Via Cristoforo Colombo, Roma: è allarme rosso
L'hanno chiamata così, in onore del grande navigatore che osò solcare l'infinito Oceano: la Cristoforo Colombo collega il centro urbano della Capitale ad Ostia. Poco meno di trenta chilometri, da Porta Ardeatina verso la linea azzurra del mare, a sud: un percorso suggestivo, incorniciato dal profilo del filare ininterrotto di maestosi pini che delimitano il nastro asfaltato.
Davvero una bella strada, verrebbe da dire, che passa vicino alla tenuta del Presidente di Castelporziano ed attraversa la pineta di Castel Fusano, prima di planare come un albatros fin sulla riva del mare.
Una strada così bella che la contendono alle moto ed alle auto anche le bici dei ciclisti urbani e, una volta l'anno, i maratoneti che emulano le gesta di Filippide.
Ma la Colombo, che parrebbe adatta a romantiche escursioni fuoriporta, è segnata da una maledizione: chi abita a Roma la definisce come la strada più pericolosa da percorrere, quella che pretende un amaro tributo di sangue e lacrime con drammatica frequenza.
Solo negli ultimi giorni si sono verificati altri due incidenti mortali, uno che ha coinvolto un motociclista e l'altro che ha visto vittima Claudio Salini, famoso imprenditore capitolino mentre era alla guida di una Porsche 911 nuova di zecca. Sono gli ultimi che si aggiungono a un elenco diventato ormai insopportabilmente lungo: motociclisti ed automobilisti, ciclisti e semplici pedoni, tutti uniti dalla fatale circostanza di essere transitati nel luogo sbagliato nel momento sbagliato.
Crediamo sia davvero giunto il momento di arginare questo stillicidio, di arrestare la scia di sangue e lutti che caratterizza via Cristoforo Colombo: è urgente intervenire sul serio per renderla meno pericolosa, eliminando avvallamenti, buche e radici affioranti. E' questo un dovere che è giusto pretendere dall'ammininistrazione pubblica, spesso inerte e poco attenta ad evitare che le strade diventino fonte di rischio.
Allo steso modo, vanno controllati i comportamenti non regolari di chi scambia i lunghi rettilinei della Colombo per una pista d'accelerazione, facendosi beffe dei limiti del Codice.
Infatti, è la somma della ridotta manutenzione con la velocità spesso elevata dei veicoli a determinare la pericolosità di questa strada.
Intervento pubblico e maggior senso civico: solo così potremo viaggiare su via Cristoforo Colombo senza temere ogni volta di restare coinvolti in qualcosa di brutto. Altrimenti, meglio chiuderla, almeno fino a che non saranno garantite le condizioni di sicurezza di asfalto, dossi, segnaletica e sistemi automatici di controllo efficaci.
Non ho quasi mai visto i cartelli che presegnalavano i velox mobili. Al massimo un cartello appoggiato da qualche parte a pochi passi dalla volante.
Tutti dicono che Roma ha strade pietose, cosa inconcepibile con tutti i finanziamenti pubblici che vergognosamente ricevono (in primis il finanziamento per "Roma capitale"). Ci sono comuni di 5000 anime con strade perfette.
Forse è anche ora che i romani imparino a scegliersi gli amministratori.