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FMI: Enduro e territorio, una serie di tavole rotonde

- La prima di una lunga serie per il progetto “Enduro – Italia”. Obiettivo: la tutela dei praticanti del fuoristrada, con il Corpo Forestale dello Stato
FMI: Enduro e territorio, una serie di tavole rotonde

Lunedì 15 Maggio a Milano si è tenuta la prima di una lunga serie di “tavole rotonde” istituite dalla FMI per il progetto “Enduro – Italia”. L’obiettivo è la tutela dei praticanti del fuoristrada, e coinvolge il Corpo Forestale dello Stato. La serata aveva un tema chiaro: “Enduro/Territorio. Una regola chiara, che tuteli il diritto e il dovere”.

Davanti ad una platea di 150 persone tra Moto Club, appassionati e stampa, hanno partecipato all’incontro Paolo Sesti (Presidente FMI), Tony Mori (Responsabile Rapporti Istituzionali FMI), Marco Marcellino (Presidente Commissione Normative Fuoristrada FMI), Ivan Bidorini (Presidente Comitato Regionale Lombardia FMI), Claudio D’Amico (Comandante provinciale di Arezzo del Corpo Forestale dello Stato), Marco Mazzi (Ispettore del Corpo Forestale dello Stato), Andrea Gorfini (Vice Revisore del Corpo Forestale dello Stato) e Andrea Li Volsi (Funzionario regionale Lombardia del Corpo Forestale dello Stato). Da sottolineare la presenza in platea di alcuni rappresentanti del Club Alpino Italiano.

La Tavola Rotonda è stata organizzata - nell'ottica di continuità del Protocollo d'intesa tra la Federazione Motociclistica Italiana ed il Corpo Forestale dello Stato - per sensibilizzare i praticanti dell'attività fuoristrada sul corretto utilizzo del territorio, cercando di avvicinare il mondo dello Sport alle Istituzioni e agli organi preposti al controllo. Diversi gli argomenti all’ordine del giorno che sono stati approfonditi: difesa della pratica sportiva del fuoristrada, contrasto dell'illegalità, dialogo con le Istituzioni locali e regionali, sensibilizzazione sul corretto utilizzo del territorio, ricerca di soluzioni per facilitare la circolazione degli appassionati del fuoristrada. Sono seguiti numerosi interventi sia di rappresentanti di Enti locali che di Moto Club, i quali non solo hanno voluto approfondire le diverse problematiche ma anche illustrare le rispettive esperienze sul proprio territorio.

Parlando ovviamente a riguardo della Lombardia, i Motoclub presenti hanno sollevato il problema della circolazione in fuoristrada al di furori delle attività sportive. Questa è praticamente vietata in toto ed è quindi difficile fa valere i principi sani dell’enduro se già si parte completamente nell’illegalità. L’unica soluzione consigliata sia da FMI sia dal Corpo Forestale dello Stato è quella di far partire una richiesta di revisione dei decreti che vietano la pratica del fuoristrada sul territorio. Questa deve partire direttamente dai Motoclub che possono unirsi, come successo in altre regioni, e, con l’aiuto di FMI e Corpo Forestale dello Stato, raggiungere i propri obiettivi.

Durante l’incontro, il Presidente FMI Paolo Sesti ha dichiarato: "Sono convinto che, attraverso l'educazione e la sensibilizzazione degli appassionati, la pratica del fuoristrada possa proseguire senza difficoltà. Il Protocollo, sottoscritto nel 2012 con il Corpo Forestale dello Stato, ha un preciso fine: quello di mettere in condizione tutti i praticanti e gli organizzatori dell'attività off-road di essere dalla parte della ragione. In quest'ottica, la riunione tenutasi ieri a Milano darà il via ad una serie di incontri che avranno luogo, nelle prossime settimane e nei prossimi mesi, anche nelle altre regioni interessate da problematiche legate alla circolazione fuoristrada".

In effetti la serata è servita notevolmente per far presente a tutti i Motoclub che le basi per lo svolgimento regolare del fuoristrada, almeno per quanto riguarda l’attività agonistica, ci sono già. Grazie appunto alla FMI ed al Protocollo sottoscritto nel 2012 con il Corpo Forestale dello Stato. Unico punto sollevato dai Moto Club è stato la difficoltà di reperire fondi per coprire le spese assicurative per garantire l’organizzazione delle gare.

Dal canto suo, il Comandante Claudio D'Amico ha evidenziato come il diritto alla pratica sportiva fuoristrada appartenga anche ai motociclisti, a condizione che avvenga nel rispetto delle regole e dell’ambiente. In tal senso, è importante anche il ruolo degli IGAST (Istruttori di Guida Attività Sportiva Territoriale della Federazione Motociclistica Italiana) e l’avvio della collaborazione con le Misericordie e la Protezione Civile.

Nota di colore della serata è stata la presenza di Ruy Barbosa, rappresentante della Federazione Motociclistica Cilena, che ha voluto osservare il metodo di lavoro della FMI in un’ottica di pratica del fuoristrada, tutela dell’ambiente e rispetto del territorio da parte dei motociclisti. Sembra strano, ma anche in un territorio sconfinato come quello del Cile si cominciano ad avere i primi problemi di tutela del fuoristrada. Questo per diversi motivi. Il primo legato all’assenza di una federazione unica come la nostra, ma caratterizzato dalla presenza di piccole associazioni motociclistiche. Il secondo, dalla difficoltà di praticare il fuoristrada nelle zone limitrofe alle metropoli.

"Certo - fa presente Ruy Barbosa - se ci allontaniamo un po’ di più dalle aree estremamente popolate possiamo girare liberamente su centinaia di km di tracciati fuoristrada, senza nessun tipo di divieto". Moto.it seguirà le prossime tavole rotonde, sperando che già da questa prima tappa si siano gettate le basi per la tutela del fuoristrada in Lombardia.

Emilio Lunassi

  • Brembol
    Brembol, Vimodrone (MI)

    Io credo che il lavoro di sensibilizzazione e di intreccio dei rapporti con i vertici del Corpo Forestale che la FMI, e in particolare il sig. Mori, stanno portando avanti da tempo possa dare buoni frutti.

    Ben vengano queste tavole rotonde che permettono alla base - i motoclub - di far sentire la loro voce ma anche di sapere cosa possono fare per dare un futuro alla pratica del fuoristrada.
    Lo sport è maestro di vita e di sani principi e questa consapevolezza ò finora bastata a renderlo attività da tutelare in tutte le sue forme ma, per quanto riguarda l'enduro, non è più così.

    L'ambiente e la sua tutela sono oggi valori ampiamente diffusi e accettati (giustamente) e la pratica dell'enduro è invece vista dai "non addetti ai lavori" come qualcosa che non favorisce la tutela delle zone silvane (boschi, colline, i loro sentieri, le mulattiere, le piante, gli animali che ci vivono, ecc.)

    Io non mi sento di dare torto in toto a chi si batte per la protezione dell'ambiente, come pure non dò ragione a chi vieta in toto il transito delle moto sui sentieri di collina.

    Auspico quindi che si possa arrivare al punto di avere regole chiare che tutelino boschi e colline ma che tutelino anche chi vuole praticare il proprio sport preferito nel rispetto degli altri e del territorio.

    Bisogna dire che la situazione non è rosea per l'enduro e la sua immagine di sport formativo è alquanto compromessa, quindi ora bisognea fare qualcosa di più, cioé il mondo dell'enduro deve sapere e volere dare qualcosa in più se vuole ottenere in cambio la una maggiore rispettabilità.

    Penso quindi ad alcune inziative che potrebbero aiutare a far cambiare il trend attuale, che vede l'endurista come un distruttore del bosco o, quando va meglio, un insensibile egoista che pensa solo al proprio divertimento a discapito del territorio.

    Se la FMI, insieme ai motoclub che hanno enduristi tra le loro fila, stabilisse una giornata all'anno per sistemare i sentieri dei boschi, a vantaggio di tutti, una giornata sul modello di "Puliamo il mondo", indetta da Legambiente, forse questo potrebbe aiutare la causa.

    Se, con la benedizione della FMI e del Corpo Forestale, venisse costituito un gruppo di volontari di protezione civile che, quando necessario, intervengono con le loro moto in aree difficilmente raggiugibili con altri mezzi, credo che anche questo potrebbe aiutare la causa.

    Forse servirà anche che la pratica del fuoristrada, anche non agonistica, sia insegnata ai nuovi praticanti e per questo penso che i motoclub potranno fare la loro parte.
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