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Morini SEIEMMEZZO STR e SCR: TEST speciale dal Garda alla Lessinia col Perfetto e Motoreetto

- Dopo le cave di marmo di Carrara con la X-Cape, le Morini ci portano di nuovo alla scoperta di angoli meravigliosi del nostro Paese. Questa volta non sono partito da solo, ma ho proposto a Motoreetto di accompagnarmi e di farmi da Cicerone in Veneto, sua regione di origine

Dopo le cave di marmo di Carrara e il Mar Ligure, le Morini ci portano di nuovo alla scoperta di angoli meravigliosi del nostro Paese. Questa volta non sono partito da solo, ma ho proposto a Motoreetto di accompagnarmi e di farmi da Cicerone in Veneto, sua regione di origine. In sella alle Morini Seiemmezzo STR e SCR siamo partiti dalla redazione di Milano e, dopo circa centocinquanta chilometri, abbiamo raggiunto il Lago di Garda.
Peschiera del Garda è la nostra prima meta. Fin dall'antichità è un avamposto ed ora è l'ingresso in Veneto, nel veronese e sul bacino lacustre più grande d'Italia. La mura imponenti raccontano il grande passato fatto di guerre e commerci e mostrano la firma della Serenissima benché originariamente più antiche. Ancora oggi è un centro importante per i commerci verso la Val D'Adige o verso il mantovano lungo il Mincio e per il turismo sul Lago. Insomma Peschiera è il posto giusto da dove partire ma anche dove rifocillarsi. Cercate però di evitare i week-end caldi, però. Da qui noi abbiamo "attaccato" le dolci colline della Valpolicella.
Si tratta di un'area geografica di rara bellezza, famosa per i vini rinomati che vengono apprezzati in tutto il mondo. La Valpolicella è la più celebre delle valli che stanno ai piedi dei Monti Lessini, le vette prealpine che stanno alle spalle della città scaligera. Il Parco Naturale della Lessinia è un'area montana ancora incontaminata e affascinante, ma soprattutto le strade che ci conducono qui sono l'ideale per le nostre agili moto. Peccato che la pioggia ci metta lo zampino rovinandoci un po' il divertimento. Dopo la sosta a Erbezzo, abbiamo raggiunto il Ponte di Veja, che in realtà non è un vero e proprio ponte, bensì un arco naturale imponente e il più grande d'Europa. Ma mi fermo qui, preferisco che scopriate i segreti del nostro viaggio dal video qui sopra!

I nostri belli... in posa a Peschiera del Garda
I nostri belli... in posa a Peschiera del Garda

Le Morini Seiemmezzo

Non servono grandi potenze per godersi un viaggio. Anzi, a volte vale l'assunto diametralmente opposto. E così le Morini Seiemmezzo STR e SCR ci hanno accompagnato senza fretta, ma soprattutto senza annoiarci mai, lungo un percorso che dalla città ci ha portato alle vette della Lessinia. La Moto Morini Seiemmezzo impiega il motore 650 bicilindrico della X-Cape, che viene rivisto a livello di mappa e di scarico. Il telaio in acciaio è dedicato e sono nuove le sospensioni Kayaba, completamente regolabili.
L'impianto frenante è Brembo con ABS (non disinseribile). Molto particolare la scelta dei cerchi. A razze sulla STR, a raggi tubeless sulla SCR. Ma a stupire è il diametro anteriore, pari a 18 pollici (contro i soliti 17 delle moto nude). Una scelta voluta per dare alla Seiemmezzo un feeling più naturale e meno reattivo sulle orribili strade italiane. Il 18" è infatti meno rapido a scendere in piega, ma molto più rotondo e facile. Piacevole, pieno ai bassi e sempre generoso il motore, che dispone di 60 cavalli, sufficienti per una velocità di punta di 170 km/h.
Le finiture sono curate, soprattutto se pensiamo all'ottimo prezzo, e la strumentazione è ben leggibile. Compare qualche vibrazione oltre i 130 km/h, ma alla fine chi ci va così veloce su una moto senza cupolino? La maneggevolezza è ottima, grazie al peso di 200 kg. Su strada ci hanno convinto. Sono moto facili, pensate anche per i giovanissimi e le ragazze. La moto viene commercializzata in versione standard o limitata a 35 kW (per i possessori di patente A2).

Tra le vigne della Valpolicella
Tra le vigne della Valpolicella

La Moto Morini Seiemmezzo STR

La prima sensazione in sella alla Moto Morini Seiemmezzo STR è che tutto sia esattamente al suo posto. Dall'ergonomia fino ai blocchetti al manubrio (retroilluminati). La STR è accogliente e pratica, perché la sella a 81 centimetri da terra permette di appoggiare agevolmente i piedi così che manovre a basse velocità o fermate d'emergenza non risultino mai problematiche.
Il borbottio del bicilindrico lascia il posto a un bel sound corposo una volta ingranata la prima marcia. Il cambio è preciso, silenzioso e morbido. In città la STR si comporta egregiamente, non richiede cambi di marcia e anche le sospensioni lavorano a favore del comfort di chi la guida, ma è fuori città che dà il meglio di sé, sulle prime colline sfoggia un bel pepe. La posizione un pelo caricata sull'avantreno aumenta il feeling con la moto e la gommatura Pirelli Angel GT, con l'anteriore da 18 pollici, fa il resto.
A favore della sicurezza di chi guida c'è certamente anche la frenata, ben modulabile, calibrata, mai invasiva.

La Moto Morini Seiemmezzo SCR

Ha le gomme tassellate Pirelli MT60 e il manubrio rialzato. La sua guida è facile in ogni situazione. Solo la sella è un po' duretta, ma generosa nelle dimensioni. Non è fatta per l'enduro, ma con queste gomme le strade bianche si affrontano senza alcun problema. Su strada, manubrio a parte, propone le ottime sensazioni della STR. D'altra parte il DNA è quello e il divertimento è assicurato. Il serbatoio da 16 litri non è enorme, ma i consumi sono molto bassi e l'autonomia alla fine è adatta anche a chi sceglierà le Seiemmezzo non solo per lo stile, ma anche per viaggiare.

  • Capobutozzi1
    Capobutozzi1, Roma (RM)

    le moto sono molto carine, a me piace sopratutto la scrambler, la comprerei anche (magari affiancandola allo scooter che ormai utilizzo in città perchè troppo comodo a roma) ma il motore e lo stesso che avevo sulla vulcan S, non è male ma quello della caballero 700 è certamente migliore.
    per il resto da vicina l'ho vista e le finiture sono molto buone. certo è che la benelli 800 è sicuramente inferiore e che la ducati ha qualcosa in più e si fa pagare in più.
  • Mazinga52
    Mazinga52, Vaglia (FI)

    Sarebbero anche meglio senza l’orripilante targa sul forcellone, che purtroppo ormai va di moda (v. anche Ducati Scrambler). A parte che per me è brutta, tecnicamente è un’assurdità: ma come gli ingegneri si ingegnano per togliere 100 grammi di masse non sospese dalle ruote alleggerendo le razze e poi i designer ci appizzano un paio di chili di roba in fondo al forcellone? Considerando il momento d’inerzia rispetto al perno del forcellone un chilo di massa all’estremità del forcellone vale quanto quattro chili sul perno ruota...
    Per non parlare degli schizzi di fango sulla schiena e del fango che ci rimane incastrato; la scrambler ha il parafango anteriore alto e poi metti la targa dietro a filo ruota? Che poi è esposta agli urti (è ad altezza paraurti delle auto). Sapete che se perdete la targa poi dovete reimmatricolare la moto?
    Ribelliamoci a questi designer!
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