Motocross
Sei domande a Stefan Everts
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Sei domande a Stefan Everts
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Alla vigilia del Mantova Starcross 2006 l’evento d’apertura della stagione, che riunirà tutti gli assi delle classi MX 1 ed MX 2 in un unico confronto planetario, il belga annuncia i suoi programmi ed è pronto a contendere la vittoria all’aggressività di Sebastien Tortelli.
Montecarlo (Monaco), 15 gen. – Ultimo giorno di vacanza per Stefan Everts, che da domani (lunedì), sarà a Parma, presso il reparto corse del team Rinaldi per iniziare i test in vista del Mantova Starcross 2006. Gli abbiamo parlato al rientro dalla Spagna dove ha effettuato una settimana d’allenamenti presso la Motocross School del padre Harry Everts a Castellon. Il nove volte Campione del mondo si è detto pronto ad affrontare il debutto stagionale che l’11 e il 12 febbraio lo vedrà protagonista a Mantova per l’apertura della stagione Internazionale. Il pilota Yamaha avrà di fonte tutti gli assi della classe regina del motocross, a cominciare dal francese Sebastien Tortelli che rientra in Europa dopo sei anni da protagonista nel Supercross americano.
Per prima cosa come stai? come hai trascorso la pausa invernale? Sei già pronto fisicamente e psicologicamente per affrontare la nuova stagione?
«Ho passato un buon inverno. A novembre mi sono concesso un po’ di vacanza, ma già alla fine di quel mese mi sono proiettato nuovamente negli allenamenti. Ho lavorato duro a livello fisico gli l’interi novembre e dicembre, passando molto del mio tempo in Spagna dove collaboro all’attività della scuola di mio padre Harry. Ho lavorato sulla velocità usando prima la bici, poi la 250 2 tempi, solo nelle prime settimane dell’anno ho preso in mano la 450cc».
A Mantova hai vinto per ben 3 volte, gli ultimi due successi (2004 e 2005) sono stati il preludio di stagioni formidabili. Con quale spirito e con quali obiettivi affronti la gara di quest’anno?
«Beh... le mie motivazioni per il Mantova Starcross sono due, allenarmi e vincere. Si corre molto presto, a metà febbraio e nonostante ciò il clima agonistico è lo stesso di un GP, non si può prendere l’impegno alla leggera. E’ noto che Mantova è una delle mie piste preferite per il tipo di salti ed il fondo sabbioso, ma è anche vero che non sarò ancora al top della preparazione. Quest’anno ho deciso di partecipare a 5 appuntamenti premondiali, con caratteristiche differenti tra loro per fondo e stile di guida, Mantova è tra i più impegnativi test invernali».
L’11 febbraio per la prima volta in questa stagione troverai sulla tua strada Sebastien Tortelli, uno tra i pochi piloti che sono riusciti a batterti nella tua carriera, che effetto ti fa?
« I piloti veloci che gareggeranno per vincere a Mantova sono diversi, non solo Tortelli, ci sono anche Pichon, Coppins, Strijbos… Certo Sebastien manca dall’Europa da diversi anni, si è abituato al modo di correre americano, molto aggressivo … diverso, senza mai relax. Indubbiamente per me è un confronto molto interessante, per Mantova vedo bene però Coppins».
Hai già provato la nuova Yamaha YZF 450 col telaio in alluminio?
«Ho usato la moto nuova per due volte in Italia nel corso di due competizioni. Devo dire che e sono rimasto affascinato. Yamaha ha introdotto un concetto nuovo per il motocross, l’ingresso- uscita in curva avviene in maniera nettamente più facile ed enormemente più veloce, il nuovo motore consente di sfruttare ancora meglio le doti del telaio. E’ davvero un gran moto, non c’è che dire. Domani a Langhirano ricominceremo il lavoro».
Come vedresti l’assegnazione del Motocross delle Nazioni a Mantova per il futuro?
«A livello personale molto bene, perché è un circuito che mi è sempre piaciuto ed adatto alle mie caratteristiche, ci sono bei salti, il pubblico può seguire tutto comodamente come in uno stadio, l’organizzazione e il Motoclub Nuvolari sono professionali ed efficienti».
Il 3 dicembre scorso, in occasione dei FIM Awards hai annunciato che questo sarà il tuo ultimo anno da professionista. Hai già pensato a cosa farai dopo?
«Si è vero, questo sarà il mio ultimo anno da pilota. Ho qualche idea sul cosa fare dopo, ma non ancora precisa. Intanto voglio godermi quest’ultimo anno, momento per momento, mettercela tutta, gustarmi i risultati e le vittorie se verranno. Poi, vedremo… mi coinvolge molto e mi appassiona l’attività di scuola motocross di mio padre Harry, mentre Yamaha mi ha chiesto di continuare a collaborare con l’azienda. Ci penserò…una cosa è certa, rimarrò nel motorsport, sarebbe stupido buttare via quello che ho costruito in questi anni, ricominciando qualcos’altro da zero».
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