Mondiale Enduro, finale in Francia: quanti conti aperti!
Requista, 2 Ottobre. A suon di colpi di scena, di infortuni, di dominatori che scivolano su una buccia di banana e di “latenti” ormai dati per dispersi che si risvegliano riproponendo la propria candidatura, il Mondiale Enduro arriva al suo ultimo Gran Premio della stagione con ancora tutti i titoli da assegnare.
Ad alcuni manca una manciata scarsa di punti, ad altri farebbe comodo un miracolo, ma resta il fatto che poche stagioni da quando il Mondiale è organizzato da Alain Blanchard si sono rivelate così avvincenti e criptiche. A favore del grande clima di euforia e d’incertezza, che regala alla Francia e ai suoi appassionati il finale thriller degno di un derby Inter-Milan, la grande crescita generale dell’Enduro e, in particolare, dei suoi fuoriclasse.
A sfavore, la stessa crescita tecnica, che ha alzato asticelle e ostacoli, impegno e costi, velocità e pericoli. È il prezzo del progresso, il dazio da pagare alla crescita esponenziale delle performance dei piloti e delle moto, che peraltro ritorna al pubblico con lo spettacolo ormai di un altro mondo. E al pubblico di Requista, laggiù in fondo alla Francia, quasi sui Pirenei, con il piatto forte della stagione.
Il bello del bello è che quando così tante situazioni, leggi tutte le categorie che compongono il puzzle del Mondiale, restano aperte fino all’ultimo week end, vuol dire che alla vigilia dell’ultimo Gran Premio ci si può permettere di raddoppiare il numero dei campioni, anche in quei casi che sono quasi dei pro-forma. Se si è arrivati all’ultimo minuto, vuol dire che nessuna supremazia è mai stata così vistosa e, dall’altra parte, che l’orgoglio degli outsider vale oggi molto rispetto. Ecco come si presenta la situazione a due giornate dalla fine, questo fine settimana, 20 punti a giornata per il vincitore, 17 per il “perdente”.
Eero Remes e Christophe Nambotin si giocano nell’ultimo week end della stagione il titolo della E1. Non importa a questo punto rivangare il passato, “Nambot” bersagliato dagli infortuni, e da qualche errore, Remes esploso quando era dato ormai per finito da alcuni, e cresciuto a dismisura, quasi un tardivo recupero di statura, sul piano della competitività e della sicurezza. Importa che ora il “piccolo” Pilota Ufficiale TM è al comando, sette punti davanti al campione in carica e Ufficiale KTM. Al finlandese, in gran forma, è sufficiente arrivare due volte secondo alle spalle del francese due volte vincitore, e il titolo arriva in Casa TM.
A “Nambot”, che è passato in sala operatoria dopo il Belgio, al contrario servono le due vittorie per tenere il titolo a Mattighofen. Più il piccolo contributo di un tiratore franco, che non manca, oppure di un errore del leader attuale. Di due grandi campioni si tratta, l’errore è l’ultima delle cose che ci si può augurare, e lo spettacolo del duello all’ultimo… punto è assicurato.
Partito in ritardo per le conseguenze di infortuni vari Alex Salvini, fino al GP di Grecia il titolo della E2 era un affare quasi privato tra Antoine Meo (nella foto in apertura) e Pierre-Alexandre Renet. In Belgio Renet, campione del mondo in carica, si è fatto male uscendo di scena alla quarta speciale e dando addio ad ogni possibilità di contendere all’amico-avversario-cugino di marca quello che per Meo rappresenta il quinto successo iridato. A Meo, KTM, adesso, bastano tre punti per portarsi oltre il limite invalicabile da chiunque altro e aggiudicarsi il titolo della E2, vale a dire una discreta figura alla fine della giornata di sabato. Quello che può fare Salvini, Honda, secondo in campionato, è ritardare il ruolino di marcia di Meo, con una prova d’orgoglio che non sarebbe certo sorprendente e che sarebbe la migliore espressione del carattere del bolognese.
Nella E3 2015 Mathias Bellino, campione del mondo Junior 2012, è partito “libero” da convalescenze, in uno stato di forma olimpionica e con la lancetta delle buone intenzioni a fondo scala. Al contrario Matthew Phillips, campione del mondo Junior 2013 e campione del mondo E3 2014, è partito praticamente addormentato, e quando si è svegliato aveva le gote già gonfie.
Altro duello, sulla carta molto bello ma ora piuttosto improbabile visto che Bellino è avanti di 24 punti, che avrebbe messo i “cugini” Husqvarna-KTM al centro di un’arena da tutto esaurito. Al francese basta un sabato da leone, anche non troppo affamato, all’australiano serve un miracolo.
Junior e Women. Nella categoria EJ Giacomo Redondi si trova in una posizione del tutto simile a quella di Salvini, e a Jamie McCanney non dovrebbe sfuggire l’occasione di succedere al fratello Daniel. Nella EW la situazione è teoricamente aperta e a Laia Sanz potrebbero non bastare i punti del sabato per chiudere anzitempo la pratica. D’altra parte la fuoriclasse spagnola non ha mai perso un punto in tutto l’anno, e non c’è motivo perché lo faccia a sproposito proprio in chiusura di stagione.
Resta la Youth Cup. I giovanissimi dell’Enduro Mondiale sono quelli che affrontano la situazione più delicata e, di conseguenza, avvincente. Conti alla mano, e scarti contati, Mikael Persson, Yamaha, e Josep Garcia, Husqvarna, sono perfettamente appaiati. Allo svedese, che è stato assistito quest’anno dal team di Migliorati, mancano i punti del GP del Chile, allo spagnolo quelli della Grecia e della domenica belga. Bella guerra!
Ma non è finita. Che sia sabato o all’ultimo tuffo domenica, per almeno un paio di Protagonisti del Mondiale il Gran Premio finale di Francia è una specie di spartiacque. Meo e la Sanz, infatti, sono attesi domenica sera a Zagora, Marocco, per le verifiche del NPO Rally OiLibya del Marocco, al quale partecipa anche Pierre-Alexandre Renet. E così, con Meo e Renet che subordineranno il Mondiale alla nuova avventura, il grande finale dell’Enduro Mondiale diventa anche uno dei leit motiv dell’ultima prova del Campionato del Mondo Cross-Country Rally.