ISDE-18 Chile. Australia vincitrice, Italia terza
ISDE: 18° edizione
Viña del Mar, Cile, 12 Novembre 2018. Un anno fa, a Brive la Gaillarde, i francesi hanno fatto banco regio, portando… anzi fissando nella bacheca di casa la vittoria nel Trofeo Mondiale e nel Trofeo Junior, o Vaso d’Argento. Tarroux, Larrieu, Charlier e Christophe “Six Six Days” Nambotin succedevano agli americani Russel, Duval, Taylor e Michael, mentre i giovani Miroir, Blanjoue e Geslin subentravano agli omologhi svedesi Persson, Elowson e Borjesson. A latere, da cinque anni, invece, le ragazze australiane sono imbattibili e partono con i favori del pronostico decisamente a… favore. Questo per dire che la Francia farà bene a rinforzare la difesa del castello, perché più di una Nazionale è intenzionata a spostare la residenza dei Titoli riprendendosi entrambi i Trofei della più antica competizione di Fuoristrada del Mondo. Tra questi, naturalmente, inseriremo di diritto i “nostri”.
La Squadra Azzurra è storicamente tra le favorite e, anche se al di sotto della forza leggendaria di qualche stagione addietro, è sempre una pietra di paragone della Specialità, soprattutto quando affronta una di quelle situazioni “morali” nelle quali riesce storicamente a trovare stimoli e forza giusti per essere super sorprendente.
A disposizione di Mister Cristian Rossi (e del triumvirato di tecnici che accompagnano il forte Selezionatore, Rinaldi, Balboni e Zanni) Alex Salvini, con il dente avvelenato per la sfumatura di Mondiale non certo gradita, Thomas Oldrati, in piena “rimonta” di efficienza, Davide Guarneri, una certezza che viene dal cuore, e Giacomino Redondi, puro, a volte furibondo estro italiano. Sono i quattro Piloti che si occuperanno della faccenda Trofeo Mondiale, un conto in sospeso dal 2007, anno in cui le Leggende Belometti, Salvini, Botturi, Micheluz, Dini e Belotti conquistarono l’ultimo Trofeo per l’Italia, per l’appunto in Cile, a La Serena. Tre quarti della formazione viene dalla spina dorsale del Team Honda RedMoto, il solo Salvini “dissenziente” e proveniente da una costola del Team Husqvarna JET Zanardo. Da notare che torna in voga la regola dello “scartino” ovvero ogni giorno classifiche basate sui tre migliori di ogni Nazionale, con un Jolly al giorno, quindi, da poter giocare in caso di incidente o panne meccanica.
Tre, invece, i “sicari” con il compito di riportare in Italia il Vaso d’Argento, ponendo fine a un digiuno più breve di appena un anno rispetto a quello dei “senatori”, ma non meno intollerabile. Sono Matteo Cavallo e Andrea Verona, gli “insaziabili” del Mondiale Junior, e Davide Soreca, il “diseredato”. Buoni motivi per temere entrambe le formazioni. Ottimi per puntare sui giovani del “Vaso” e covare almeno un minimo di “acredine” nella spedizione d’assalto al Trofeo Mondiale.
Alla prima linea si devono aggiungere Lorenzo Macoritto, Claudio Spanu e Enrico Zilli, quest’ultimo in sostituzione dello sfortunato e infortunato Emanuele Facchetti, che difendono i colori del Moto Club Italia, e una variegata rappresentanza di Nazionali, che saluto tutti ma con speciale menzione per Massimo Chiesa e Mario Luciano Pegoraro, non propriamente dei cadetti ma mentalmente dei ragazzini irriducibilmente incredibili.
Estate in dirittura d’arrivo, il Cile è il teatro sudamericano a cui siamo storicamente legati e che accoglie le nostre Nazionali in un’atmosfera da figliol prodigo che fa da detonatore. Viña del Mar non è la Serena, ma non è distante sul terreno come lo è nella Storia. Si tratta dunque di ridurre anche il disavanzo temporale e risarcire gli affamati appassionati italiani dell’Enduro. Questo non significa che avremo vita facile, non è mai successo, ma che è l’ora di fargliela vedere, soprattutto ai francesi, d’accordo, che scendono in campo con tre quarti della formazione detentrice del Trofeo Mondiale, solo Dubost al posto di Tarroux, ma anche agli “Yankee”, Sipes, Robert, Bell e Baylor (al posto dell’infortunato, mitico Kailub Russell), e ai “Kanguri”, Milner, Sanders, Strang e Snodgrass, testimoni “odiosi” di uno spostamento dell’asse dell’Enduro che non corrisponde affatto ai dettami di una tradizione da ristabilire il più in fretta possibile.
Se dal punto di vista agonistico Viña del Mar sarà in inferno, da quello geografico, invece, è facile dire che è un paradiso, e dal 12 al 17 Novembre il Paradiso dell’Enduro. Verifiche, cerimonia calati nella tradizionale messinscena “olimpica”, e poi giù a manetta. Cinque giorni sui terreni speciali e specifici graditi ai “malati” Pro, dal quarto si aggregheranno i “malati” Vintage, più il consueto fuoriprogramma del sesto giorno sulla pista di Cross per il delirio, spesso commovente, finale, speciale e coreografica carica dei cinquecento alla fine dei giochi. Un po’ meno di cinquecento, che arrivano da 25 nazioni, ancor meno dei 650 di Francia un anno fa. Questo non è un brutto segno, anzi, è un indice eccellente se si pensa alla differenza dei bacini di passione a ti attività europeo (francese in particolare) e neo sudamericano.
No, nessun problema, la Grande Festa, l’”Olimpiade” dell’Enduro gode di ottima salute. Nessun timore, forse soltanto quello, anch’esso tradizionale, della polvere a volte davvero importante nel contesto del fotogramma globale. Grazie vento del Pacifico se ci darai una mano!
Giorno 1
Dopo baldorie, spiaggiate e cerimonie, finalmente partiti per il primo giorno di Gara dei sei in programma. All’avvio, pronti-via e francesi “massacrati”. Non solo via dal podio, ma rassicurantemente al quinto posto… dietro agli Azzurri.
La vicenda delinea i caratteri che ci si poteva aspettare (Francia a parte che, chiaro, non si deve dare per finita). Partenza sprint degli americani che si impongono di strettissima, irrisoria misura sugli australiani. Storia di un altro mondo, che avanza, e quattro secondi di differenza sul fronte compatto, tra la testa di Taylor Robert, overall di giornata, e la coda di Ryan Sipes al quarto posto, con i due Daniel “aussies”, Sanders e Milner secondo e terzo. Se si deve credere ai segni, il quinto posto assoluto ottenuto da Davide Guarneri e ribadito dal sesto di Alex Salvini potrebbe essere il segnale d’attacco degli Italiani, attualmente e “inauguralmente” al quarto posto, agli spagnoli dei fratelli Guerrero che occupano il terzo gradino del primo podio.
Messaggio chiarissimo, invece, quello inviato dai Ragazzi del Vaso d’Argento, con una prima evidente dimostrazione di supremazia degli Azzurri in testa con il migliore Verona. L’Italia Junior conduce con un primo, significativo vantaggio su Francia, USA e Cile. Già in volo le Ragazze australiane, oltre un minuto alle americane e tre minuti e mezzo alle spagnole.
Giorno 2
È riscossa perentoria degli australiani, che infilano un uno-due, Milner-Sanders, agli americani, terzo Robert, e scavalcano gli Yankee, ce lo permettano, nella graduatoria generale dopo due giorni appena di Gara. È anche il giorno in cui gli Italiani sfoderano un incredibile, ma sempre più stupendamente… credibile Davide Guarneri, che si installa al comando delle operazioni della E1 e trascina la formazione di Cristian Rossi sul podio. Di forza, dopo aver ottenuto una strepitosa vittoria di categoria al termine della giornata della E1 e aver fissato il proprio nome al quarto posto dell’assoluta, E1-E2-E3 “confondues”, sempre dopo due giorni. Sale anche la Francia che eredita dagli Azzurri la quarta posta ma non fa più così paura come negli scorsi anni. Qualcosa è cambiato. Insieme al crollo momentaneo della Spagna dei Fratelli Guerrero, alla certezza di rendimento di Americani e Australiani, occhi e cuore puntano su un’Italia ”consapevole”, e quando un Endurista italiano è consapevole dei propri mezzi non gli si può mettere niente in mezzo ad intralciarne l’avanzare.
Non è solo Guarneri, perché qui si parla di Nazionale. E infatti è anche un efficacissimo, forse un po’ “ruvido” Alex Salvini - sarà il peso del cognome? – e un solido Oldrati. Non è la giornata “tipo” di Giacomo Redondi, ma l’Italia del Trofeo Mondiale viaggia sulla velocità degli americani, o quasi, nel giorno in cui i “Canguri” scatenano un inferno.
È, anche e soprattutto, il secondo giorno dell’epopea di due ragazzi, Matteo Cavallo e Andrea Verona, solitamente in quest’ordine ma oggi al contrario, con un Verona incredibile che “spunta” un formidabile quinto posto, giusto alle spalle di Guarneri, ed è dietro al “Grande di un posto anche nella parziale di classe. Va da sé che gli “Azzurrini” del Vaso sono ancora una volta intrattabili e allungano su americani e francesi, in questo caso i transalpini scesi di una posizione.
Sole a Viña del Mar, in tutti i sensi. Giusto un “velo” di polvere, ma non basta ad “appannare” gli Azzurri.Si può essere d’accordo oppure no, ma è un fatto che la regola dello “scartino” sta dando maggiore sicurezza e un bel brio alla competizione.
Giorno 3
Cambia il percorso, gira la ruota. Qualcosa resta come prima, qualcos’altro incappa nell’inceppamento del meccanismo. Il terzo giorno di Gara di Viña del Marconferma la grande velocità degli australiani e ancora una volta della coppia simbolo della 93ma Sei Giorni a metà della sua traiettoria. Si dice Milner, migliore assoluto e despota della E3, e si dice Sanders, terzo. Sono ancora loro i due mattatori del giorno, il tiro a due che consente agli australiani di guidare la danza. Un grandissimo Robert, secondo e protagonista assoluto della E2, senza tuttavia un’altrettanto adeguata copertura, Sipes è appena settimo, costringe gli americani a rincorrere con il fiato grosso. Al punto che fino a un certo momento gli Italiani hanno fatto meglio. Si diceva che tutti dovevano temere l’avanzata degli Azzurri, ed è quello che stava succedendo. Fatto salvo il fatto che… Salvini ha trovato sulla sua strada, ancora una volta, quell’evento che trasforma tutto in una disdetta. Ecco l’inceppamento della Macchina perfetta. Un piccolo problema di alimentazione della moto, un tubo, nulla più, non fosse che per rimediare passano i minuti e l’Italia torna alle spalle degli americani. Nonostante la caparbietà di Davide Guarneri, qualche volta “scivoloso”, e nonostante la giornata di regìa di Thomas Oldrati, non distante dalla testa della Corsa e tornato elemento di grande affidabilità, laus deo.
Chi invece continua a macinare come un frantoio di quelli a pietra è il signor Andrea Verona, ormai esploso e lanciato verso una tappa memorabile di carriera, incrociamo le dita, vai. Primo ancora di giornata, leader maximo della E1, quarto assoluto e, soprattutto visto che l’Olimpiade dell’Enduro è un gioco di Squadra, trascinatore della formazione del Vaso d’Argento che allunga sugli ex dirimpettai ora visti dal pianerottolo più in alto, americani e francesi nell’ordine. Posizioni che tendono a stabilizzarsi, come del resto nella Gara del Trofeo Mondiale, e che negano ai giovani anfitrioni cileni, per il momento, la gioia di “agguantare” almeno i francesi. Inutile dire della Jones e dell’Australia delle Ragazze, ormai irraggiungibili dalle pur brave francesi e spagnole, e inutile dire che il grande avversario di eventi come la Sei Giorni è la polvere. Tolta quella la festa sarebbe totale. Lo è comunque, e anche la macchina organizzativa, che non sembrava, alla vigilia, un fulmine di guerra, sembra aver trovato le giuste misure per passare a filo dei problemi che una manifestazione gigantesca come la Sei Giorni Internazionale di Enduro, immancabilmente si pregia di proporre.
Giorno 4
Quarto giorno in archivio, classifica immutata nelle posizioni che contano. La nostra nazionale continua a rimanere intoccabile nel Junior Trophy con la quarta vittoria consecutiva, il Cile si fa notare con il terzo tempo assoluto e l’Australia domina anche nella classifica femminile con otto minuti di vantaggio. Risultati ancora più significativi per le condizioni in cui si è corsa la quarta tappa, oltre 350km di piste con un caldo infernale negli stessi luoghi usati per la terza giornata, che resteranno anche nella quinta. Come ieri, è stato Milner a vincere davanti al compagno di squadra Sanders, relegando l’americano Taylor Robert alla terza posizione.
Ancora una volta è quindi l’Australia a stabilire il riferimento: velocissimi fin dalle prime battute, hanno costantemente aumentato il loro vantaggio arrivando a quasi sei minuti sulla nazionale statunitense che comunque, per voce del capitano Baylor, ha fatto sapere che non è ancora finita - le condizioni sono talmente dure che basta un minimo errore per ribaltare il risultato. Un pensiero condiviso anche dalla nostra Nazionale, staccata di solo tre minuti e venti secondi dagli USA ma inseguita dalla Francia a meno di tre minuti. “Le posizioni sono molto vicine” ha spiegato Redondi. “Ieri Salvini ha avuto qualche problema e ha perso un sacco di tempo, domani potrebbe capitare a un altro di noi, quindi non ci si può rilassare. La Francia è vicina, e non vogliamo perdere il podio a questo punto della gara”. La Top-5 è completata dalla Spagna, che stacca di misura il Portogallo.
Nella Junior, la Nazionale italiana sta dominando. La quarta vittoria di giornata, firmata da Andrea Verona e Matteo Cavallo, ci vede consolidare il vantaggio davanti agli USA che hanno chiuso 4’30” dietro, mentre la lotta per il terzo gradino del podio vede impegnati Cile e Francia, davanti a Francia e Svezia.
Nella E1 è stato il nostro Verona a vincere, allungando su Guarneri. Nella E2 è invece Robert a conquistare l’affermazione di giornata a due giorni dalla fine, davanti a Baylor e Larrieu. La E3 è evidentemente patrimonio di Milner.
La quinta giornata sarà l’ultima di Enduro tradizionale, prima della chiusura con la speciale di cross.
Giorno 5
La nostra Nazionale incassa la prima sconfitta della Sei Giorni 2018 nella Junior, pur mantenendo un bel margine sugli inseguitori, al termine di una quinta giornata di gara che vede l’Australia sempre più vicina alla vittoria finale e puntare dritta al record di vittorie consecutive (sei) per la Femminile.
Il penultimo giorno ha offerto un nuovo percorso e nuove sfide, con le foreste della Peñuelas lungo cui si sono snodati altri 300km di terreno molto impegnativo, prima della tradizionale chiusura con la gara di cross del sesto giorno.
L’Australia ha continuato a dominare, avvicinandosi ancora al secondo iride consecutivo: nonostante una bella prova, gli Stati Uniti non sono riusciti a indurre in errore i rivali e, al netto di sorprese dell’ultimo giorno, si dovranno accontentare della seconda posizione davanti alla nostra Nazionale, staccata di quattro minuti.
Delusione invece per la Francia campione in carica, che quest’anno non ha mai ingranato e costretta giù dal podio davanti a Portogallo, Repubblica Ceca e Svezia.
Nella Junior, bella prova degli Stati Uniti che per la prima volta quest’anno battono la nostra Nazionale, che si è però difesa con unghie e denti e mantiene un vantaggio di 3’35” prima della speciale di cross. Riscossa per la Francia, che ha rintuzzato gli assalti del Cile mantenendo i rivali ad una distanza di 1’30” alla vigilia dell’ultima giornata.
Giorno 6
L'Australia si aggiudica la vittoria nella Sei Giorni di Enduro in Cile, a Viña del Mar, davanti a Stati Uniti e Italia, che conferma l'ottimo stato di forma con una bella vittoria nella Junior. Il trofeo femminile va invece, per la sesta volta consecutiva, all'Australia. La sesta giornata ha visto la tradizionale, spettacolare chiusura con la speciale nella pista da cross, su un impagnativo fondo sabbioso.
Forte di un bel margine, l'Australia ha gestito con calma e lucidità il vantaggio accumulato, lasciando la vittoria della speciale all'Italia davanti agli stati Uniti e tornando a vincere il trofeo dopo l'affermazione del 2015 in Slovacchia. "Un grande risultato" ha dichiarato Daniel Milner. "La notte scorsa non ho dormito per la preoccupazione, ma è andata bene. Siamo stati fortissimi per tutta la settimana - peccato che Snodgrass si sia dovuto ritirare il secondo giorno, ma sappiamo bene quando sia facile che qualcosa vada storto. Non abbiamo mai mollato, e ce l'abbiamo fatta. Abbiamo vinto la generale, io ho vinto la singolare e le ragazze hanno trionfato nella loro categoria: ci vorrà tempo per realizzare davvero che razza d'impresa abbiamo compiuto quest'anno".
Stati Uniti e Italia non hanno mai mollato, pur sapendo che battere l'Australia sarebbe stato quasi impossibile e così è stato: le posizioni sono rimaste quelle della classifica ormai consolidata fin dalle prime battute. La Francia, campionessa uscente, si deve accontentare del quarto posto davanti a Spagna, Portogallo, Repubblica Ceca, Svezia, Cile e Germania.
Grande soddisfazione però per la nostra nazionale, che interrompe un digiuno durato dieci anni: era dalla Sei Giorni del 2008, in Grecia, che la Maglia Azzurra non conquistava una vittoria. Andrea Verona (TM), Matteo Cavallo (Beta) e Davide Soreca (TM) hanno conquistato la vittoria generale con la quinta affermazione parziale nell'ultima giornata di gara.
Foto: Dario Agrati, Sarah Kinrade
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zuffo7101, Piacenza (PC)e la francia finalmente è dietro..senza discussioni..
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Piero_9, Piacenza (PC)ITALIA CLUB PRIMA SPANù MACORITO ZILLI BRAVI RAGAZZI SPANU 1 ASSOLUTO