Spostamenti tra Regioni. Luguria e Veneto riaprono, Passaporto per le isole
Il 3 giugno avrebbe dovuto essere il giorno del liberi tutti, la data in cui cadevano le restrizioni e in cui si sarebbero potuti valicare i confini regionali. Niente più autocertificazioni o burocrazie varie. Ma più il 3 giugno si avvicina più sembra improbabile che sia così. Mentre infatti il Ministro degli esteri Di Maio parla del 15 giugno come riapertura addirittura europea, in Italia i Governatori di diverse regioni sono usciti dai ranghi, come già abbiamo visto nei mesi scorsi, hanno iniziato a decidere in autonomia: chi verso la riapertura e chi verso la chiusura.
L'ipotesi ventilata nei giorni scorsi di non aprire i confini di alcune regioni (Lombardia, Piemonte e forse Emilia-Romagna) ha allarmato in particolare i governatori che nel proprio territorio aspettano con ansia la ripresa del turismo. "In Liguria molti lombardi hanno le seconde case - spiega Giovanni Toti, governatore della Liguria -, il turismo da noi vale il 20% del Pil". E continua: "La decisione spetterà al Governo, ma non credo si possa tenere il Paese chiuso oltre il 3 giugno".
Anche Luca Zaia (Veneto) sta pensando a come riaprire i confini regionali e parla di un accordo con Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna e Provincia di Trento. Una formula particolare che permetterebbe di valicare i i confini ma solo tra province attigue e solo per far visita a parenti e congiunti. Lo stesso succede in Piemonte che consente a chi risiede in Comuni confinanti di visitare i parenti se risiedono in comuni adiacenti anche se oltre confine. Simile la soluzione adottata nelle Marche che consente a chi risiede in Comuni di confine di spostarsi anche in altre regioni. Tra le province di Pesaro-Urbino e Rimini sarà concesso di spostarsi per far visita ai congiunti. Fanno scuola anche le province di Firenze e Ravenna che permettono di muoversi liberamente e senza vincoli nelle zone confinanti.
Sul fronte opposto ci sono invece le regioni del sud, soprattutto Sicilia e Sardegna che invocano prudenza e lanciano l'idea del passaporto sanitario.
"Noi chiediamo che i viaggiatori certifichino prima di partire la propria negatività al virus — dice il governatore della Sardegna Christian Salinas —. In maniera semplice e senza costi proibitivi, che poi comunque rimborseremo, le persone dovrebbero poter fare nei laboratori della propria città o dal proprio medico di famiglia dei test che siano validati poi dalle autorità sanitarie. Ora sta al governo fare la sua parte e semplificare l'accesso ai test. Se questo verrà fatto, sarà poco rilevante che si arrivi da questa o quella regione, perché sarà certificato lo stato personale rispetto al virus». In caso in cui però non ci siano le reali condizioni per avere libero accesso al test, si ricorrerà a uno stretto piano di monitoraggio: "Utilizzeremo un’app per la registrazione degli ingressi, un questionario epidemiologico per l'accesso ed un’autocertificazione oltre che gli ordinari controlli sulla temperatura".
Sarebbe interessante considerare anche chi fuori regione però ci chiede di pagare puntualmente le tasse.
Perdonate..........un momento di inc... sconforto.
Buon estate agli isolani e sopratutto a noi Lombardi ricordando che tra laghi e montagna la Lombardia è N 1