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Merzouga Rally 2018. Trionfo di Joan Barreda nella “Mini-Dakar” in Marocco!

- L’ufficiale Honda si impone d’autorità e ottiene un risultato ben più evidente del responso crono. Banavides e Quintanilla sul podio, e a Botturi, poi “declassato”, la 4a Tappa, per il 13° posto del migliore degli italiani
Merzouga Rally 2018. Trionfo di Joan Barreda nella “Mini-Dakar” in Marocco!

Merzouga, Marocco, 20 Aprile 2018. Tutto risolto con una strategia micidiale da un Pilota implacabile. Joan Barreda piazza un doppio a fondo dalle conseguenze “irreparabili” nella prima e terza Tappa, distanzia la concorrenza sbigottita e modella il Merzouga Rally in quella che sarà la sua fisionomia definitiva.

Eppure non era il Rally-vacanza delle sue origini. C’era tutta la Meglio Gente, quella che ha ormai “svuotato” il concomitante Rally del Qatar per lasciarlo praticamente alle sole Auto, Piloti e Squadre ufficiali, e dune, navigazione, “anche “trialere” a volontà, tanto per dare al confronto lo spessore dell’Africa “vera”, dove i Rally sono sempre un gradino più sù. Tutto in cinque Tappe, quattro delle quali ad anello, più il bivacco “remoto” della quarta, la Marathon, e tutto attorno alle maestose dune di Merzouga e al “mitico” hotel Toumbouctou. 70 Moto, una diecina di Quad e una trentina di SSV, che stanno davvero esplodendo nel gradimento dei “dakariani”. Buona salute generale per il Rally inventato da Edo Mossi nel 2010, Helder Rodrigues vinse la prima edizione, passato ora sotto l’ala protettrice di ASO, l’Organizzatore della Dakar che non si decide ad annunciare il percorso dell’edizione 2019! Problemi?

C’è un po’ di KTM e Husqvarna, un po’ di Yamaha, Sherco e Hero, ma il confronto più atteso è quello in “famiglia” Honda tra il rientrante Barreda e l’”auto-ereditiere” Benavides. Lo spagnolo non è ancora al 100% (ma in casi come questi, Rally corto, basta e avanza), l’argentino come sempre scalpita, e vince subito il prologo. Come spesso accade, è un errore o non serve a niente. Nella circostanza, infatti, Barreda è addirittura sedicesimo, distante posizioni ma non troppo tempo indietro.

Joan Barreda
Joan Barreda

Joan “Bang Bang” scatena la sua furia nella prima Tappa, primo anello sulle dune di Merzouga. Prende il volo, non sbaglia nulla e con un ritmo irresistibile surclassa gli avversari. Caimi, Yamaha, è secondo a ben otto minuti, il Campione del Mondo Quintanilla, Husqvarna, a 11, Benavides a quasi tredici. Un abisso, è chiaro.

Inizia il tira e molla dei giochi di posizione. Benavides vince la seconda tappa, e Barreda, di nuovo “attentamente” indietro, restituisce otto minuti ma ne conserva tre di vantaggio. Nella terza Tappa il colpo di grazia. Come nella prima, Barreda ”stende” gli avversari con un KO da otto minuti a Quintanilla e nove a Benavides, va a dodici minuti di vantaggio nella generale assoluta e, di fatto, chiude il “match”.

C’è tempo solo per qualche piccolo colpo di scena. Nel finale della quarta Tappa, infatti, un errore di roadbook porta i Concorrenti fuori strada, e nel rientro concitato Barreda investe Quintanilla, che ne fa un “caso”. Salomonicamente, ASOnicamente, diremmo noi, la Tappa inizialmente vinta da Botturi viene interrotta al KM 224 del 241 previsti, e tutto torna nei binari con una nuova vittoria di Benavides, utile solo per il record.

Il finale del Rally è solo spettacolare, con la partenza in linea tipo Motocross, ma non incide sul risultato finale. Tanto è vero che Barreda non partecipa allo show tenendosi a debita distanza da ogni possibile rischio. Finale assoluta Barreda, poi Benavides, Quintanilla, Caimi e Brabec. Doppietta Honda, trionfo Barreda.

Pablo Quintanilla
Pablo Quintanilla

Bene Botturi, oltre al risultato della Tappa vinta (grande navigazione) e poi cancellato, e bene Gerini, che torna dall’Africa con un buon 18° posto.

Axel Dutrie vince la Gara dei Quad, e il solito brasiliano Bruno Varela quella dei Side by Side con un Can-Am (Camelia Liparoti è settima con un quattro ruote, e volante, Yamaha).

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