Stretti in Carena: Ingegno Siciliano
Per una volta derogo alle normali regole del cronista non farò mistero dell'entusiasmo per il tema all'interno di questo articolo; “Stretti in Carena: Ingegno Siciliano” mi è sembrato un titolo degno che ha a lungo combattuto con un più banale “Si può fare!” a sua volta ispirato dalla riflessione nata a valle dell'intensa giornata passata alla seconda edizione del Workshop Motorsport e Automotive “Studenti in Carena” 2021 del Dipartimento di Ingegneria dell'Università di Messina. Workshop rilevante per tante ragioni e la prima che mi salta in mente è che le giornate di approfondimento proposte dagli organizzatori hanno fatto anche da strumento di raccordo tra i sogni degli studenti di entrare a far parte del mondo dell'automotive - accedendovi dalla porta principale - e la vita d'Ateneo.
Per spiegarvi cos'è Studenti in Carena tento di descriverlo facendone una veloce cronistoria: nel 2018 un team di docenti e studenti universitari capitanati dal professore Giacomo Risitano – docente, tra le altre materie, di Meccanica del Veicolo e profondo appassionato di moto e motori - fondano nell'ateneo messinese il primo team MotoStudent del Sud Italia chiamandolo Stretto in Carena, che abbreviato fa SIC.
Un nome, un universo: il torneo MotoStudent prevede la progettazione e la costruzione da zero di un prototipo Pre Moto3 da parte degli studenti delle università di tutto il mondo per poi portarlo a gareggiare ad Aragon ogni due anni in una competizione composta oltre che da vari test come accelerazione e velocità anche da una gara di nove giri in pieno stile MotoGP o WSBK. Una vera e propria sfida tecnica, ma anche organizzativa e gestionale: subito dopo la fondazione del team, Stretto in Carena unito ad altri docenti del Dipartimento di Ingegneria organizzano la prima edizione del workshop “Studenti in Carena”, portando personaggi di primo piano del settore motorsport e automotive a raccontare le loro esperienze agli studenti Università degli Studi di Messina e realizzando un canale diretto di comunicazione tra questi mondi e quello dell'Università dello Stretto.
Nel 2021, allentatasi l'emergenza Covid, il team Stretto in Carena partecipa al MotoStudent raccogliendo un entusiasmante quinto posto assoluto in gara e vincendo la palma del miglior team esordiente, questo spinge verso l'organizzazione della seconda edizione del workshop, stavolta della durata di un'intera settimana e con un respiro più ampio dato che i temi toccati arrivano fino alla guida autonoma, mobilità sostenibile, propulsione ibrida ed elettrica, con un rilevante accento sul collegamento al mondo del lavoro e alla possibilità di accedere a periodi formativi o lavorativi presso aziende collegate.
Io ho scelto di essere presente in uno dei giorni nel quale gli interventi erano a più alta gradazione motociclistica, con ospiti del calibro di Giovanni Crupi (Ducati – ingegnere di pista WSBK, presente in videoconferenza) come Mario Sgrò Presidente dell’Ente Autodromo di Pergusa e Salvo Pennisi (Pirelli, Head of Global Testing & Technical Relation), tanto per fare alcuni nomi.
Impossibile fare la sintesi degli interventi senza dilungarsi oltremodo, ma nel video trovate, oltre alla presentazione del Workshop e del team Stretti in Carena, un'interessante osservazione di Salvo Pennisi sulle doti dei collaudatori.
Ma è intervenuto anche Antonio Frazzica, forse una delle più esemplari storie di quanto può essere efficace il collegamento, anche tramite progetti come il MotoStudent, tra atenei e aziende: Antonio, anche attraverso i contatti stretti attraverso la prima edizione del workshop, ha realizzato stage e tesi di laurea in Maserati con il risultato della successiva assunzione da Capgemini ancora prima della laurea per poi occuparsi della sezione dinamica del veicolo in Maserati. Niente male, ma non è l'unico: Ducati e Pirelli ospiteranno altri studenti e gli stessi interventi di Pennisi e Crupi hanno stressato il concetto che la facoltà può essere un ottimo trampolino verso la realizzazione del proprio sogno professionale nel motosport o nell'automotive.
Questi progetti di integrazione tra aziende, atenei, mondo della ricerca e studenti non sono nuovi e non sono unici: spesso sono però provvidenziali per i ragazzi e le ragazze che hanno dei sogni importanti da realizzare e sono altrettanto utili alle Case che accolgono così giovani ingegneri creativi, già formati in modo specifico e, senza dubbio, appassionati. Ma sono anche l'evidenza che anche al Sud è possibile realizzare quegli ecosistemi che consentono di far spiccare le eccellenze che producono le nostre Università.
Ho raggiunto telefonicamente il Prof. Giacomo Risitano, deus ex machina di tutto l'evento: “Lo scopo di eventi del genere è proprio quello di avvicinare il mondo delle aziende, che sia quello delle corse sportive o dell’automotive per veicoli di produzione, con il mondo della ricerca e dell’università. Ritengo che oggi l’università abbia anche un’altra missione oltre a quello di fare ricerca, formare le nuove menti e divulgare il proprio sapere: permettere che i nostri studenti trovino più velocemente e più facilmente lavoro perché già educati al mondo che li aspetta avendo, durante gli anni accademici, imparato cosa il mercato richiede. Workshop di questa natura, infatti, insieme a progetti universitari come la Formula SAE o la MotoStudent durante gli anni di corso permetto allo studente di amplificare e migliorare alcuni aspetti che il mondo del lavoro oggi richiede”.
Progetto difficile? Può darsi, anche al di là del fatto che è nato in un territorio imparagonabile a livello di vocazione aziendale - rispetto all'Emilia Romagna, al Piemonte o alla Lombardia - per il motosport e l'automotive.
Questo progetto, continua il Prof. Risitano “È anche il frutto della mia esperienza di nove anni in galleria del vento universitaria a Perugia (una delle due gallerie del vento universitarie in Italia: l'altra è al Politecnico di Milano n.d.r.) che scelsi per la sua vocazione alle due ruote, ma la difficoltà sta anche nel costruire un'azienda a tutti gli effetti coinvolgendo studenti di diverse facoltà e non soltanto di ingegneria “rubandoli” un po' dalle aule”. E a chi teme che il MotoStudent possa gravare sui risultati accademici, la replica è offerta dalle statistiche “chi sta facendo o ha fatto “Stretto in Carena” è uno studente che si laurea in tempo e velocemente perché un impegno che ti impone di organizzarti differentemente”.
Il tema quindi diventa il “dopo”: è inevitabile e anzi auspicabile che i ragazzi che oggi partecipano al Workshop o sono parte integrante del team Stretti in Carena, lascino il territorio che li ha formati. C'è la possibilità che questi cervelli possano restare o tornare nella loro terra? “Il tema non è che le persone se ne vanno: l'ingegnere siciliano sa già che se ne andrà via, io stesso l'ho fatto e mi ha fatto bene andare via dalla mia comfort zone. Questi ragazzi devono andare via perché devono imparare, ma noi possiamo farli tornare costruendo un ecosistema: abbiamo un progetto universitario che domani potrebbe diventare uno spin-off e ci piacerebbe proporre ai team, magari quelli più piccoli, di Superstock, Moto2 o Moto3 di venire qui in Sicilia - piuttosto che andare a fare i test invernali in Spagna - per mettere alla prova i nostri ingegneri, andiamo a vedere se riusciamo a migliorare le sospensioni, il telaio, l'aerodinamica: proviamoci”.
-
guggio8, San Michele al Tagliamento (VE)Applausi! - Spero che Moto.it ci tenga aggiornati sull'evoluzione di questo bellissimo progetto.