Legend Rally 2012. Il grande fuoristrada nel sole della Sardegna
Per tre giorni a cavallo del primo ponte autunnale “importante”, con epicentro ad Arborea, costa Ovest della Sardegna, nei giorni immediatamente precedenti al summit federale che ha riunito i 50 moto club sardi per l’elezione del nuovo (in gran parte vecchio) comitato regionale. Giampaolo Granara, presidente di Bike Village, raggiunge i colleghi di tutta la Sardegna con un’aria di sognante soddisfazione stampata sul viso un po’ stanco. Prima del sabato della resa dei conti, infatti, ha appena messo i sigilli alla tre giorni della settima edizione del Sardegna Legend Rally, strepitosa espressione di quel fuoristrada che, anche in Sardegna dove è tutto paradiso, sale sulla nuvola più alta. Oltre cento partecipanti, provenienti per la maggior parte, come sempre, dal “continente”. Agguerriti come per le occasioni uniche, e dotati degli ultimissimi “armamenti” messi a disposizione dall’industria “bellica” del fuoristrada. Sì, alla manifestazione “non competitiva” con il road book di Bike Village si va armati fino ai denti, e se proprio deve essere una vecchia moto, allora è una vecchia gloria, con una storia sulle… ruote. Un vecchio, ancora efficiente TT semi-ufficiale, un’XR ex reparto corse, o uno di quei “bestioni” bicilindrici nati tra le dune del Sahara, portati in “gara”, qui, da un club di Super… appassionati come quelli riuniti attorno al Club Super Ténéré. Si partecipa da soli, killer isolati, o in spedizione punitiva di intere formazioni sociali. Mogli, fidanzate e amiche rigorosamente lasciate a casa. Non c’è tempo per le distrazioni e le frivolezze. Il Sardegna Legend Rally è un Rally di fango e di pietra, duro e tecnico, ma è anche un salotto, elegante e raffinato. Con qualcosa di più e qualcosa di meno. Che poi è la stessa cosa: il cronometro. Non c’è, la classifica non c’è. Ed è quel qualcosa in più che “stacca” il Legend da tutti gli altri Rally di questo tipo. Se ce ne fossero altri, di questo tipo.
Ogni anno il “Legend” cambia area, non per cambiare aria ma per proporre una lato nuovo, o diverso, di quel Paradiso. Quest’anno la destinazione è il Sud Ovest della Sardegna. Da Arborea a Is Molas, il ritorno su una diversa direttrice, ed un anello finale attorno alla tranquilla ed operosa cittadina agricola. In totale oltre settecento chilometri in tre tappe. Dario “Willi” Del Vecchio e Valter Pinna, i tracciatori del Mondiale, si sono superati. Pinna è nato in questa area, ed è un prezioso depositario della sua storia, affascinante e fortemente legata all’antica tradizione mineraria. Di questa storia restano oggi tracce importanti, e le note del road book, come i capitoli di un’antologia, offrono ai partecipanti l’occasione di riscoprirle in un modo che è quanto meno originale. Le dune di Piscinas, Is Arenas, la campagna “precisina” di Arborea, le foreste di lecci e faggi ancora impenetrabili non ostante l’inverno incombente, le rovine degli impianti minerari, di interi villaggi di minatori e delle sontuose ville dei “capi”, ispirate ad architetture di altri luoghi ed altre culture. Ora, non dovete scambiare la manifestazione di Bike Village per un corso universitario, ma anche questo è un dato, un plus. I veri banchi di scuola sono, certamente, i terreni, la navigazione, la lunghezza delle tappe. Molti dei partecipanti sono “ripetenti”, si sono affezionati al “corso” del Legend Rally proprio perché non è mai lo stesso.
L'appuntamento più atteso: il ristoro
E come a scuola il lato ricreativo della faccenda è di non secondaria importanza. Gli ormai famosi Punti di Ristoro fanno parte dell’evento al pari dei controlli a timbro e di passaggio, degli orari di partenza e delle tabelle di marcia. Domenico e la sua “Band” portano in mezzo alla campagna sarda la tradizione gastronomica dell’Isola, e la sosta diventa irrinunciabile rito di passaggio della “corsa”. Il punto è segnato sul road book, e svela un altro angolo caratteristico del percorso, ma non c’è bisogno, in questo caso, di stare troppo attenti alle note. Basta, infatti, prendere per riferimento la colonna di fumo che si alza dal barbecue, visibile a distanza, e farsi guidare dai profumi quando si è nelle immediate vicinanze della “tregua”.
Al Punto di Ristoro si definisce il bilancio di metà tappa, in una specie di riordino… disordinato nel quale la carovana si divide idealmente in due gruppi di tendenza. Quelli che hanno il proprio orologio a scandire il tempo, nell’evocazione del cronometro, si fermano un attimo soltanto, ingurgitano in fretta e ripartono a manetta. Quelli che prendono la vita con un’altra filosofia si attardano, raddoppiano la porzione di bistecche e porceddu, triplicano quella del Cannonau e finisce che correggono il caffè con il FiluFerru. Quando ripartono la giornata è stabilmente assestata sul meglio della vita, ed il percorso che resta si allunga all’infinito, tra foto di gruppo, al paesaggio, alle “miserie” dei più sfortunati (al massimo una gomma bucata) per sostenere con “prove” inconfutabili gli aneddoti della sera in hotel.
Iconcorrenti
Tra i “concorrenti”, quasi tutti purissimi amatori, si celano ospiti che vengono dalla gloria motociclistica del fuoristrada che ha fatto storia. È un’altra tradizione del Legend. Quest’anno Cyril Neveu, alla seconda partecipazione e questa volta in sella ad una FreeRide messagli a disposizione dalla concessionaria di Zaira, Camelia Liparoti, Luca Manca al comando della pattuglia degli apripista. Attorno ai loro miti si scaldano le serate del Legend, e la grande famiglia si lega ancor di più ad un evento che diventa parte della propria storia. Renato Zocchi, il fondatore dei Rally in Sardegna, fa l“esperto” e guida un gruppo particolarmente affezionato, tra le cui file militano Vittorio e Ottavio Missoni, Osvaldo Armanni. La famiglia Rovelli schiera ben quattro componenti, Giuliano, Davide, Paolo e Edoardo. Non mancano appassionati storici come Claudio Martinelli, Luca Dal’Oca, gli “immancabili” Andrea Accordino, Giulio Lorenzetti, Massimo Giusti o Lorenzo Travagliani, romano ma sardo di adizione con una concessionaria ad Alghero. Tutti pezzi da novanta… fino a 105. Quasi tutti, ormai, conoscono bene l’Isola, anche quella magica del fuoristrada e del fuorirotta, ma ogni anno ritornano per aggiungere un nuovo tassello al mosaico della loro esperienza. Si fermano alle dune di Piscinas, resistono alla tentazione di abbandonare la pista principale e di infilarsi in quel territorio da favola ma vietatissimo, ammirano ancora una volta le fantastiche rovine delle città minerarie, lasciano da parte il road book e per qualche chilometro vanno a rivisitare un angolo di Sardegna a cui sono legati da trent’anni.
Come l’ideatore del Legend, Antonello Chiara, che sorveglia quasi a volo d’uccello il suo evento, a distanza, scorrendo piste già percorse centinaia di volte, eppure sempre allo stesso modo affascinanti. GianRenzo Bazzu, il “Socio”, è più operativo. Lo trovi alle partenze, a comprare il pesce freschissimo per la “ribotta” di fine Legend, sulla spiaggia dell’Horse Country, e ovunque ci sia una piccola emergenza o da correggere un dettaglio dell’organizzazione. Migliorare portando la manifestazione al limite del suo potenziale è importante. Solo così il bello diventa meglio. E poi il Legend è anche una piccola prova generale del Sardegna Rally Race che verrà. Bike Village, infatti, “prova” sui tracciati del Legend il Mondiale dell’anno successivo, e anche l’edizione di quest’anno non fa eccezione. Si parla di almeno due tappe favolose nel territorio del Sud Ovest, e i “Legendari” sono d’accordo perché hanno visto di che si tratta. Si parla anche di un maestoso bivacco di metà gara nello scenario della Dune di Piscinas, maestrale permettendo. Ed al Legend si parla spesso di fare il “grande salto”, per trasferire l’esperienza dell’evento amatoriale nella partecipazione al Mondiale. Il grande salto televisivo, invece, il Legend Rally lo fa con Roberto Parodi, che ha partecipato con una mitica BMW GS80 e che porterà l’evento nella nuova trasmissione di Canale 5, Riders Café.
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