divertita del pubblico?
"Negli anni abbiamo assistito a scene gustosissime, di pubblico che non si “schiodava” da uno stand che presentava novità assolute, mentre gli altri visitatori attendevano, più o meno pazientemente, il proprio turno. Quest’anno Shinya Kimura, ospite d’onore del MBE, ha ritrovato i suoi amici giapponesi di Custom Works Zon visitando lo stand BMW dov’era esposta la “Departed” ed è stata una vera carrambata, erano increduli di rivedersi così lontano da casa. Vorrei però rimanere sul concetto di divertimento: chi programma il fine settimana del Motor Bike Expo lo fa perché sa già in partenza che si divertirà. Il clima che si respira, l’atmosfera che si vive ogni anno sono intrisi di passione. Si può passare una giornata intera nei nostri padiglioni senza mai annoiarsi, ammirando le moto e gli spettacoli nelle aree esterne, partecipando agli incontri ed alle premiazioni, o semplicemente brindando con gli amici in un ambiente che ognuno sente come 'suo'."
In che modo si “incastrano” concept ufficiali e proposte dei preparatori? Non si snatura la filosofia del customizing nel momento in cui le stesse case iniziano a proporre special di serie?
"A mio giudizio no: come avevo già detto prima, è un circolo virtuoso. Il passaggio dal custom artigianale alla special prodotta in piccola serie è piuttosto un’evoluzione, non imposta esclusivamente dalle regole del mercato. Acquistare un kit di trasformazione o una moto già modificata rispetto alla grande serie vuol dire anzitutto aver già effettuato una scelta di stile. E poi chi si orienta verso una special di serie ha già in mente le modifiche per customizzarla ulteriormente. Il tutto nell’ottica di creare qualcosa di unico, di esclusivo, che esprima l’individualità di una clientela sempre più esigente."
Fiera interessante dove vedi la differenza tra chi monta accessori e chi crea sogni su ruote.
Eppoi belle ragazze fanno bene agli occhi.
Mauro - Bologna