Nico Cereghini: "Passi, sentieri e polemiche"
Ciao a tutti! Si sa che una delle mete preferite dai motociclisti di mezza Europa, da giugno a fine settembre, è quella delle Alpi, e in particolare delle Dolomiti. Panorami ineguagliabili, strade dove guidare è uno spettacolo e perfino il motore se la gode. Naturalmente tanto fascino ha un prezzo: a luglio e agosto ci trovi molte moto, ma anche centinaia di auto, camper e ciclisti. Finisce che tanti di noi preferiscono girare al largo, la confusione sui passi, le code, gli incidenti e le severissime forze dell'ordine fanno di tutto per fiaccarci il morale e spegnere il sorriso.
Da qualche anno sui media locali si parla di disciplinare il traffico estivo. Manco a dirlo, tra quelli che strillano più forte ci sono i talebani che vorrebbero le misure più drastiche soprattutto nei nostri confronti, con messa al bando delle moto o pagamento di pedaggi salati; ma per fortuna i personaggi più ascoltati, tra i quali gli alpinisti Messner e Corona, difendono il diritto di tutti a frequentare quei posti.
In base a quale principio - si chiedono - possiamo rispedire a casa quelli che vengono dalla città per conoscere le nostre montagne? Certo, siamo troppi, e questa è la realtà, dunque bisogna che ciascuno rinunci a qualcosa. La soluzione più gettonata prevederebbe l'apertura dei passi nelle prime ore del mattino, fino alle 9 o alle 10, e poi la sera dopo le 18, con parcheggi e navette che portano in alto turisti ed escursionisti che arrivano nelle ore centrali di chiusura. Se ne discute, e fortunatamente si è capito che il pedaggio non funziona: al passo del Rombo, che collega la Val Passiria all'Austria a 2.500 metri di altezza, si pagano 21 euro per le auto e 19 per le moto. Andata e ritorno. Ebbene a leggere le cronache locali sembra che la situazione sia addirittura peggiorata, perché i veicoli restano comunque troppi e dicono che i motociclisti, dopo aver pagato, si sentono in diritto di andar su a tutta manetta. Quest'ultima sarà una leggenda, ma tant'è.
E lo stesso discorso vale anche per i sentieri, dove camminatori, ciclisti e motociclisti non riescono a convivere pacificamente. Il Club Alpino Italiano non brilla per disponibilità, diverse uscite dei dirigenti nazionali profumano di integralismo radicale, del tipo "noi e nessun altro". È chiaro invece che una soluzione comune va trovata, e deve passare attraverso l'amore per la natura, per i luoghi e il rispetto degli altri utenti che, osservando le regole comuni, hanno uguali diritti.
Si capisce che anche noi dobbiamo rinunciare a qualcosa: per esempio a sentirci i più forti. Io stesso, che sono prima di tutto motociclista e poi camminatore, ho dovuto qualche volta rinnegare la mia prima anima. Mi è costato. Ma c'è gente che circola sulle mulattiere come se fosse in prova speciale, e quando incrocia un bipede con lo zaino, invece di rallentare e cedere il passo accelera, e sembra si diverta a sparar sassi. Parlo di giovani, di ragazzini, ma anche di adulti. Si deve partire dal rispetto delle regole, è chiaro, a cominciare dalla targa regolarmente esposta e dall'impianto di scarico a norma.
E mi piace segnalare che anche nel CAI c'è gente aperta. La sezione di Reggio Emilia ha infatti siglato recentemente un accordo, un vero Codice Etico, insieme al Comitato Escursionisti su Ruote, alla federazione motociclistica, quella degli sport equestri e il coordinamento valle del Tassobbio. Si chiarisce come si fa a convivere tutti quanti su centinaia di km di sentieri nei comuni di Castelnuovo Monti, Canossa, Carpineti, Casina e Vetto d'Enza. I rispettivi sindaci hanno controfirmato. Il principio è la condivisione e l'amore del territorio, e poi il rispetto delle regole tra i pedoni e chi va in mountain bike, in moto, anche a cavallo. Si può fare.
Ci sono motociclisti educati,e imbecilli che pensano solo per se',ecco il discorso.
Specialmente in fuoristrada sui sentieri,come hai giustamente sottolineato tu,nico,c'e' gente,che senza mezzi termini andrebbe arrestata .
Io vado saltuariamente in MTB,ogni tanto andiamo anche qui sull'appennino a fare qualche sentiero,e piu' di una volta abbiamo incontrato moto,sui sentieri che frequentiamo.
Le differenze sono palesi. C'e' chi si ferma e ti fa' passare,se il percorso e' stretto,e c'e' chi,se non sei svelto a toglierti dal sentiero,ti passa sopra.
E francamente,avessero le palle di fermarsi,questi ultimi,li manderei a casa sdraiati su un lettino dell'ambulanza. Perche' non e' possibile essere convinti della propria imbecillita' a quella maniera. A volte mi chiedo la gente che ca... abbia nel cranio,forse ghiaia da cava.
Ed e' ora di finirla di pensare che sentieri,strade,ecc siano la propria pista privata,basta.
Io non sono stato un santo,per strada ho passato l'era delle supersport,a manetta,mi e' andata bene,ma ora come non mai,dico che e' da IDIOTI,fare i fenomeni su strada,come su qualsiasi sentiero non competitivo.
RImando al solito discorso. Se si vuole andare a manetta,esistono luoghi IDONEI a questo. Nel caso delle moto sportive da asfalto,LE PISTE.
E anche chi fa' off sui sentieri,e' bene che inizi a pensare che non c'e' solo lui al mondo,e quei sentieri sono frequentati anche da famiglie con bambini al seguito che scorrazzano a destra e manca,e specialmente dove c'e' poca visibilita',chi ha la moto o un mezzo a motore(esempio,quad),moderi i propri istinti e pensi che puo' tirar sotto qualcuno,magari un bambino.
La differenza,nico,come sempre la fa' l'intelligenza e il buon senso,ma mi rendo conto,che c'e' gente che e' priva di entrambe le cose,e in nome del proprio divertimento,sembra quasi che si senta autorizzata ad ammazzare qualcuno. Le soluzioni ci sarebbero,ma poi,come sempre,i falsi moralisti parlerebbero senza cognizione di causa,di privazione della liberta',e di fascismo. Le solite cazzate usate negli anni,per giustificare il proprio egoismo....