Moto Morini, oggi
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È ormai noto che da un paio d’anni la gloriosa Moto Morini sia diventata lombarda: nella fattispecie, si trova a Trivolzio, frazione di Bereguardo a pochi chilometri da Pavia, praticamente adiacente all’autostrada A7 Milano-Genova. Il trasloco dalla natia Emilia (leggi Bologna), dove il marchio nacque nel 1937 grazie all’intraprendenza di Alfonso Morini che lo portò al successo in tutto il mondo, segue ad una serie di vicissitudini che lo portarono all’acquisizione da parte dei fratelli Castiglioni (1987), per poi arrivare a cessare la produzione 6 anni dopo, nel 1993. Tutto tacque fino al 1999, quando il marchio passò alla Franco Morini Motori (nessuna parentela con la famiglia del Commendator Alfonso), dove era già approdato il tecnico Franco Lambertini, ovvero il progettista del poderoso V2 Bialbero Corsacorta da 1200 cc da 140 cv, che esordì con la grintosissima naked Corsaro, disegnata da Luciano Marabese. Stesso motore che in seguito equipaggiò la più tranquilla 9 e ½ (che era comunque una 1200), la Scrambler, la Granpasso e l’interessante prototipo denominato Granferro, che non ebbe però seguito . Purtroppo le cose non andarono bene, e così anche la nuova Moto Morini chiuse i battenti, e venne messa all’asta.
Ed ecco che nel 2011 due imprenditori milanesi, Sandro Capotosti e Ruggero Massimo Jannuzzelli, si aggiudicarono il complesso aziendale-mobiliare esclusa la fabbrica di Casalecchio di Reno, giudicata troppo grande per i piani dei due nuovi soci. I quali aprirono un sito Internet informando le riprese dell’attività della Moto Morini entro la fine del 2012, per iniziare a vendere online le moto rimaste a Bologna e tutto il materiale per costruire di nuove. E nel 2014 la Moto Morini rinacque nei capannoni di Trivolzio, che lo scorso anno videro lo scioglimento della coppia imprenditoriale Capotosti-Jannuzzelli, con quest’ultimo a prendere le redini dell’azienda. Va sottolineato che il trasferimento da Bologna a Pavia ha coinvolto anche alcuni dipendenti della Moto Morini di Casalecchio di Reno, tra i quali figura Manuel Persiani, 39 anni, esperto collaudatore e figura di spicco a livello tecnico da quasi quattro anni in Morini, dove si occupa anche dell'assistenza tecnica dei service sul territorio, e che ha contribuito alla realizzazione della nuova Granpasso-R , così come ha fatto anche per la 11 ½.
Ma la sua esperienza deriva anche dall'aver spaziato anche in altri ambiti motociclistici d'eccellenza. Nelle stagioni 2008 e 2009, infatti, Manuel è stato capomeccanico nel Campionato Mondiale Superbike, e nella stessa stagione ha vinto il Civ, categoria Superbike, come capotecnico di Norino Brignola. E nel 2010 è stato responsabile tecnico nella Superstock 1000 Fim Cup, ottenendo eccellenti risultati. Attualmente, Persiani vive le competizioni in maniera secondaria, perché “il primo amore non si scorda mai”.
L’intervista a Ruggero Massimo Jannuzzelli
Nella sede Moto Morini di Trivolzio, dove abbiamo ritirato la Granpasso-R della nostra prova, abbiamo incontrato Ruggero Massimo Jannuzzelli, che qui ci racconta lo status attuale dell’azienda da lui gestita.
Dottor Jannuzzelli, qual è la situazione societaria attuale di Moto Morini?
«La nostra società ha visto un cambio di azionariato nel corso del 2015, e in parte è cambiata anche la struttura manageriale . Inoltre è stata potenziata la parte tecnica e produttiva. Quanto ai dipendenti, per la maggior parte sono in corso rapporti di consulenza, a partire da me che ho il ruolo di direttore commerciale e marketing, ma anche per l’amministrazione ed altre figure societarie.
Puntiamo logicamente molto sulla tecnica, perché le nostre moto sono molto particolari e soprattutto totalmente made in Italy, cosa su cui naturalmente puntiamo moltissimo, e con un loro carattere ben definito, che abbiamo voluto enfatizzare e migliorare ulteriormente. Ovvero, abbiamo deciso di cavalcare l’onda della customizzazione, mettendo a disposizione dei nostri potenziali clienti alcune livree e colorazioni speciali, unitamente a svariati pacchetti di accessori pregiati marchiati Rizoma, dedicati ai vari nostri modelli. Inoltre abbiamo realizzato vari particolari in fibra di carbonio inerenti la carrozzeria».
Abbiamo notato, nel vostro show room interno, anche alcune soluzioni grafiche applicate con la tecnica delwrapping…
«Certo, per le carrozzerie abbiamo utilizzato diverse soluzioni, tipo appunto il wrapping, e la spazzolatura per portare a nudo il metallo (con risultati chiaramente mai identici, quindi certamente unici ), e abbiamo utilizzato anche l’olografia. Inoltre abbiamo un accordo con Rookie Designs di Milano, un bravissimo artigiano che decora anche i caschi per i piloti, e che ha creato quattro livree speciali, una per ognuno dei nostri modelli. Tutto questo ha avuto un ottimo riscontro da parte dei nostri distributori esteri, soprattutto quelli dell’area asiatica: infatti abbiamo presentato le nostre quattro special al Tokio Motor Show dello scorso marzo, che sono state molto apprezzate».
Veniamo alla logistica: che dimensioni ha l’attuale stabilimento di Moto Morini, e quante persone vi lavorano?
«L’area totale è di 3.500 mq coperti e 3.000 di piazzale. Attualmente impieghiamo 11 dipendenti diretti e 4 consulenti».
Quali sono gli obiettivi che vi siete prefissati quest’anno?
«La Moto Morini oggi punta a pochi numeri: la nostra realtà attuale ha costi fissi relativamente bassi, e anche se la capacità produttiva potrebbe arrivare a un migliaio di moto all’anno, non ci prefiggiamo di superare di molto le 150 moto all’anno. Quest’anno abbiamo già fatto accordi con i nostri distributori per 150 moto, e sono in definizione alcuni altri contratti. Pochi numeri, quindi, per ché l’importante e costruire prodotti sempre più di qualità, per una nicchia di appassionati».
Abbiamo visto un magazzino molto ampio e ben fornito…
«Si, la nostra fortuna è quella di non avere a stock prodotti finiti, perché produciamo praticamente su richiesta dei clienti, tramite gli importatori. Ecco quindi che dobbiamo avere tutto il necessario per evadere in fretta gli ordini. Assemblando tutto al nostro interno, abbiamo in magazzino tutto ciò che serve per produrre dalle 80 alle 100 moto per ogni modello».
Parliamo di concessionari e assistenza e ricambi
«In Europa non abbiamo una rete di veri concessionari, ma circa 120 service che sono anche dealer, e abbiamo appena concluso con la Paradise Motor di Parigi un contratto di distribuzione per la Francia e i Belgio francese. Tutti gli altri service/dealer hanno con noi un contratto di assistenza e un altro che si basa sulle provvigioni di ogni vendita: in sostanza, non sono obbligati a comprare le nostre moto, ma quando ne vendono una ovviamente riceveranno una provvigione. Fuori dall’Europa abbiamo un importatore in Giappone e stiamo chiudendo accordi con altri in Australia e Nuova Zelanda».
Durante la precedente gestione vendevate le vostre Moto tramite Internet…
«Esatto, ora non più. Ma non era una follia pura: fino al 2014 non eravamo in grado di lavorare con continuità, per via alcuni fornitori che avevano cessato il rapporto con l’azienda, o erano falliti, quindi potevamo produrre poche moto. Solo dopo il trasferimento da Bologna all’attuale sede di Trivolzio, avvenuto appunto due anni fa, Moto Morini è tornata in grado di produrre tutto quanto venga richiesto dal mercato, quindi vendiamo principalmente tramite i nostri service e i distributori, ma anche direttamente: chi volesse acquistare una nostra moto direttamente qui in fabbrica, la pagherà al prezzo riportato sui nostri listini ufficiali».
Interessante la possibilità di effettuare test ride dei vostri modelli, ma soprattutto quella del noleggio moto direttamente da voi, in fabbrica…
«La nostra filosofia è quella di organizzare dei test ride particolari, ovvero non in pista (anche perché non abbiamo modelli realmente da pista), ma su strada, però non classicamente in gruppo, con la guida e un nostro addetto a chiudere la fila, come avviene di solito: vogliamo far provare le nostre moto in assoluta autonomia. Quindi abbiamo adottato la formula del noleggio che va da un intero giorno al weekend, fino a due settimane o anche più, con chilometraggi illimitati: al momento abbiamo a disposizione quattro moto regolarmente targate, ovvero una per modello (Corsaro, Scrambler, Granpasso e Granpasso-R), ma ne stiamo immatricolando altrettante per accontentare più appassionato e possibili clienti. Se chi ha provato le nostre moto è interessato all’acquisto nel corso dell’anno, la cifra spesa per il noleggio gli verrà scontata sul prezzo di listino».
Su quali modelli puntate maggiormente?
«Devo dire che è ancora la Corsaro a riscuotere il maggior successo».
Avrei scommesso sulla Scrambler…
«La Scrambler certamente piace, anche perché oggi è di moda, ma all’estero è la Corsaro quella che “tira” maggiormente. Sta riscontrando interesse anche la nuova Granpasso-R, della quale piace molto la nuova mappatura dell’elettronica (che anche il Corsaro ha già, ma verrà estesa anche agli altri modelli), ed è più facile da usare. La Corsaro è una naked con una ventina di cavalli in più, e in Giappone è la più richiesta, assieme alla Granpasso-R».
Prossime evoluzioni tecniche?
«Ovviamente stiamo lavorando sul discorso Euro-4, e presto ci sarà anche l’ABS, ma non riusciremo a montarlo su tutti i modelli entro l’anno. Del resto siamo un’azienda piccola, e la legge ci consente di vendere ancora Euro-3. Poi avremo anche altre novità».
Concludiamo con un argomento decisamente spinoso: non si può non accorgersi che le vostre moto, che dono modelli già esistenti da tempo, costino molto più di tanti modelli concorrenti di fascia Premium , super equipaggiati e tecnicamente molto evoluti, principalmente a livello elettronico. La domanda che tutti legittimamente si faranno, dunque, non potrà che essere una: perché dovrei comprarmi una Moto Morini, anziché …?
«Domanda comprensibile, che però si fanno soprattutto gli italiani. Infatti la nostra realtà ci dice che in Asia abbiamo molti più riscontri che altrove: gli appassionati laggiù fanno le loro considerazioni sul fatto che le nostre moto innanzitutto sono italiane pure, di grande carattere e costruite a mano una per una. Pensi che la Corsaro, che in Italia è in listino a 15.200 euro, per via delle tasse doganali e costi di importazione in Giappone viene venduta a 22.000…Chiaramente il tutto si riferisce a un mercato di nicchia, tant’è che è così».
Come mai la Corsaro costano così tanto meno delle Granpasso?
«Intanto la Corsaro è un modello più datato, ma soprattutto perché per le Granpasso si utilizzano molti più pezzi, vedi carrozzeria ed altro. E sulla Corsaro l’unico aggiornamento apportato riguarda la nuova mappatura del motore. Quindi, la Corsaro sarà il primo modello che presto verrà sostanziosamente evoluto».
Vedremo qualcosa di nuovo al prossimo Eicma?
«Non abbiamo ancora valutato se essere presenti all’Eicma od organizzeremo qualche evento particolare».
Mio padre Gino Marchesini, che lavorò all' ufficio tecnico della Moto Morini dal 1950 al 1987 (praticamente una vita) si ricorda che Franco Morini un giorno commentò in modo un pò disinvolto la vittoria della Mondial contro la Moto Morini in una gara di campionato. Alfonso Morini non gradì affatto e in tutta risposta gli additò in modo molto semplice l' uscio. A quei tempi si andava per le spicce e Alfonso Morini non si perdeva tanto in chiacchiere. Uscito dalla Moto Morini, Franco Morini fondò di lì a poco la fabbrica che portava il suo nome, specializzandosi in motori a 2 tempi da fornire agli assemblatori di motociclette. Spero che apprezziate questa precisazione di vita vissuta.
Soprattutto se penso hai modelli prodotti , ai prezzi , alle dotazioni e non trovo nessuna attinenza con le parole dette da iannuzzi. I modelli di nicchia sono altri , come sono altri i modelli fatti a mano uno ad uno .
Invece c'e' corrispondenza trai prezzi dei mezzi e i modelli realizzati a mano a cui fa cenno.
Avere rilevato un BRAND forte come moto morini , almeno secondo me , implica anche delle responbilità , realizzare prodotti sia per livello tecnico, che estetico ,di qualità. I competitor di moto morini non possono certo essere HONDA , YAHAHA , SUZUKI , KAWASAKI, magari neanche DUCATI , pero se vediamo la produzione BIMOTA o anche MV , siamo distanti anni luce.
La gran ferro , la gran passo R , (sempre secondo me) , hanno un loro appeal nella linea, anche nella motorizzazione bicilindrica "GIGANTE" , ma poi se si guardano le moto da vicino , si perdono in tutti quei particolari dozzinali e vecchi , perche tali sono, è inutile girarci intorno ,penso che si capisca benissimo da tutti i commenti arrivati nei vari articoli .