Moto Guzzi V85TT TEST: l'aquila vola alto! Pregi e difetti dalla prova
C'ha fatto penare - e attendere - parecchi anni. Dopo l'uscita di scena della Moto Guzzi Stelvio, in tanti aspettavano il ritorno dell'aquila di Mandello del Lario nello scoppiettante segmento delle maxi enduro. Oggi la Guzzi accontenta gli appassionati e lo fa in modo molto furbo, e azzeccato secondo noi. Rinuncia al combattutissimo ring delle maxi over 1200 e si prepara a lottare in quello che oggi dà i segnali più interessanti. Ci riferiamo ovviamente alle moto fino a 1.000 di cilindrata, ma dotate di tutto punto per viaggiare - ma anche per divertirsi - senza rinunce.
La Moto Guzzi V85TT è una moto nuova (guarda qui l'avvio della produzione a Mandello), che nasce dal foglio bianco nel reparto di progettazione del Gruppo Piaggio di Noale. Sì, quello da dove escono e sono uscite tante, meravigliose Aprilia. La produzione avviene poi nello storico stabilimento di Mandello. A questo punto del racconto consentiteci un primo, velocissimo plauso alla Piaggio, che ha mantenuto fede all'impegno di non chiudere l'impianto lariano. Anzi, con la V85TT vediamo possibile e concreto un forte rilancio industriale dell'area. Ma torniamo alla moto e andiamo con ordine.
Com'è fatta
La Moto Guzzi V85TT è una maxi enduro senza rivali diretti. Non fa il verso alle endurone votate al fuoristrada (come Africa Twin, Tiger 800 XC, F850GS, Tenere 700 o 790 Adventure). Ma non ha certo l'indole sportiva di Multistrada 950, V-Strom 1000, Tracer 900 o Versys 1000. Lei vuole essere invece una enduro classica, comoda per viaggiare e con una personalità molto forte, sia estetica che meccanica. Per certi versi dà il gusto delle grosse scrambler. Ma, rispetto a queste, ha un serbatoio da viaggio (23 litri), protegge dall'aria ed è comoda sia per il pilota che per il passeggero.
In poche parole è una moto furba e ben fatta. Costa 11.490 euro nelle versioni monocromatiche (con gomme Metzeler Tourance Next) e 11.690 nelle due livree multicolor (con gomme Michelin Anakee Adventure) e ha una dotazione assolutamente al top. Troviamo cupolino regolabile, leve in alluminio, strumentazione TFT (con l'app optional che permette di leggere la navigazione e le chiamate dallo smartphone), ABS e controllo di trazione regolabili, sospensioni Kayaba anch'esse completamente regolabili, freni Brembo, cerchi a raggi (purtroppo non sono tubeless, altrimenti il prezzo di listino sarebbe salito parecchio), paramani e paramotore, e per finire la trasmissione ad albero cardanico. Ed è l'unica a averla in questa fascia di mercato e di prezzo.
Il telaio è nuovo, sempre in acciaio. Il forcellone è invece in alluminio e ospita il cardano e l'ammortizzatore singolo sul lato destro (lo scarico si trova a sinistra). La forcella Kayaba ha la regolazione idraulica e del precarico della molla nello stelo destro. L'escursione, sia davanti che dietro, è di 170 mm.
Il motore è inedito, ma conserva lo schema caro alla Moto Guzzi. E' un bicilindrico di 90°, trasversale, raffreddato ad aria, con aste e bilanceri e due valvole per cilindro. Dispone di 80 cavalli a 7.700 giri e una coppia massima di 80 Nm a 5.000 giri. Il cambio è nuovo e dispone di 6 marce. La frizione a cavo è progettata ex novo e ha un brevetto che ne rende dolce e precisa l'azione. La gestione del gas avviene con il ride by wire; troviamo anche il controllo di trazione e le mappe (rain, strada e enduro).
La sella dista solo 83 cm da terra (ma esiste optional a 81 o 85 cm). Il peso a secco dichiarato corrisponde a 208 kg, quello in ordine di marcia resta quindi sotto i 230 effettivi. La Casa italiana ha già predisposto una lunga serie di accessori dedicata ai viaggi, che comprende le manopole riscaldate, il cupolino maggiorato, le borse in plastica o alluminio e lo scarico sportivo.
Come va
Tanto attesa da creare aspettative altissime. E brava Guzzi, che ci hai saputo davvero stupire. La V85TT è una gran bella moto, lo scriviamo subito forte e chiaro. Soprattutto è diversa da tutte le altre e farà la felicità di chi vuole una moto concreta, comoda, facile. Ma anche divertente in viaggio. Non ha prestazioni da perderci la testa, ma non pensiate sia lenta o senza carattere: siete fuoristrada. La V85TT ti fa toccare bene coi piedi a terra e ha una sella poltronosa, che non ti stanca mai. I comandi sono morbidissimi e la strumentazione è bella, ma un po' troppo piccola. Però è completa e con una grafica studiata bene. Il parabrezza standard lascia parecchio esposto il casco sopra i 120, consigliamo a chi farà tanta strada quello rialzato, che ripara alla grande. Il passeggero ha uno spazio inferiore rispetto al pilota, ma è comunque ospitato più che dignitosamente.
Il motore ha un gran bel sound di scarico e vibra davvero poco; si avverte qualcosa sul manubrio solo dopo i 5.000 giri. Cardano e cambio lavorano in ottima armonia. Del primo si apprezza la precisione e dolcezza, del secondo la leggerezza e la rapportatura. La frizione stacca con precisione e non fa rimpiangere affatto un comando idraulico. L'erogazione del motore a aste e bilanceri è piacevole e invita alla bella guida nel misto.
E' regolare fino a 4.000 giri, in questo range riprende con una forza discreta e tanta regolarità. Dopo i 4 mila arriva una spinta più decisa e sportiva, che porta in un attimo a quasi 8.000 giri. I cavalli sono 80, ma su strada bastano per divertirsi, senza rischiare la patente e la pelle. La sesta è lunga e fa riposare il motore in viaggio (a 100 orari si viaggia sotto i 4.000 giri).
Tra le curve la V85TT ci è piaciuta. E' agile e precisa negli inserimenti. Il baricentro basso la rende anche immediata a prendere la corda e a seguire la traiettoria impostata. Le sospensioni Kayaba non sono affatto cedevoli e anche l'impianto Brembo risponde con un'ottima modulabilità. Sì, è una moto fatta per macinare chilometri, ma non disdegna affatto le curve. Qui soltanto le pedane arrivano a toccare l'asfalto. Più che un limite della moto, si tratta di un indice della bontà della sua ciclistica. In fuoristrada la V85TT non punta a fare il tempo col cronometro, però si lascia guidare con facilità e ha un'ottima trazione. Su asfalto abbiamo preferito il feeling delle Metzeler Tourance Next, mentre nel facile fuoristrada è risultato superiore il grip della Michelin Anakee Adventure.
Il consumo medio nell'extraurbano durante questo primo assaggio in terra sarda è stato pari a 21 km/l.
Maggiori info
Abbigliamento:
Casco Arai TourX4
Completo Ottano
Guanti Ottano
Stivali Acerbis
Luogo: Sud della Sardegna
Meteo: sole, 18°
Foto di Alberto Cervetti e Thomas Maccabelli
Video di Giulio Tosini
ma il problema (se lo fosse..) delle pedane pilota un po' troppo basse, che strisciano facilmente sull'asfalto lo hai percepito, oppure è una bufala?
grazie