SBK 2015 Imola. Le pagelle del GP d'Italia
Quello di Imola è stato un round certamente molto importante per il mondiale Superbike 2015 ed i motivi di interesse sono stati davvero tanti. Dal rientro di Giugliano all’ennesima prova di forza di Rea, passando per il primo podio di Torres ed i problemi tecnici della Ducati e dell’Aprilia. Tre splendide giornate di sole, tanta gente sugli spalti (dichiarati 65.000 spettatori nei tre giorni di Superbike in Italia) e sulle colline che circondano una pista certamente affascinante, ma in alcuni punti ancora pericolosa.
Tutto lo spettacolo però si è concentrato nella prima gara, che dopo l’interruzione causata dalla caduta dello sfortunato Salom, si è tramutata in una gara sprint di soli sei giri. La seconda è stata completamente dominata da Rea, che da quando è alla guida della Ninja controlla le gare a suo piacimento, tanto da renderle a volte noiose.
Lo avevamo scritto già nella preview che sarebbe stata una lotta tra Kawasaki e Ducati e così è stato. Imola è una pista dove l’Aprilia non ha mai vinto, nemmeno ai tempi di Biaggi o di Melandri. Facile quindi prevedere che avrebbe fatto ancora più fatica quest’anno, con una RSV4 indebolita dai nuovi regolamenti. Ma a Noale non ci stanno ad arrivare dietro ed il Reparto Corse è al lavoro per riportare la moto italiana in cima alla classifica.
Guintoli ha dato una boccata d’ossigeno alla Honda, ma solo in gara uno perché nella seconda nessuna delle moto del team Pata è arrivata al traguardo, dando corpo alle voci che danno lo sponsor delle patatine in cerca di un team più competitivo per il 2015 (Yamaha?).
Badovini in tre round ha messo le briglie alla S 1000 RR in versione 2015 ed assieme al suo team ne sta tirando fuori il meglio. Sempre più in basso le Suzuki. La nuova elettronica Marelli sembra non riesca a fare il miracolo di ridare energia alle ormai vetuste GSX-R1000 e chi ne fa le spese è Alex Lowes, che con un’altra moto farebbe sicuramente meglio.
La MV ogni tanto emette bagliori di luce, ma a Imola i momenti bui hanno certamente prevalso.
Nel mondo parallelo delle Ducati private svetta ancora una volta quella del team Barni e di Tati Mercado, mentre il soldato Baiocco tiene alto il vessillo del team Althea. Momento decisamente no per Canepa, prima appiedato dal fallimento EBR e poi colpito da febbre e gastroenterite.
LE PAGELLE
Ecco i nostri voti ai protagonisti di Imola.
Jonathan Rea – voto 10
I numeri parlano per lui. Otto vittorie, due secondi posti e tre doppiette in dieci gare lo hanno portato ad accumulare 87 punti di vantaggio sul secondo. I primi della classe a volte diventano antipatici, ma dopo aver sofferto per anni alla guida della Honda, ora Johnny ha finalmente modo di sfogare tutto il suo talento con la Kawasaki e quindi lo applaudiamo, perché si merita la prima posizione in un campionato che il nordirlandese sta letteralmente dominando.
Davide Giugliano – voto 10
Dopo oltre tre mesi senza poter correre, conquista nell’ordine: una Superpole, un podio ed un quarto posto. Non sappiamo se la gioia per quanto ha fatto ad Imola superi o meno il rammarico per non averlo potuto avere in pista in questi tre mesi. Avrebbe potuto essere l’avversario più ostico per lo schiacciasassi della Kawasaki. Davide è cresciuto molto come pilota e con una Panigale più competitiva avrebbe dovuto rischiare di meno ed avrebbe vinto di più. Ma con i “se” ed i “ma” non si va da nessuna parte e quindi : bentornato Giugliano, questo campionato ha bisogno di te.
Tom Sykes – Voto 9
Non si può dire che non ce la stia mettendo tutta. Secondo in Superpole e secondo in entrambe le gare, attualmente non gli si può chiedere di più. Quando sembra che possa finalmente rompere il ghiaccio e tornare ad una vittoria che gli manca dal 13 Luglio dello scorso anno (Laguna Seca - gara 2) il suo cinico compagno di squadra gli rovina la festa. Quello visto a Imola è certamente il primo avversario di Rea e chissà che tra due settimane a casa sua a Donington non riesca finalmente a stargli davanti?
Chaz Davies – voto 7,5
Fine settimana amarissimo per il gallese della Ducati. I suoi tecnici stanno ancora cercando di capire cosa abbia ammutolito la sua Panigale R in gara uno mentre nella seconda una perdita d’olio gli ha imbrattato gli stivali e impedito di tenere i piedi sulle pedane. Quarto in Superpole, Chaz aveva dimostrato di poter agevolmente stare con Giugliano e le Kawasaki, ma la Dea bendata non è stata d’accordo. Anche per lui Donington arriva al momento giusto.
Jordi Torres – voto 7
Bravo e fortunato. Ci mette un po' per interpretare un tracciato senza dubbio tosto e per lui completamente nuovo. Poi passa dalla quattordicesima alla sesta posizione, appena dietro al suo più esperto compagno di squadra. In gara uno lotta con il cambio e alla fine perde e cade. Nella seconda, con un motore nuovo, sta per vincere un'altra medaglia di legno (quarto posto) quando la Panigale di Davies gli confeziona un bel regalo. Sul podio esulta e poi davanti ai microfoni dichiara che il terzo posto se lo meritavano Davies o Giugliano. Questo spagnolo ci sta sempre più simpatico.
Leon Haslam – voto 6,5
Imola non è la pista delle Aprilia. Lui lavora a testa bassa con il suo team, ma non riesce a trovare la formula magica per rendere competitiva la RSV4 sulla pista romagnola. In gara uno limita i danni ed è quarto, mentre nella seconda una brutta caduta lo toglie di mezzo. Una gran botta risoltasi per fortuna senza conseguenze. Mantiene la seconda posizione in classifica, in attesa di piste più favorevoli.
Ayrton Badovini – voto 7,5
Il dottorino è arrivato al capezzale di una S 1000 RR malaticcia e l’ha rimessa in forze. Un sesto ed un quinto posto, ma soprattutto grandi segnali di miglioramento per una moto ancora da sviluppare. Bravo lui e la sua squadra.
Leandro Mercado – voto 7
Il mix bergamasco-argentino formato dal team Barni e da Leandro Mercado sembra funzionare proprio bene. “Tati” non sbaglia un colpo e a Imola dopo aver centrato direttamente la Superpole 2, in gara raccoglie un settimo ed un ottavo posto. Assieme a Baiocco e a Rea il Campione Stock 1000 del 2014 è l’unico ad aver sempre centrato la zona punti.
Sylvain Guintoli – voto 6
Il carattere non manca a questo francese che dopo essersi laureato campione del mondo, si ritrova ora a lottare per un posto in Superpole 2. Quindicesimo in griglia, in gara Sylvain tira fuori le unghie e nella travagliata gara uno porta a casa un inaspettato quinto posto. Nella seconda scivola subito. Mamma Honda dove sei?
David Salom – voto 8
In realtà David non è giudicabile essendo caduto dopo dieci giri della prima manche, ma il voto glielo assegniamo per augurargli una pronta guarigione. Non si può dire che lo spagnolo sia fortunato, ma siamo certi che dopo aver superato i traumi derivanti dalla sua brutta caduta di Phillip Island, riuscirà a guarire presto anche da questa frattura e a tornare presto in pista.
Michel Fabrizio – voto 6
Tre giorni soli sono troppo pochi anche per chi, come Michel, ha del talento. Con una moto per lui completamente nuova e con la quale nemmeno Terol aveva fatto faville, Michel ha lavorato prima per togliersi di dosso la ruggine di un anno di inattività e poi per cercare un risultato che premiasse il suo impegno e quello della sua squadra. Decimo in gara uno, nella seconda avrebbe potuto portare a casa un buon risultato, senza un contatto piuttosto duro con Mercado che gli ha quasi strappato uno stivale.
Non può essere che un buon pilota come Rea (buono per i piazzamenti e qualche vittoria ma non per vincere un mondiale fino all'anno scorso) diventi improvvisamente "inarrestabile" e Sykes improvvisamente diventi l'eterno secondo quando gli va bene dopo che per ben 3 anni consecutivi si è giocato il mondiale (1 vinto nel 2013). Non me lo toglie nessuno dalla testa. Moto esteticamente uguali ma non meccanicamente.
Lamps!
Complimenti a Carlo Baldi