Moto Guzzi V9 Bobber e V9 Roamer
Ventata di novità in quel di Mandello: Guzzi presenta un nuovo modello e le sue due differeti declinazioni: le V9 Bobber e Roamer (traduzione: vagabonda, nomade, Nda), la stessa moto anche se a vederle non si direbbe, ma due anime opposte. Le abbiamo provate su e giù intorno al lago di Como e ci hanno riservato non poche sorprese, su tutti i fronti.
Moto Guzzi V9, quanto sei bella dal vivo!
Ebbene sì, se in foto vi ha fatto storcere il naso, dal vivo risulta invece bella, imponente e soprattutto ben fatta e trasuda la cura che da 95 anni Moto Guzzi riserva alle sue creature, lo vediamo anche dall'entusiasmo dei tecnici mentre ce la raccontano. E' vero: una Guzzi non è come le altre moto, anche solo per l'atmosfera che si respira dove viene pensata, progettata e costruita.
Nella linea della V9, manco a dirlo, il bicilindrico trasversale la fa da padrone, sbucando prepotentemente da sotto il serbatoio. La V9 è un modello completamente nuovo, a partire dal propulsore da 850 cc, troviamo quindi linee nuove su serbatoio, parafanghi e fianchetti, ma che non si allontanano mai dalla tradizione custom della Casa dell'aquila.
Immancabile il grande faro tondo, tanto acciaio, tanto alluminio, pochissima plastica, per un peso finale comunque basso, di nemmeno 200 kg in ordine di marcia.
Il profilo della moto è decisamente low, grazie anche alle semplicissime linee del telaio, ancor di più con gli scarichi così bassi e una sella che sfiora i 77 cm da terra. No cara V9, non sei quella che abbiamo visto in foto quando sei stata svelata!
Bobber o Roamer?
Prima di decidere quale delle due sarà la vostra compagna di strada, cari Guzzisti e futuri Guzzisti, vi raccontiamo tutto ciò che differenzia le due moto, a partire dai colori: la Bobber si presenta in perfetto stile dark, ed è disponibile solo in nero o grigio satinati, unico tocco di colore la fascia a scacchi gialla o rossa.
La Roamer invece è un'esplosione di colori, che vanno dal giallo al rosso passando dal più modaiolo bianco.
Anche gli scarichi sulla Bobber sono neri, mentre quelli della Roamer brillano cromati.
Punto due, la gomma anteriore: uno pneumatico da 130/90 su cerchio da 16" per la Bobber, uno da 100/90 su cerchio da 19", e già questo dovrebbe farvi capire quanto differenti siano i due stili di guida.
Ultimo dettaglio altrettanto importante è il manubrio: a corna di bue e cromato sulla Roamer, drag bar e ovviamente nero sulla Bobber.
Tradotto in poche parole significa che la Bobber è bella cattivella e aggressiva sia nel look che alla guida, e invece la Roamer, lo dice il nome stesso "Vagabonda", è più comoda, docile e da viaggio.
Entrambe sono moto valide e svolgono alla grande il loro compito, la scelta si basa dunque solo sul personalissimo gusto individuale. Chi scrive, ad esempio, ha nettamente preferito la Bobber, per il bel manubrio largo e l'anima più rock.
I prezzi non si allontanano molto, sui due modelli: 10.190 euro la Bobber, 9.890 la Roamer.
Il V2 della V9
Motocicletta tutta nuova, motore tutto nuovo. Nasce dunque nello stabilimento di Mandello il propulsore bicilindrico trasversale a V di 90° da 853 cc, 55 cavalli a 6.250 giri e una coppia di 62 Nm a soli 3.000 giri.
La termica è completamente nuova. Teste, pistoni e cilindri in alluminio sono studiati per sfruttare al meglio le caratteristiche del propulsore. La cubatura è ottenuta grazie a valori di alesaggio e corsa di 84 x 77 mm (contro gli 84x74 dei motori V7). La distribuzione è comandata da un sistema ad aste e bilancieri, e adotta 2 valvole per cilindro disposte in maniera inclinata nelle teste, anziché parallele. L’alimentazione si affida a un sistema d’iniezione elettronica monocorpo Marelli. Nuova anche la centralina elettronica di gestione del motore.
Tutto questo permette alla V9 di sfoggiare un motore Euro 4, disponibile anche nella versione depotenziata per i possessori di patente A2.
La frizione monodisco a secco, dal diametro di 170 mm, consente una trasmissione della coppia e della potenza migliore, senza strappi, pregio che abbiamo ricontrato anche durante la nostra prova. Il cambio a sei marce? E' nuovo! E la trasmissione finale si affida a un nuovo albero cardanico a doppio giunto disassato dalle dimensioni maggiorate, e una nuova coppia conica.
Ciclistica e dotazioni di bordo
Punto importante da sempre per Guzzi e le sue motociclette, la ciclistica della V9 si basa su un telaio in acciaio a doppia culla sconponibile, pensato per distribuire equamente il peso sui due assi, con due fazzoletti di rinforzo nella parte anteriore, vicino al cannotto di sterzo. Sono ben fatte le saldature e la verniciatura.
Progettate da zero anche le sospensioni, che sfruttano una forcella a steli tradizionali dalla lunga escursione (130 mm) e una coppia di ammortizzatori regolabili nel precarico, collegati al telaio in modo da restituire una risposta progressiva e controllata in ogni condizione. A fermare l'irruenza della V9 ci pensa un impianto Brembo, dotato di una pinza a 4 pistoncini contrapposti che va a mordere un disco in acciaio da 320 mm; al posteriore troviamo invece un disco da 260 mm e una pinza flottante a due pistoncini, messa in azione da una pompa con serbatoio integrato.
L'ABS a due canali è di serie così come il MGCT, il controllo di trazione Moto Guzzi, regolabile su due livelli o disinseribile.
Di serie anche l'antifurto e l'ormai irrinunciabile presa USB, per ricaricare il cellulare o il navigatore, in base alle scelte dell'utente.
Super minimal all'occhio, ma completa la strumentazione, con velocità indicata analogicamente e un quadro digitale che mostra i vari trip, consumo istantaneo e medio, orologio, temperatura esterna, velocità media, livello del MGCT, oltre all’indicatore della marcia inserita e di cambiata, il cui valore di giri minimo e massimo è regolabile dall’utente. In questo modo si può tenere sotto controllo un range di giri determinato del motore, ad esempio per effettuare al meglio il rodaggio, oppure per ridurre al minimo i consumi di carburante. Manca solo il contagiri: non essendo in pista con una super sport, non se ne sente granché la mancanza; e comunque si può contare sull'App gratuita MG-MP (derivata dalla piattaforma PMP che esordì qua anni fa sui maxiscooter Piaggio X10): uno smarphone collegato alla V9, e saprete davvero tutto, dai giri motore all'angolo di piega. Tra le mille altre cose, è possibile memorizzare dei viaggi, o ritrovare la moto se l'avete parcheggiata tra altre 100.
Praticamente impossibile elencarvi tutti gli accessori disponibili per la V9, ottima base anche per una trasformazione in special. A proposito: a brevissimo la vedremo nel programma di Sky dedicato alle special e presentato da DJ Ringo: "Lord of the bikes", insieme alla sorellina V7.
Su strada come vanno?
Parlato ne abbiamo parlato, ora è tempo di farsi scorrazzare un po' dalle new entry di Casa Guzzi, e partiamo dalla Roamer, che ci accompagna agile su per i tornati del Ghisallo: i suoi 200 kg si azzerano presto, e la "Vagabonda" pennella le curve che è un piacere, sui tornati più stretti, in seconda, non c'è nemmeno bisogno di toccare la frizione per quanto è lineare l'erogazione del bicilindrico.
La sella è un po' più imbottita di quella della Bobber, e viaggiamo in completa tranquillità alzando il ritmo solo di tanto in tanto. Qui, sulle curve più strette, bisogna tener conto che si lasceranno sulla strada buona parte dei piolini delle pedane. E "gratta" pure il cavalletto, se proprio ci si sta prendendo la mano. Ma su una moto del genere ce lo si aspetta, così come non ci si aspetta protezione dall'aria alcuna ma... no problem, ovviamente tra gli accessori c'è anche un bel cupolino protettivo.
La posizione in sella è comoda e rilassata, pedane e manubrio (molto vicino) sono ben ergonomicamente disposti per non affaticare mai il conducente. E il passeggero? La sella è lunga ma non assicuriamo grande abitabilità né qui né sulla Bobberona.
Terminato il serpentone che porta alla Madonna del Ghisallo, meta amatissima dai bikers lombardi, saltiamo curiosi in sella alla sorella cattiva e ci godiamo le ampie curve veloci che ridiscendono verso il lago. E' tutta un'alltra guida, in primis per via del manubrio drag bar che dona quella posa sportiva e incita a spingere sulle manopole e sulle pedane per buttar giù la V9 ad ogni parentesi d'asfalto, e via di limate alle pedane.
La sella, un pelo più bassa e meno imbottita, risulta comoda sulle prime, ma porta qualche dolorino se si è in marcia da molto tempo.
Dolorini che si dimenticano in fretta se si sta giocando col gas e con la potente frenata Brembo, perfetta per la guida spinta ma poco modulabile, e dunque forse potenzialmente impegnativa per il neofita nelle situazioni di panico. La sella molto bassa però, può facilmente togliere d'impaccio.
Su entrambe le V9 abbiamo dei bei comandi al manubrio: il tasto mode che cambia le informazioni sul display, uno più piccolo per impostare il livello del traction control o per disinserirlo (si tiene premuto), il passing, l'hazard, non manca nulla.
Entrambe queste moto sono piacevoli alla guida, con sospensioni morbide che guardano al comfort, un propulsore grintoso a tutti i regimi, una linea chiaramente Made in Mandello. Il cambio è rumoroso, come da tradizione che magari non cambierà mai, ma velocissimo e preciso negli innesti, la frizione è un burro. Se la compreremmo? Sì, ma la Bobber eh! E le concorrenti americane tremeranno? Forse no, ma queste Guzzi invoglieranno molti neo Guzzisti, e non poco.
Il video delle primissime impressioni sulla Moto Guzzi V9
Sono stati utilizzati:
Casco Tucano Urbano El'Mett
Giacca Tucano Urbano Selvaggia
Guanti Tucano Urbano Eva Guant
Foulard Tucano Urbano
Jeans Alpinestars Riley
Scarpe TCX Boulevard
Maggiori informazioni:
Moto: Moto Guzzi V9 Roamer e Bobber
Meteo: variabile, 10°
Luogo: Lago di Como
Strade: lago, montagna
Foto di Orazio Truglio
mi inserisco solo per eccepire il discorso sul prezzo: le street twin la producono in thailandia, le guzzi in italia operai italiani. ben altri costi di produzione...
credo sia un valore aggiunto che va messo sulla bilancia.