Pietramurata: nasce il Metzeler offroad park
Sorge a Pietramurata, in Trentino, a soli venti chilometri dalle uscite autostradali di Trento Sud e Rovereto Sud, il Metzeler Offroad Park, la nuovissima struttura del brand di pneumatici di origini tedesche (ventisei titoli mondiali Enduro dal 2005 ad oggi, e otto titoli consecutivi nel Mondiale SuperEnduro) destinata a tutti gli amanti dell’enduro e delle discipline fuoristrada su due ruote.
Il Metzeler Offroad Park è situato non distante dal lago di Garda, posizione che gli garantisce temperature miti tutto l’anno e che offre l’opportunità di utilizzare le moto da fuoristrada anche d’inverno, senza la preoccupazione di trovare condizioni climatiche sfavorevoli quali nebbia o neve. Il percorso della pista è stato tracciato pensando a diversi livelli di abilità. I quasi sei chilometri di lunghezza sono stati realizzati con passaggi tecnici, tronchi e una parte all’interno del bosco per rendere il percorso il più naturale possibile.
Presso il Metzeler Offroad Park i motociclisti avranno inoltre la possibilità di allenarsi anche in notturna, grazie ad un modernissimo impianto di illuminazione artificiale. Il tracciato è stato pensato per ospitare in particolare gli enduristi, ma anche coloro che praticano Trial, MiniCross, Quad e BMT saranno i benvenuti in questa struttura polivalente.
Insomma, il sogno di ogni amante del fuoristrada, che qui potrà trovare un servizio a 360°, a partire dalla palazzina di 500 mq che ospita la Metzeler Lounge, un’area relax che è in grado di accogliere i giornalisti presenti durante le gare. Tra quelle già confermate, la seconda edizione della gara di Enduro estremo “THE WALL” del prossimo 23 luglio 2016 - in cui i più importanti piloti del panorama internazionale di Enduro saranno protagonisti di una gara esaltante per i partecipanti, ma anche per il pubblico - il Campionato Europeo di Trial del 2-3 aprile, il Trofeo Monomarca Beta Trial del 29 maggio e la finale del Trofeo KTM Enduro del 9 ottobre 2016.
La struttura, inoltre, ospita un fornitissimo negozio di abbigliamento, un punto vendita di moto offroad delle migliori Case motociclistiche, un rimessaggio per le moto e una comoda zona spogliatoi con docce. E' possibile anche noleggiare le moto e partecipare alle scuole di trial e di enduro, assistiti da tecnici federali.
Certamente è una iniziativa lodevole e interessante. In una regione come il Trentino, poi, dove se ti azzardi a mettere le ruote fuori dall'asfalto ti mettono ai ferri, direi indispensabile!
Scherzi a parte, impianti "dedicati" per fortuna stanno sorgendo un po' dovunque, e questo è un bene, soprattutto se offrono qualità, servizi e sicurezza come questo.
Dall'altro lato, c'è una vena di tristezza in tutto ciò.
Tra i selvaggi, come scrive Luis4841 (che sono i responsabili dell'astio nei confronti dei fuoristradisti) e lo stare rinchiusi in una Riserva Indiana, magari con tutti i comfort, c'è un ampio intervallo costituito da quelli che definisco "enduristi contemplativi" e Motoalpinisti. Persone che non hanno velleità agonistiche, ma con le loro motine, in punta di tassello e non in modo invasivo, girano per gli angoli più reconditi del Bel Paese, scoprendo o riscoprendo zone dimenticate e bellissime, antichi sentieri e tratturi, mulattiere o strade consolari o militari dell'Impero Romano.
In questo senso penso che gli sforzi fatti ad esempio dalla FMI, con la creazione degli IGAST come interlocutori con le autorità (leggi: Forestale etc; o il progetto sulla Rete di Sentieri dell'Appennino, o ancora Enti ricreativi come la Over2000Riders siano encomiabili.
Nelle mia regione di origine (Sardegna) gli enduristi EDUCATI sono ben visti, non sopportati, accolti spesso come una risorsa o come amici. A patto, appunto, di rispettare alcune elementari, intuitive regole, valide non sono per chi ha le gomme tassellate, ma per chiunque decida di vagare per boschi, monti e campagne.
Buona parte dei terreni da noi sono Demaniali: la Forestale vuole (giustamente!) sapere quando ed in quanti si farà un percorso in quei territori. Anche se non soprattutto per una questione di sicurezza. Se si attraversano delle proprietà private, è assoluto chiedere il premesso, e comunque comportarsi con un minimo di raziocinio. La sgommata in un campo coltivato non lo è di sicuro...anche durante celebrati Rally in terra Sarda, ho visto "piloti" (logicamente non Sardi) aprire cancelli di stazzi o pascoli e lasciarli aperti! Possibile che non si rendano conto del danno che possono arrecare a quell'allevatore?
Ecco come si creano gli "anticorpi" nei confronti dei fuoristradisti...che forse, in un futuro non troppo lontano, ci porteranno, appunto, ad essere relegati agli impianti chiusi, e allora addio idea stessa di libertà. Triste....