Moto Morini. Nuova asta a metà luglio
Lo studio bolognese Aicardi, che segue la procedura fallimentare della Moto Morini, comunica che il 19 luglio prossimo, alle 10,15, presso la sala delle udienze del Tribunale di Bologna, si terrà la seconda convocazione d’asta, che tutti ovviamente ci auspichiamo non vada deserta come la precedente. I nuovi termini dell’asta contemplano anche questa volta due opzioni di vendita. Si tratta quindi dell’intero complesso aziendale, immobile compreso, ad una base d’asta di 4.650.000 euro (contro i precedenti 5,5 milioni), oppure del solo complesso aziendale - mobiliare, escluso quindi l’immobile – a 1.950.000 euro (anziché 2,6). La seconda ipotesi prevede, compreso nel prezzo, la disponibilità dell’immobile in comodato per due anni.
Le offerte per il solo complesso aziendale mobiliare verranno ovviamente prese in considerazione solo in mancanza di offerte valide per il “pacchetto” completo.
Il suddetto complesso aziendale comprende i marchi “MotoMorini” e “Morini Franco Motori”, i disegni, i progetti, lo “know how”, la clientela, l’avviamento e altri beni immateriali in generale. Ma anche gli impianti, le attrezzature, i macchinari, i mobili e le macchine d’ufficio, le autovetture, gli automezzi e i cespiti in genere. E poi le scorte di magazzino, comprendenti componenti, motori, ricambi, accessori, abbigliamento, imballi e componentistica in genere che saranno ancora in fabbrica alla data della vendita. Ovviamente non ci saranno più le moto, già tutte vendute da tempo, per la gioia degli appassionati che se le sono aggiudicate a prezzi appetibilissimi.
Il Curatore – come del resto tutti noi, immaginiamo - si augura che questa nuova asta possa finalmente andare a buon fine: nonostante il periodo non facile per l’industria in generale, e per quella motociclistica in particolare, i soggetti interessati alla Moto Morini in effetti nel corso degli ultimi mesi sono stati numerosi. E tra questi citiamo anche lo stesso Giacomo Agostini, che proprio con una Moto Morini Settebello 175 iniziò a vincere nelle gare in salita, per poi diventare nel 1963 pilota ufficiale in sella alla prodigiosa 250 bialbero da Gran Premio: ovvero la monocilindrica più veloce del mondo a quei tempi.
E svariati imprenditori che hanno già visitato lo stabilimento stanno lavorando sul dossier fornito loro dalla curatela, nella speranza che il salvataggio del Marchio bolognese possa realizzarsi quanto prima.
Maggiori dettagli sulle modalità di partecipazione all’asta si troveranno sul sito www.astebologna.it
Una nuova speranza?
A corollario di questo articolo, pubblichiamo quanto ci aveva scritto giorni fa il Dottor Giovanni Bassi - il manager milanese specializzato in operazioni finanziarie di questo tipo, che avevamo citato in un nostro precedente articolo riguardante il fallimento della Moto Morini - il quale ulteriormente motivato dal fatto di essere lui stesso un appassionato motociclista, si sta dando parecchio da fare per far si che la Moto Morini riprenda l’attività.
Ecco quanto ci ha raccontato il Dottor Bassi:
“...intanto mi sono dato da fare su altri fronti e sto tentando di coalizzare diversi soggetti investitori, mantenendo intatta l'ipotesi di progetto, costruita intorno ad un accordo produttivo/commerciale con Hyosung. So che la prossima asta sarà intorno alla metà di luglio, e spero per quella data di aver combinato qualcosa; mi creda è veramente difficile perché gli incoraggiamenti sono tanti, ma nessuno vuole rischiare soldi in progetti industriali, al dunque diventano improvvisamente diffidenti e prudenti.
È un vero peccato, perché la fabbrica è tuttora intatta e tenuta in ordine perfetto, l'ho visitata recentemente con un altro potenziale investitore ed appare come chiusa per la pausa del week end, è tutto pulito ed in ordine, pronto a rianimarsi con naturalezza, in un possibile ed auspicabile Lunedì, come se nulla fosse accaduto. Fa veramente piacere visitarla e, al tempo stesso, fa stringere il cuore il pensarla smantellata.
Sarebbe interessante per voi visitarla e farci un articolo, c'è molto da dire, perché è una storia di moto e di uomini emblematica, specchio della crisi che attanaglia L'Emilia dei motori e forse è, nel suo piccolo, un simbolo delle difficoltà che attanagliano il nostro Paese.
È una storia di uomini, perché ci sono ancora tante persone appartenenti alla vecchia gestione, tecnici ed operai, che ad un segnale tornerebbero a lavorarci, mettendo ingegno e cuore; alcuni li ho conosciuti, e sono sicuro che tornerebbero anche rischiando del proprio, è anche per questo che sto insistendo nel tentativo”.
Chi ha orecchie per intendere...
poteva essere gia' ripartita
Affascinante!!