Jakub Przygonski vince la terza tappa dell’ADDC
La terza tappa dell’Abu Dhabi Desert Challenge propone ancora il piatto forte del menù caratteristico di questa fortunata classica del deserto. Un anello di sabbia con una speciale di 337 km, la più lunga di questa edizione, particolarmente impegnativa poiché si sviluppa interamente fuori pista. Un altro esame importante all’Università delle Dune degli Emirati. Le dune di questo deserto sono spesso altissime, a volte insidiosamente tagliate, ovvero offrono al pilota che le supera non l’atteso declivio ma un improvviso precipizio di sabbia. Anche la consistenza della sabbia non è come quella africana. Sembra più fine, ed il galleggiamento della moto, soprattutto con il caldo, diminuisce sensibilmente man mano che il sole si alza verso lo zenit martella. Sempre di più. A complicare le cose, non un solo metro di strada battuta o segnata: tutta la speciale è fuoripista.
Jakub Przygonski vincendo la terza tappa riscatta prontamente il suo lunedì sfortunato. Partito dalle retrovie, il polacco non ha avuto difficoltà a recuperare posizioni e a staccare il tempo. Al secondo posto Sebastian Husseini, il funambolico olandese di stanza negli Emirati che aveva vinto il Super Special Stage della giornata inaugurale, con un quad!
Al terzo posto, in un arrivo risoltosi virtualmente sul filo di lana, Marc Coma con la KTM 690 flangiata già vincitrice della Dakar, che porta altra acqua al mulino della sua leadership. Al bivacco di Tal Mureeb, dopo un oceano di dune, lo spagnolo può concedersi un meritato tuffo nella – incredibile! - piscina gonfiabile allestita dagli organizzatori!
Marc Coma, Pilota Ufficiale KTM 1 Forall Motorsport: «Oggi è stata dura! Non che i giorni passati non lo siano stati, o quelli che verranno non debbano esserlo (stiamo correndo un Rally di Campionato del Mondo!), ma la terza tappa, completamente fuoripista, si è rivelata più impegnativa del previsto. In questi casi, oltre alla tecnica di guida per mantenere un buon ritmo, è necessario regolare la concentrazione per restare in curva di sicurezza, senza mai abusare della sensazione di fiducia che ti danno gli spazi così aperti. Il gran caldo ha reso la sabbia molto molle, ed in queste condizioni la tenuta è limitata. Dopo una quarantina di piloti ho recuperato il gruppo di testa, partito prima di me. Per qualche chilometro abbiamo guidato tutti insieme poi, visto che nessuno si decideva, ho preferito aprire la pista ed allungare un poco per evitare le distrazioni del contatto diretto. Nel finale ho di nuovo rallentato per controlalre la situazione, ed ho visto che, alle mie spalle, nel gruppo non c’era più Francisco Lopez. Un problema, evidentemente. Mi spiace molto per lui, credevo che in questo Rally il mio avversario sarebbe stato Chaleco, e che ci saremmo divertiti dando vita ad una bella battaglia tra latini. Adesso devo vedermela con quello scatenato di Gaugain!».
Piero Batini