USA: Kansas City - Denver, caldo torrido e tornadi
Kansas City - Denver. Sembra una partita di playoff della NFL ma è invece stata in assoluto la tappa peggiore del nostro viaggio. 610 miglia in due giorni, in una canicola allucinante e un'umidità da sudest asiatico. Il termometro nel primo giorno ha raggiunto la bellezza di 108° F ovvero quasi 43° C, che associati ad un tasso di umidità del 90% ci ha messo davvero a dura prova. Il Kansas non sarebbe nemmeno tanto male… ma le magnifiche "rolling hills" e i suoi sterminati campi di granturco, beh, dopo 500 o 600 km iniziano a sfasciare i cosiddetti, sai com'è.
Pochi i punti davvero salienti di questo tratto. La prima giornata l'abbiamo conclusa a Ellis, nel mezzo del nulla e sotto un cielo verde metallizzato che faceva davvero paura. I primi goccioloni di pioggia grossi come palle da tennis sono iniziati a cadere proprio mentre entravamo con le moto nel parcheggio del motel. Con Sandro ho mantenuto la mia faccia impassibile, ma sotto sotto mi sono un po' preoccupato quando ho visto quelle nuvolacce nere convergere dai due lati, proprio di fronte a noi e con almeno altre 50 miglia da percorrere prima di arrivare a destinazione. Dovete sapere infatti che il Kansas e tristemente famoso per i tornado estivi, al pari dell'Oklahoma. Lungo la strada ci sono dei veri e propri corridoi dove i tornado tendono a passare, o almeno così sembrano aver scoperto i meteorologi locali. Tanto che nel bel mezzo dell'autostrada, tutta dritta, all'improvviso ti trovi una specie di passaggio a livello con tanto di sbarre e luci gialle. Ti fermi e aspetti anche mezz'ora, poi di colpo le luci lampeggiano e le sbarre si alzano: good to go. Con il dubbio che ti assale... ma il tornado è passato davvero? O era un falso allarme? O magari il figliodiuncane è li che gioca a nascondino e ti centra proprio mentre passi bello bello? E poi comunque mica dicevano che i tornado sono imprevedibili? Boh...
Se ben ricordate la storia del Mago di Oz era piena di tornado, ed infatti era ambientata proprio qui, c'è anche un museo dedicato al film ma non ho avuto cuore di fermarmi con Sandro che letteralmente boccheggiava per le temperature asfissianti. Eppure vive in Brasile!?! Ma quando ti fermi due minuti per bere e l'acqua del radiatore ti va in ebollizione vuol dire che si, in effetti fa un tantino troppo caldo.
E così abbiamo finito anche per "saltare" il museo del Generale Custer e della US Cavalry. Poco male, era mica un pazzo sanguinario?
L'unica tappa che abbiamo fatto nel primo giorno è stata per offrire un tributo all'uomo che ha reso possibile questo nostro Coast to Coast to Coast. Ad Albilene, Kansas, ci sono infatti la casa natale del presidente Dwight Eisenhower ed una libreria a lui dedicata. Fu proprio Eisenhower a concepire il sistema delle interstate che sono oggi la spina dorsale degli Stai Uniti. L'idea gli venne quando era ancora un comandante di truppa ad inizio Anni '30 e fu costretto a sorbirsi un viaggio dalla East Coast fino a San Francisco su un convoglio di camion militari. Tutto su strade locali e durato, se ben ricordo quasi un mese. Da quella esperienza allucinate Dwight ne trasse l'ispirazione per trasformare la faccia degli USA e renderli finalmente un'unica grande nazione.
Di quella sosta ricordo anche che la Valorosa è quasi caduta dopo che il cavalletto laterale ha completamente perforato l'asfalto del parcheggio, reso "burroso" dal sole inclemente.
Il secondo giorno, su suggerimento di Sandro, abbiamo aderito al programma "partenza intelligente" ovvero sveglia alle 4.30, partenza entro le 5.30 per macinare quanta più strada possibile prima dell'esplosione del caldo e sosta prolungata da mezzogiorno alle 4 del pomeriggio. E guarda caso abbiamo finalmente visto qualche moto in giro: non erano loro a mancare nei giorni precedenti, eravamo noi gli unici idioti a viaggiare nelle ore più calde!
Arrivati finalmente a Denver, la sera del secondo giorno, abbiamo giocato a stupire un altro bel gruppetto di gente grazie al nostro bagaglio prodigioso. Abbiamo messo borse, bauletti, caschi e giacche su un unico carrello e lo abbiamo trascinato nella lobby, dove la gente si è letteralmente bloccata a guardarci a bocca aperta...
Son soddisfazioni!
Pietro Ambrosioni