Antoine Meo vince l’Xtreme Lumezzane
La festa di un grande evento non si spiega con un’equazione. Nasce come da una magia e diventa una formula vincente. Così è stata L’Xtreme Lumezzane. Dopo cinque edizioni era andata in letargo, e quando si è risvegliata dal lungo sonno, l’ultima notte di luglio, ha scoperto che il tempo non si era fermato, e che aveva continuato a crescere, alimentata dalla passione che aveva saputo generare.
L’evento di Lumezzane è partito con l’utima prova degli Assoluti d’Italia, quella che assegnava i Titoli di tre delle cinque categorie, e che è “servita” da fase eliminatoria per il gran finale dell’Xtreme. I migliori sessanta dell’assoluta entravano di diritto nella storia della Xtreme, più una manciata di “wild cards”, a discrezione dell’Organizzazione, per poter ospitare quei piloti impegnati altrove ma che non volevano perdere l’occasione.
Il pomeriggio di Lumezzane ha voltato pagina, ed un fiume di gente ha cominciato a salire verso il Passo del Cavallo, lungo la provinciale 79 interrotta al traffico, per trovare posto al Dente del Diavolo. Un flusso ininterrotto fino alle otto di sera, quando il primo pilota si è presentato nell’”arena” naturale del “Dente del Diavolo”, per affrontare la folla ed il corto e micidiale anello di percorso che culmina con una parete di terra scavata dalla ruspa di Aldo Seccamani. Da quel momento, e fino alle 23:00, quando l’ultimo concorrente ha avuto ragione della sfida, l’Xtreme Lumezzane ha vissuto il suo sesto capitolo, non meno memorabile di quelli che lo avevano preceduto. Avevano vinto Stefano Passeri, Stefan Merriman, Alessandro Botturi e, due volte, Ivan Cervantes.
Questa volta il trono dell’Xtreme è stato conquistato da Antoine Meo, il leader del Mondiale Enduro E1, che al termine dei tre giri della finalissima ha “staccato” il miglior tempo in un boato di entusiasmo degli ottomila assiepati sul “Dente del Diavolo” illuminato a giorno. Il francese ha regolato di un soffio Thomas Oldrati, che aveva vinto l’assalto del primo giro, ed il funambolico Alessandro Belometti, che il pomeriggio aveva vinto il suo Italiano. Ma nessun’altra affermazione è così sofferta come quella dell’Xtreme Lumezzane, i cui ultimi metri possono essere il volo in paradiso o la retrocessione nell’abisso della voragine del “Dente”. Basta un niente, mancare l’aggancio dell’ultimo scalino di terra, e si rotola a valle in un volo quasi sempre spettacolare, a volte mortificante. Alle spalle dei tre eroi del podio di Lumezzane Mika Ahola, Campione del Mondo di Enduro, un eccellente Simone Albergoni ed un grande Fabio Mossini, e poi ancora una giovane speranza, lo spagnolo Lorenzo Santolino, ed uno specialista dell’Estremo, l’inglese Graham Jarvis. Poi via via gli altri, fino al 56mo dei 61 partenti. Molti di questi non sono riusciti a salire da soli neanche una volta, e ad ogni tentativo fallito sono entrati in scena gli spettatori, ganci e corde alla mano per “tirare su” chi non ce la faceva.
Uno spettacolo unico, un delirio di entusiasmo e di festa, qualità che manca all’Enduro “tradizionale” e che fa dell’Xtreme Lumezzane, la madre di tutte le gare di enduro estremo, una gara incredibile ed un evento unico. Possono essere orgogliosi, di questo successo “estremo”, gli “autori” del Motoclub Lumezzane, dal presidente Damiano Bugatti all’ultimo dei soci e dei simpatizzanti, a la laboriosa città che ospita questa manifestazione preziosa e privilegiata.