Queens’ Cavalcade, la magia dei 40 km/h tra Toscana, Umbria e Lazio
Gran Ducato di Toscana. Il grosso, monumentale, storico anfitrione ha tolto i veli che ancora confondevano la diffusa certezza di quello che sarebbe stato Queens’ Cavalcade 2017. Dopo le Isole Canarie, dunque, è stata mantenuta la promessa del Centro Italia eletto a teatro della sontuosa competizione internazionale di regolarità motociclistica, quest’anno unica in tutti i sensi. Daniele Papi, granduca e ambasciatore di Cromatica y Duck Motorsport, il “ponte” viareggino-hispano-canario su cui poggia il motore organizzativo di Queens’ Cavalcade, ha immaginato l’edizione 2017 come un evento-cofanetto che affonda le sue le radici nel contesto storico, culturale e paesaggistico della culla d’Italia, sul quale, a loro volta, i partecipanti potranno lasciare il segno dell’ultima stratificazione di un programma motociclistico capolavoro.
Toscana, Umbria e Lazio. Non tutto - sarebbe del resto impossibile - ma il distillato, a tratti evidente e saporito, a tratti nascosto e profumato, di millenni di storia irripetibile e invidiata, di paesaggi, regioni e città che sono diventati icone geografiche, simboli culturali, pietre miliari sul percorso della storia.
Cinque giorni, quattro tappe, tre regioni. La Regolarità motociclistica come pretesto ed espediente tecnico per trasformare i 40, 50 all’ora del limite medio da centrare come un bersaglio, esattamente come solo i migliori e più equilibrati possono fare, mi verrebbe una citazione ma ve la risparmio. Il tour dei Marmi, Versilia purosangue e puromare, un anello iniziale e inaugurale che pochi conoscono, se non a tratti, di fretta.
È normale: per ammirare le perle del Tirreno, altra citazione di cui molti degli eroi di Queens Cavalcade sentono il movente di appartenenza, ci vogliono tempo, pazienza e un profondo respiro. Oppure la trasformazione in obiettivo, un intero giorno per l’anello dei giganti del marmo, con la potenza della sua pietra, e i colpi d’occhio sul flash del tramonto tirrenico, tra i più affascinanti, ipnotici. Versilia, Pisa, Lucca, le Apuane, la discesa di nuovo verso Forte dei Marmi, Viareggio.
Il Mugello, oltre l’Appennino, su vie che sono state di sassi fino all’altro ieri, tra borghi e curve prima di “scollinare” e immergersi lentamente nelle valli d’oltre, o di mezzo, tra Toscana ed Emilia, retaggio della rotabile Emilia e oltre. Castelnuovo Garfagnana, Passo delle Radici, Abetone, Bocche di Rio, e il Mugello, il tempio della velocità, e dintorni.
Via, si parte per la terza tappa, atterrando dolcemente su Firenze, Fiesole e Piazzale Michelangelo, il lungo serpente sulla Senese e verso la Cassia, e un’altra storia di strada e di porfido e i suoi corti rami, alle roccaforti delle famiglie della turbolenta Storia toscana, Monteriggioni, San Gimignano, Siena, Montepulciano e, oltre Toscana dentro l’Umbria, a lato del Lago Trasimeno e fino alla meta, Perugia.
Dentro la quarta. Orvieto, la Cassia Antica, dopo le vie del vino e dell’olio, quella della nuova velocità di Vallelunga, stop pit-stop… Roma, eterna città che neanche dentro lei stessa e ad essere romani si può eludere emotivamente. Il giro della città, la visita guidata, la notte romana e il tour delle sue vie, il privilegio di viverla in un altro modo, piano.
Ottocento chilometri, tutti da centellinare, da lasciare evaporare ed assorbire nel palato, senso primordiale del buono prima ancora che del bene, del gusto prima della bontà. Prove speciali, di media, attenti a quelle, e attenti a Stefano Sala, che imparando per primo, o scoprendo anche questo suo talento prima degli altri, ha vinto e si è aggiudicato il primo giro del Trofeo di Queens Cavalcade, alle Canarie. Lo rimette in palio, da gran signore o forse, fiducioso di confermarsi primatista tattico, sicuro di rivincere.
La formula è semplice. Chilometri e chilometri per il palato, waypoint da capogiro, pit-stop da trattenere il respiro, controlli orari e di passaggio da bocca aperta, e… la gara di regolarità. Ogni giorno, uno o più tratti nei quali rispettare, metro dopo metro, la media imposta. Di solito, attorno ai 40-50 chilometri all’ora. Nessuno ha il fegato, oggi, di andare a 40 chilometri all’ora. Si è disposti a vergognarsene o a temere come un’onta fari e clacson alle nostre spalle. Ma se per qualche incantesimo doveste trovarvi nelle condizioni di farlo, e di spogliarvi quindi dei retaggi della fretta e della velocità, allora la formula diventerebbe magica, e scoprireste che lo scenario cambia radicalmente.
A “velocità” di passeggiata si scoprono altri livelli delle cose davanti o di lato, si apprezzano i dettagli e i colori, la profondità degli scenari. È come andare al cinema o a teatro, invece che incrociarsi gli occhi su Youtube. E questa è la formula magica di Queens’ Cavalcade, la poltrona in prima fila allo spettacolo del paesaggio.
C’è un’altra condizione, che c’era già quando è nato il “Gruppo” delle Canarie. La moto. La “Classica”, vintage, è la regina, la privilegiata. Fino al 1987 è considerata tale, la regina di QC Canarias, infatti, è la BMW R100 di Stefano Sala, ma le “moderne” dopo tale anno di fabbricazione sono benvenute ugualmente. Siccome il “Gruppo” è amicizia, ed è diventato un'unità indissolubile dopo le Canarie, quest’anno si fa un passo avanti, e oltre alle monocilindriche si “correrà” anche a squadre, due persone o equipaggi. Il resto è nelle “norme” del turismo di gran classe. Ve lo potete immaginare, o andare a leggere sul sito, o chiamando direttamente il Guru.
Noi andremo. Abbiamo un primato da difendere che, ricorderete, possiamo considerare emblematico, definitivo, dalla caratura ovviamente molto più importante della semplice vittoria ottenuta da Sala. Per questo abbiamo in mente di scendere in forze. Attenti a quei due!
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paino4113, Roma (RM)affascinante ma prezzo esorbitante....
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GianniGenio, Quartu Sant'Elena (CA)Ahahahahahahah... 2300€ per partecipare... e altri 1800€ per il passeggero... divertitevi!!! ...almeno siete sicuri che ci saranno solo motociclisti di classe!!!