Botta e risposta. Il GPS danneggia l'Enduro?
In difesa di chi pratica Enduro e Trial
Negli scorsi giorni abbiamo pubblicato un articolo dedicato agli sforzi profusi dalla Federazione Motociclistica Italiana (FMI) a tutela dei numerosi praticanti di Enduro e Trial.La Commissione Normative Fuoristrada si trova infatti ad affrontare i più svariati problemi legati ai temi della circolazione in fuoristrada e ai rapporti con le autorità locali.
C'è l'annoso problema del targhino "illegale", messo da molti al posto della targa originale per evitare che questa si rompa nella pratica dell'Enduro (ma il sottoscritto usa regolarmente la targa in lamiera senza troppi problemi, finora ha retto! Nda).
E c'è poi la problematica del rapporto con gli altri fruitori del verde comune, che spesso mal tollerano la presenza delle moto sui percorsi dedicati alle escursioni a piedi, in bici o a cavallo.
Spieghiamoci meglio
Per questa ragione la FMI testualmente afferma: "Le criticità sulle normative di tutela ambientale sono molteplici, a partire dall’inventario dei percorsi escursionistici tramite mappatura GPS, spesso commesso con veri e propri abusi...".Il nostro lettore disobbediente, al commento nr 11 dell'articolo, ci chiede di spiegare meglio quanto sopra riportato.
Segue la nostra risposta, che pensiamo possa chiarire alcuni aspetti anche agli altri lettori di Moto.it:
"Caro Alessio, significa che i motociclisti spesso utilizzano le mappe ricavabili su Internet per tracciare percorsi da fare in offroad in barba a ogni divieto o permesso di attraversare l'altrui proprietà; sono poi davvero tanti anche quelli che approfittano delle cavalcate autorizzate per registrare col GPS il giro e rifarlo in seguito senza chiedere alcuna autorizzazione agli enduristi locali (che ne pagheranno quindi le conseguenze). Questi comportamenti non fanno bene all'enduro e sono più frequenti di quanto si pensi".
La risposta di disobbediente
disobbediente risponde a sua volta - sennò che botta e risposta sarebbe? - e il suo punto di vista ci pare equilibrato, oltre che interessante. Eccolo: "Ciao Andrea, grazie della risposta. Ora è più chiaro. Capisco, però io trovo molto bello tracciare dei percorsi con google earth e poi andarli a scoprire. È un modo nuovo di fare avventura. Spesso ci si trova ad attraversare proprietà private, ma basta chiedere il permesso.
In linea di massima credo che l'educazione sia la chiave per la civile convivenza e il non fare rumore aiuta. Fortunatamente vivo in una regione in cui gli enduristi sono tollerati, ma anche rispettati. Capita spesso di fermarsi a chiacchierare con qualche contadino, nelle Marche. Al di fuori delle mulattiere la regola non scritta è "non danneggiare i raccolti", ad esempio passando ai bordi di un campo invece di tagliarlo in due. Ricordo con divertimento la prima uscita che feci con il gruppo marchigiano dei "pistamunno". Per errore uno di loro attraversò un campo di patate. Tornò a sistemare la terra con le mani.
Riguardo all'uso del gps credo che non si possa vietare nelle cavalcate (sia tecnicamente che legalmente). Io sono il primo a dire che "registro qualsiasi percorso". Non li distribuisco online e rarissimamente li vado a rifare, però è divertente scoprire dove si è passati ed effettivamente è utile per tornarci con gli amici.
Il fatto che si attraversino luoghi vietati è relativo, si trovano sempre strade alternative. Se invece sono privati si può chiedere cortesemente il permesso.
Un problema spinoso secondo me è la velocità. Se la maggior parte degli enduristi cerca la "prestazione" invece del piacere della "scoperta", se non si ha neanche il tempo e la voglia di fermarsi a conoscere i proprietari delle terre che si attraversano… allora non c'è nulla da fare. Senza il contatto umano gli enduristi saranno sempre meno amati e i divieti cresceranno".
Poche regole per iniziare bene il 2012
Tralasciamo alla fine il discorso sui percorsi ricavabili su Internet e sull'utilizzo del GPS per registrare i percorsi delle cavalcate. Ci piace soffermarci sul rapporto tra enduristi e "resto del mondo" (contadini, escursionisti, ciclisti): non sempre troveremo chi risponderà col sorriso al nostro saluto, ma sforziamoci di rispettare chi non condivide la nostra passione. Come? Con l'educazione suggerita da disobbediente, che si traduce in pochi, semplici comportamenti. Spegniamo il motore quando incontriamo altre persone, non montiamo inutili scarichi aperti (in montagna sono odiosi!).
E andiamo piano nei centri abitati, col motore che gira al minimo e la mano pronta ad alzarsi per salutare chi incrociamo.
rispondo al commento 3
@ Tico