Nico Cereghini: "Ecco finalmente il miglior racconto"
Ciao a tutti!
Eccolo qui finalmente l’autore del miglior racconto. Il migliore per noi, naturalmente. Lui, Antonio, è un catanese, un motociclista di medio corso che circola attualmente su Morini 1200. Ma per venire a trovarci a Milano ha preso l’aereo. Non è arrivato solo, con lui c’è la sua ragazza, Giulia. E insieme non vanno soltanto in moto ma fanno anche musica: lei canta e lui suona e compone; tanto che stanno preparando un loro lavoro, e appena pronto ce lo invieranno. E noi, già che ci siamo, ve lo proporremo.
Intanto, il racconto. Ci pare molto originale, pure spiritoso, e dipinge un terribile futuro per noi tartassatissimi motociclisti.
Per esorcizzarlo, certo. Bella trama, quasi una sceneggiatura televisiva e con il colpo di scena finale. Ma lo giudicherete voi stessi, naturalmente, con la benevolenza che si deve a un collega di scorribande a due ruote.
In un attimo, con Antonio e Giulia siamo diventati amici. Loro due e la redazione al completo.
Lo sapete: è facile, tra motociclisti, e gli argomenti non ci mancano.
Chiacchiere, fotografie in tutte le salse, poi tutti a infilare i piedi sotto il tavolo per un pranzetto alla buona. E in conclusione la registrazione audio del racconto. Fatta naturalmente dall’autore, con la sua tipica cadenza siciliana.
Bravo Antonio! Brillante e simpatico. E brava anche Giulia.
E bravi tutti quelli che ci hanno inviato i loro racconti. Mi sa che alla fine dell’anno ci riproveremo, lanceremo ancora la proposta: è piaciuta, e poi molti amici, che questa volta non hanno colto il momento giusto, si sono dichiarati impazienti di entrare nel gruppo degli artisti-scrittori- motociclisti.
Nico Cereghini
Laserstop
di Antonio Privitera
Ascolta l'audio del racconto letto dall'autore
Mi trovo in una posizione ridicola. Sono su un fianco, per terra. Vedo distintamente la mia caviglia davanti a me, all’altezza della spalla destra. Ho gli occhi aperti ma non riesco a muovere nulla. Non un labbro, un dito, il ciglio. Nemmeno chiudere gli occhi per ripararmi dal sole. Il botto è stato tremendo. Sento il tlang tlang della catena della mia moto che scorre su una ruota libera di girare fino a quando l’inerzia la conduce. E’ la rivoluzione di un corpo che racconta in 1920 millimetri quanto sono stato fesso.
Sono partito stamattina per il solito giretto del sabato con la mia moto, guanti, tuta, casco della domenica e tutto il resto. Io il sabato lo dedico alla moto, a cercare di dare un senso alla mia settimana e a tutti i soldi che ho speso per moto e accessori. Come tutti, sono stato obbligato dalla nuova legge sui consumi a spendere il 50% del mio stipendio in spese non alimentari; io ho scelto gli accessori moto; mi hanno salvato la vita. La legge del resto era stata formulata con la chiara intenzione di stimolare il mercato, sostenere domanda e produzione interna.
Io in questo momento come produzione interna ho solo paura, bile, rabbia e autocommiserazione mista a rimpianto. Ho anche freddo, ma quello viene da fuori. Sento lo zero assoluto, il vuoto nel mio stomaco e la barba che ispida sfrega contro l’imbottitura del casco quando il vento o che so cosa altro mi fa leggermente inclinare la testa per poi riportarla alla posizione di partenza. Non è il vento. E’ il naso di un cane. Dio, mi lecca la visiera. Chiamasse qualcuno, facesse un po’ di rumore, il suo mestiere! Abbaia! No; non sono edibile e si allontana muto, le orecchie basse.
Il cambio di governo ci ha indubbiamente sfavorito. Pensavamo che dopo anni di feroce repressione con autovelox, tutor e compagnia bella, finalmente la vittoria alle elezioni del “Movimento per l’Integerrima Legalità” avrebbe sancito un periodo di pace tra noi, gli utenti, e loro, le forze dell’ordine; invece prima loro sono state chiamate “Forze della Giustizia” e poi sono state introdotte, con veri e propri plebisciti, tutte quelle nuove e integerrime leggi per evitare incidenti stradali. Io ho subito pensato che in effetti i risultati non erano male. Lo diceva anche l’unione delle compagnie assicuratrici (la “Nuova Gestione della Strada”) che aveva, molto da vicino, supportato la campagna elettorale del “Movimento”: le collisioni tra mezzi a motore, a seguito all’introduzione della legge sull’arresto forzoso del mezzo, erano diventati rari eventi dei quali, quando accadevano, i giornali parlavano come di un retaggio di un passato curioso.
Ho freddo. Chissà quando mi verranno a prendere. Una volta ho letto di un laserstop lasciato incustodito tutta la notte e di gente che è morta nell’attesa che le Forze della Giustizia tornassero a vedere se qualcuno ci era passato davanti a velocità non consentita. Lo so, sono stato un fesso, non sono più i tempi che se eccedevi il limite ti levavano i punti dalla patente e ti facevano una multa: oggi ti fermano, all’istante. Fanno bene. Chissà quanti incidenti hanno evitato. Quante costose pratiche di risarcimento mai nate e sostituite da preventivi di carrozzieri e meccanici che fanno tanto bene ai consumi. Un Governo Integerrimo e illuminato. Io l’ho votato e ne sono orgoglioso.
Sento dei passi, sono salvo.
- eccone un altro…
- lo possiamo aiutare?
- no, prima deve arrivare il commissario
- cavolo, ma sembra big jim lanciato dal nono piano…
sento la cicca di una sigaretta che urta l’asfalto.
- la moto?…è quella??
- Sì.... Il laserstop ha fatto il suo dovere. Comunque, vedi di scrivere il verbale che questo si
becca anche la multa
- Ma a quanto andava per ridursi così…povero fesso…
- Non lo so…60, 70…
- Ispettore…scusi, magari la prossima volta lo tariamo su “fusione lenta pneumatici” invece
di “liquefazione metalli”?
Agente Castro, la prossima volta io mi travesto da drag queen e mi metto 300 metri prima
del laserstop e vediamo se non rallentano.
Ascolta l'audio del racconto letto dall'autore
Grazie g.pas
bel racconto!!