Rally dei Faraoni 2012. 3ª Tappa: Vittoria a Barreda. Guai al motore per Viladoms
Terza tappa da brividi… di caldo al Faraoni. Quasi a celebrazione della prima metà del Rally che va in archivio, ecco la più lunga, la più calda, la più difficile frazione della corsa. Ed anche quella segnata da alcuni colpi di scena importanti.
I concorrenti avevano da disputare la Tybnija-Abu Mingar, di ben 580 chilometri complessivi con una prova speciale unica di 430 KM. Nel “menù” la solita sarabanda di difficoltà. Piste veloci e dure, fuoripista al cap magnetico, cordoni di dune come sempre difficili da superare. Aggiungi due giorni di fatica già sulle spalle, e le temperature che continuano a salire man mano che si scende verso il tropico, ed il quadro generale diventa più chiaro. È un inferno. La novità di oggi, da aggiungere alle torture quotidiane, è l’estrema variabilità di consistenza della sabbia, che “tiene” nelle prime ore del mattino quando la temperatura è ancora “accettabile”, ma poi improvvisamente cede sotto il passaggio delle ruote artigliate delle astronavi del deserto. È un fenomeno quasi impossibile da valutare ad occhio, ed anche l’esperienza dei più bravi a volte non basta. Ne sa qualcosa il polacco Marek Dabrowski, uno dei “vecchi”, che è caduto rovinosamente subito dopo aver superato un cordone di dune.
Il duello tra Joan Bareda e Jordi Viladoms
L’evoluzione del duello tra Joan Bareda e Jordi Viladoms subisce una battuta d’arresto, forse definitiva. Il Pilota Bordone-Ferrari ha avuto un problema di motore alla sua KTM, ed è già buona fortuna che sia riuscito ad arrivare al bivacco, posizionato 80 chilometri circa a Sud di Farafra, in una piccola, torrida depressione sabbiosa. La moto di Viladoms ha cominciato a funzionare ad intermittenza poco oltre il chilometro 100 della Speciale, rallentando vistosamente l’avanzare del Pilota spagnolo che, in virtù del successo nella tappa del giorno precedente, aveva il delicato compito di occuparsi della navigazione e di aprire la pista. In questo modo Barreda, Przygonski, Ullevalseter e Viladoms sono arrivati al rifornimento praticamente insieme, separati da piccoli distacchi, ancora “gestibili” da quest’ultimo. Approfittando della sosta Viladoms ha cercato di risolvere il problema invisibile, supponendo che si trattasse di una panne di alimentazione da imputare a fattori minori. Ripartito con il pieno il catalano è partito all’attacco di nuovo. Pochi chilometri più avanti, invece, è successo tutto insieme. La moto ha ricominciato a “tossire” e Viladoms, distratto dal rinnovarsi del problema, è caduto pesantemente, danneggiando ulteriormente la sua KTM e procurandosi una forte contusione al torace. Quanto basta per tagliar corto e decidere cambiare drasticamente la “filosofia” di una giornata nata storta. Da quel momento l’obiettivo diventava raggiungere il bivacco, non importa con quando ritardo. Così Viladoms ha tirato i remi in barca ed ha amministrato la meccanica, riuscendo comunque a concludere, seppure con un ritardo vistoso, al sesto posto.
Il vincitore della terza tappa è ancora il taciturno, simpatico, vagamente sornione, giovane Joan Barreda, al secondo successo in questo Faraoni del trentennale e sempre più saldamente in testa alla classifica generale. Due minuti dopo Barreda ha tagliato il traguardo il suo compagno di Squadra, Paulo
Gonçalves, ed il fatto che il portoghese sia anche secondo in generale alle spalle di Barreda “denuncia” la supremazia delle Husqvarna in questo Rally. In effetti, la moto voluta da Volfgang Fisher e realizzata in Germania e Italia partendo dalla “storica”, ma anche discussa BMW monocilindrica da Enduro, ha fatto passi da gigante, e sembra aver finalmente colmato quel gap prestazionale che la separava dalla concorrenza. Gonçalves guida la “vecchia” moto della Dakar, Barreda l’ultima evoluzione, con un nuovo telaio, nuova disposizione dei pesi, una raffinata elettronica (che prevede l’utilizzo massivo della telemetria) e, soprattutto, un motore ora accreditato, ad occhio, di 50 cavalli abbondanti alla ruota. In soldoni, la Husqvarna è “visivamente” più veloce della KTM Rally, anche se va detto che in Egitto sono schierate solo moto standard. Le Husqvarna sono una spina nel fianco di Jordi Viladoms, che le ha trovate irresistibili sul veloce, ed è una bella pulce nell’orecchio in vista della Dakar 2013. Bella prospettiva generale: una nuova Husqvarna, la nuovissima ed inedita Honda, l’evoluta Yamaha e, naturalmente, la KTM che non sarà certo stata a dormire sugli allori.
Mondiale riaperto
Sulla base del risultato odierno, si riapre la caccia al secondo posto nel Mondiale, ormai assegnato dal Sardegna Rally Race a Marc Coma. Fino a ieri il candidato di diritto sembrava essere Jordi Viladoms, ma oggi la questione si riapre e vede coinvolti Gonçalves e polacco Jakub Przygonski, terzo sul traguardo di Abu Mingar ed in generale. Viladoms, visto lo svantaggio, potrebbe doversi rassegnare a combattere per il terzo posto. Big a parte, è bello ricordare che due “privatoni”, il boliviano Salvatierra e il nostro Toia, occupano la sesta e ottava posizione assoluta.
L'assistenza medica
Avevamo indiziato i medici quali responsabili di uno degli aspetti più delicati della gestione di un Rally, l’assistenza medica, annunciando che avremmo parlato del loro imponente dispositivo logistico. Oggi, per pura fatalità, ci è capitato di vederli all’opera, in “diretta”, in occasione dell’infortunio di Marek Dabrowski. Andiamo con ordine.
Il servizio medico del Faraoni è nato spontaneamente e contestualmente al Rally edizione Daniele Cotto. Oggi impiega dodici medici ed altrettanti infermieri, tutti con un orientamento professionale preciso: chirurgia, anestesia, ortopedia e pronto soccorso. Come dice Carlo Viglino, responsabile e direttore del Pharaons Medical Staff, in un rally non serve un pediatra e non serve, per esempio, un gerontologo. L’ospedale del Rally è la clinica mobile, un mezzo 6x6 attrezzato, che opera al bivacco con due medici, di cui un anestesista, e 3, 4 infermieri. Lungo il percorso di gara sono impiegate 5 vetture fuoristrada appositamente allestite, i cosiddetti “Tango”, con un medico ed un infermiere a bordo. Stesso equipaggio anche sull’Unimog, un camion fuoristrada leggero che svolge funzione di ambulanza e che resta al bivacco quando la clinica mobile si sposta verso il bivacco successivo.
Le cinque auto sono lanciate sul percorso della prova speciale ad intervalli regolari, in mezzo ai concorrenti, in modo da coprire uniformemente l’intero tracciato di gara. Infine, a disposizione del servizio medico, ci sono due elicotteri, sui quali volano due medici ed un infermiere. Quando il Rally si spingeva nell’estremo Ovest egiziano, a Siwa, all’oasi di Cleopatra era allertato e a disposizione un aereo militare, per l’eventuale trasporto dei feriti all’ospedale del Cairo. Infine nella Capitale egiziana, per coordinare e seguire i ricoverati fino al rimpatrio, staziona perennemente un altro medico. Quasi tutti gli specialisti dello Staff Medico provengono dall’area di Torino, e si tratta invariabilmente di appassionati che svolgono la loro funzione durante il Rally in regime di volontariato assoluto. Vuol dire che i medici al Faraoni sono in ferie, e non percepiscono una lira egiziana (che vale circa 15 centesimi, ma che basta per acquistare, per esempio, un litro di gasolio).
Stamani è successo così. Marek Dabrowski era circa al chilometro settanta, nel primo tratto di dune della lunghissima speciale. È caduto scendendo da una duna (stesso tipo di caduta di quella di Viladoms) quando la moto si è “inabissata” nella sabbia, e si è reso conto immediatamente di essersi fatto male
seriamente ai polsi. Ciò non ostante ha provato a risalire in moto, ma è tornato indietro finché non ha raggiunto un’auto stampa, la nostra. Marek è forte e coraggioso, e sfortunatamente si è fatto male altre volte, per lui l’auto-diagnosi è facile. Ha acceso la balise, il segnalatore di emergenza installato su tutte le moto del Rally. dopo un attimo si è sentita la voce Ives di TD Com, la società responsabile delle comunicazioni, che ha immediatamente rassicurato il Pilota. Abbiamo la tua posizione, elicottero e auto mediche sono già stati inviati sul posto. Sette minuti dopo è transitato l’elicottero, che non si è fermato. Panico. Ma no, un minuto dopo è arrivata anche l’auto con i medici. Riscontrata la probabile frattura di entrambi i polsi, Marek è stato “steccato” e medicato. Poi è stato definito il piano di evacuazione. L’elicottero, nel frattempo atterrato, ha fatto salire a bordo il ferito e l’ha trasportato al bivacco di Tybnija, dove l’attendevano i medici dell’Unimog. Adesso Dabrowski è all’ospedale americano del Cairo, e sembra che solo un polso sia fratturato. Le sue condizioni sono molto buone ed è accudito amorevolmente dal medico “stanziale”. Immaginate. Il Pilota si è infortunato in un punto X del deserto egiziano, e dopo dieci minuti la situazione era perfettamente sotto controllo.
La terza tappa era stata definita come la più lunga e difficile del Faraoni. Daniele Cotto giura che la quarta, un anello con partenza ed arrivo a Abu Mingar, 527 km con una speciale in due “tronconi”, rispettivamente di 215 e 248 KM, sarà la più bella dell’edizione 2012.
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Piero Batini