EWC 2015. GP d’Italia. Rovetta 2: Santolino, Meo, Phillips
Rovetta, 21 Giugno. La festa non finisce qui. Dopo il Gran Premio ancora i motorini, e l’Enduro in notturna, e il Motor Party, e i fuochi d’artificio e la notte che non finisce mai per migliaia di appassionati. Storia e leggenda dell’Enduro, passato miliare e futuro si fondono nel magico presente che a Bergamo, ma più esattamente nella sua tentacolare geografia delle Valli, è una realtà unica al Mondo. Una fantastica realtà, più bella della fantasia ma reale, vera. Quello che si dice, per altri argomenti più a sproposito propagandistico che a specchio della realtà, la perfetta fusione tra cultura, tradizione e passione. In altre e per altre realtà Bergamo e le sue Valli sarebbero già il museo, il tempio, il parco dell’Enduro, e invece qui ancora si giocano le scaramucce pretestuose accese da chi il fuoristrada lo associa alla violenza contro l’ambiente, ma non conosce l’ambiente, non lo vive e lo usa come palestra del proprio inconsistente, petulante abbaiare! Per fortuna c’è il Moto Club Bergamo, con i suoi “associati, i suoi personaggi, le sue leggende viventi e la sua storia, che riesce a vincere sulla scelleratezza del non senso e a dar vita all’evento gigantesco e appassionante della 42a Valli Bergamasche, quinta prova del Campionato del Mondo di Enduro. Come l’anno scorso, alla fine vedrete che anche quest’anno non verrà assegnato il premio per il migliore GP della stagione. Una debolezza di matrice organizzativa di base che, per paura di disturbare la storica supremazia dei mondiali francesi, la volta che, come l’anno scorso, il plebiscito aveva eletto il GP di Lumezzane, alla fine è sparito il premio. In verità poco importa, lo scorso anno Lumezzane, e quest’anno Bergamo, confermano il trend di supremazia dell’Enduro organizzato, partecipato e sentito nelle valli della sua storia. Evento bellissimo. Punto!
E veniamo ai risultati, allo spessore descrittivo delle imprese dei Campioni di una specialità che sta assurgendo e livelli tecnici e di spettacolo imbarazzanti per altre discipline, anche create apposta. Chi ha visto correre gli Assi dell’Enduro giù nel “crepaccio” di Bossico dove era stato disegnato l’Extreme Test, lungo il torrente in secca di Onore dove hanno scolpito il Cross Test, e sulle salite impossibili e le picchiate vertiginose della “linea” sulla direttissima Vecchio Mulino-Spessa, ha assistito ad uno spettacolo da capogiro sospeso nella tensione di due giorni di gara massacranti e bellissimi, costellati di imprese e di colpi di scena, di azioni impossibili, e pur vere, e di estenuante guerra psicologica. I “mostri” dell’Enduro si vanno “selezionando”, ed evolvono ormai isolando una “specie” super competitiva che fa di questo Sport una meraviglia del gesto atletico, tecnico e del talento. Niente di meno. Naturalmente, questi “dettagli” si mettono meglio a fuoco nella circostanza di un evento difficile, duro e senza tregua come il Gran Premio Acerbis d’Italia.
E1. La chiave della gara delle “piccole” cilindrate è nel difficilissimo momento che sta attraversando il Campione del Mondo in carica, Cristophe Nambotin, e nell’attacco lanciato al fuoriclasse francese dal finlandese Eero Remes. La seconda giornata del Gran Premio di Rovetta ricalca abbastanza fedelmente l’andamento della prima, con il Pilota ufficiale TM che si impone ancora sull’ufficiale KTM, ma con due variazioni sul tema. La prima è che a vincere la domenica del GP d’Italia è lo spagnolo Lorenzo Santolino, che regala a Sherco una splendida, meritata vittoria. Lo spagnolo ha vinto sei delle 12 Speciali disputate, mantenendo la promessa di inizio giornata quando, suscitando un grande clamore, è “volato” più alto di tutti nella prima “interpretazione” del Cross Test, risultato fino alla fine della gara il suo terreno preferito. La seconda chiave di lettura della domenica di Rovetta, ma anche dell’intero Gran Premio della E1, è che dopo dieci giornate di gara a Remes riesce finalmente il sorpasso ai danni di Nambotin. Di un disastrato Nambotin, beninteso, ma resta il fatto, che adesso potrebbe avere ripercussioni psicologiche importanti sulla già critica situazione in cui versa il Campione del Mondo. Finalmente, la epica battaglia della E1 ha evocato, finalmente mettendo in evidenza, il talento di un Campione di casa nostra, Simone Albergoni che, quarto al traguardo della seconda giornata, porge alle Kawasaki di Ciresa e dei bravi Comotti, ma soprattutto a se stesso, l’occasione per tirare un salutare sospiro di sollievo.
E2. C’era da aspettarselo. Antoine Meo non lo devi fare incazzare, neanche di poco, per esempio relegandolo al secondo posto con quei circa sette secondi che il Campione del Mondo Renet aveva rifilato al “permaloso” Asso del Team di Farioli. Meo è andato a sbollire la rabbia di sabato partecipando alla Red Bull Epic Rise del Motor Party, cosicché quando domenica mattina si è presentato al via del primo Cross Test, la decisione era freddamente sedimentata: scatenare l’inferno. In questo modo “Antonio”, che veniva da tre secondi posti consecutivi, è riuscito ad imporre la legge spietata che solo il Pilota più forte del Mondo può usare come arma micidiale. Meo ha vinto le prime quattro speciali del giorno, implacabile, e quando ha visto nelle trace “sporche” dell’avversario, che partiva prima di lui, i segni della destabilizzazione di Renet, finalmente si è concesso una pausa da “umano”. Quando poi Renet si è rifatto sotto vincendo le due successive prove, e così Salvini aggiudicandosi il terzo Cross Test, Meo si è rimesso in marcia, ha vinto le ultime cinque speciali e ha chiuso il discorso e la questione personale con il pur amico, ma fuori dal ring, Renet.
Ancora una volta, il dato sullo spaventoso livello tecnico e di velocità della E2, impresso alla classe dalla battaglia tra i due fuoriclasse francesi, è rilevabile da due riscontri chiarissimi e inequivocabili. Il primo è nell’impotenza di Salvini che, costantemente terzo e con un ginocchio dolorante, paga un ritardo clamoroso, oltre un minuto e mezzo, scarsamente mitigato dal fatto che a sua volta il Campione Honda RedMoto ha ormai fatto il vuoto alle sue spalle. Il secondo è nel machievellico Trofeo che il Moto Club Bergamo ha inventato per premiare ufficialmente, sotto forma di award alla migliore somma cronometrica riferita alle PS, il vincitore dell’Assoluta. Ovvero Antoine Meo, più forte del Santolino della E1 e del Phillips della E3, più forte di tutti quanti.
Svelato anzitempo il vincitore della E3, eccoci a parlare di Matthew Phillips, quella specie di figliol prodigo che è tornato sui livelli di clamorosa superiorità degli ultimi due anni. L’australiano del Team KTM ha vinto ancora, anche se per la verità in questo secondo giorno è stato proprio il suo principale, e unico avversario, Matthias Bellino, a concedergli lo spazio del vantaggio e del modo migliore per festeggiare il proprio compleanno. Il leader del Mondiale, da Rovetta meno sicuro, aveva infatti avviato la propria gara con una formidabile doppietta sul Cross e sull’Estrema, ma per ben due volte, sul primo e ultimo passaggio, a Bellino è stato fatale l’Enduro Test, fatto che conferma l’impressione che al Pilota ufficiale Husqvarna la gara di Bergamo non sia piaciuta troppo. Analogamente a quanto accade nella E1, c’è da togliersi il cappello davanti alla grinta di Matti Seistola. Il finlandese, “punta” del Team Sherco di Azzalin, corre dal sabato greco con una mano fratturata, ma anche a Rovetta è riuscito a difendere strenuamente il terzo posto nel Mondiale dagli attacchi di Leok.
Evocato il premio alla sfortuna, senza obiezioni possibili questo va alla famiglia Guerrero, entrambi finiti all’ospedale per la frattura di un dito della mano, Cristobal, e di una spalla, Victor.
Concludendo, invece, su due note eccezionali suonate dai giovani, rieccoci a parlare dell’inglese Holcombe, Pilota Jarno Boano vincitore della EJ, e di Persson, Pilota svedese assistito dal Team di Migliorati dominatore del Gran Premio (terzo Michele Marchelli) e nuovo leader della EY. Entrambi hanno vinto, e entrambi hanno… convinto.
Si va al Gran premio del Belgio, un inedito, in programma per il week end del 11 e 12 luglio.