SBK 2018: le pagelle del GP del Qatar
Il campionato mondiale Superbike 2018 che si è concluso in Qatar non è stato certo dei più esaltanti. Una stagione che nella classe maggiore ha visto più bassi che alti, mentre è stata appassionante in tutte le altre categorie, ad iniziare dalla Supersport, che anche quest’anno ha deciso il suo campione solo all’ ultima gara. E’ una Superbike in trasformazione, caratterizzata dai tentativi della Dorna di renderla più spettacolare, puntualmente vanificati dal dominio assoluto di Jonathan Rea. Il pilota della Kawasaki ha ucciso anche questo campionato (come i tre precedenti) nell’arco di pochi round. Il tempo di adattare la sua Ninja alle nuove regole e il Cannibale ha ripreso a masticare i suoi avversari.
La trasformazione della Superbike proseguirà anche il prossimo anno, ed ha portato a molti ed importanti cambiamenti che hanno reso storico il round di Losail, essendo l’ultimo del 2018. In Qatar si è chiusa (per sempre?) l’era dei bicilindrici, in quanto persino la Ducati, che dei "due cilindri" ha sempre fatto la propria bandiera, si è arresa allo strapotere dei motori plurifrazionati. Se ne va la Panigale, la moto meno vincente tra i recenti bicilindrici della casa italiana: al suo posto la V4, che sono in molti a sperare possa essere l’arma giusta per combattere lo strapotere verde.
Se ne vanno anche Aprilia ed MV Agusta. La casa di Noale, impegnata solo in MotoGP, non ha trovato nessun acquirente per le sue RSV4, mentre quella di Schiranna ha deciso di impegnarsi solo in Moto2, con una moto che della storica azienda varesina avrà solo l’adesivo sulla carena. Pochi rimpianti per la F4, molti per la RSV4, un gioiello che ha dominato la scena per alcuni anni ed ha portato in Italia tre titoli mondiali.
E’ stata anche l’ultima volta di Tom Sykes sulla ZX-10RR e di Xavi Forés con il team Barni racing. L’inglese lascia una moto che ha saputo sviluppare e portare ad un titolo mondiale, prima dell’arrivo del ciclone Rea. Quello tra lo spagnolo e la squadra italiana è un addio tra le lacrime, in quanto nessuno dei due avrebbe voluto avvenisse, ma entrambi si devono piegare ad una decisione che è stata presa sopra le loro teste.
Per quanto riguarda i team, quella di venerdì è stata l’ultima gara del team Althea con la BMW, che divorzia dalla squadra italiana per convolare a nuove nozze con il team SMR (ex Milwaukee). In attesa di capire come e quanto la Casa bavarese intenda investire in Superbike, il team di Bevilacqua torna al passato, ma ancora non si sa se con la Ducati, Casa che Checa portò al titolo mondiale nel 2011, o con la Honda, moto con la quale il marchio Althea debuttò in Superbike nel 2008.
In attesa di scoprire insieme quali sorprese ci riserverà il mercato piloti, ecco i nostri giudizi sui piloti che sono stati protagonisti a Losail.
Jonathan Rea – Voto 10 – Cade appena entrato in pista (dopo tre giri) e perde un intero turno di prove, ma nelle difficoltà Johnny si esalta (vero Dorna?), ed il giorno dopo lui e la sua Ninja sono nuovamente due macchine da guerra, sfiorano la Superpole e dominano Gara-1. Nonostante la sua proverbiale rabbia agonistica e la sua voglia di acquisire nuovi record, Johnny decide assieme ai suoi colleghi di non correre Gara -2 su di una pista attraversata da corsi d’acqua. Safety first.
Tom Sykes – voto 9,5 – Nel dare i voti cerco sempre di essere imparziale, ma questa volta non ce la faccio. A Sykes non si può non voler bene. E’ un bravo ragazzo, sempre genuino, a volte ai limiti dell’ingenuità. Per lui lasciare la Kawasaki ed i ragazzi con i quali ha lavorato per nove anni, proprio in un periodo difficile anche dal punto di vista personale, è stato un vero trauma. A Losail Tom ha voluto con tutte le sue forze aggiudicarsi la Superpole, e in gara ha cercato sin che ha potuto di stare vicino al Cannibale. Di più non poteva fare per salutare e ringraziare la sua squadra.
Alex Lowes – voto 8 – Il suo rendimento è costellato di alti e bassi. A Losail l’inglese della Yamaha era in stato di grazia, e lo si è visto già nelle cronometrate: terzo in Superpole e terzo in gara, dopo aver piegato un pilota esperto come Laverty. Chiude una stagione altalenante con un’ottima prestazione, ma in campionato è l’ultimo degli ufficiali.
Eugene Laverty – voto 7,5 – Che sia uno dei migliori piloti della Superbike non si discute, e lo dimostra il fatto che in questo finale di campionato è riuscito a portare in alto persino la RSV4. Perde il duello con Lowes, ma meglio quarto che in terra. Spero resti in Superbike, anche se poteva svegliarsi prima, senza aspettare di essere appiedato dalla sua squadra.
Marco Melandri – voto 6,5 – In un weekend difficile per le Ducati, il ravennate alla fine è il meno peggio. Vista la mala parata, Marco si adegua e fa quello che può sia in prova che in gara. Negli ultimi due giri è più attento (e scaltro) di Forés e conquista il quinto posto. Certo avrebbe voluto chiudere meglio la sua avventura con il team Aruba Ducati, ma Losail non era la pista giusta per farlo.
Loris Baz – voto 7 – L’ultima volta che aveva corso in Qatar aveva fatto un bel casino…..Questa volta invece dà spettacolo negli ultimi giri, quando si mette dietro a spallate gente come Davies e VdMark. Non è il talento che gli manca.
Leon Camier – voto 4 – Resta uno dei miei piloti preferiti per quanto ha fatto in passato e per la sua grande professionalità, ma in Qatar cade mentre va piano. E questo dice tutto.
Xavi Forés – voto 7 – Per tutto il weekend è stato lui il primo delle Ducati, ma è stato tradito dai segnalatori che hanno esposto la scritta “last lap” all’inizio del penultimo passaggio. Tagliato quello che per lui era il traguardo, Xavi ha chiuso il gas e quando ha capito e lo ha riaperto ormai era ormai troppo tardi. “Doveva accorgersi che non era stata sventolata la bandiera a scacchi” ha affermato chi secondo me in moto non c’è mai salito. Peccato, perché il quinto posto Xavi se lo meritava tutto. Sino ad ora è stato il miglior pilota che il team Barni abbia mai avuto in Superbike, e gli ha anche portato il titolo di miglior squadra privata. Mi sembra giusto che lo abbiamo mandato via...
Chaz Davies – voto 5 – L’alibi della spalla non regge più. A Losail il gallese ha tirato i remi in barca e si è arreso ai limiti della sua Panigale. Moto che non rimpiangerà di certo.
Nella mia testa (un sogno, più che un idea) avrei visto la SBK come vera alternativa alla MotoGp con una DORNA impegnata a far accedere alla competizione i marchi non impegnati nei prototipi, come del resto fa Kawasaki. Se la SBK avesse visto imepegnate case come BMW, MV e Triumph l'interesse sarebbe stato superiore, rispetto a vedere un campionato "di scarto" dove Ducati e Yamaha sono impegnate così così, dove Aprilia si nasconde, BMW fa curucù, Suzuki ci fa buh ed Honda fa pupù...
Poi ci si stupisce perchè manchi interesse
Rimane Kawasaki troppo scarsa per la MotoGP come ha dimostrato in passato, in un campionato di ciechi il monocolo vince!
Rea? chiaramente vedi sopra se davvero fosse il campione che alcuni pensano lo avrebbero preso in Ducati MotoGP o altri top team dove possono permettersi ingaggi milionari: qui nella categoria superpippo con spalti semivuoti e 4 morti di sonno (come me)come tifosi o ex-tifosi fà proprio ridere. Di peggio gli rimangono le corse in salita con prmiazione alla sagra della trippa.
Peccato era uno spettacolo.
Aprilia ha fatto una scelta discutibile ma di mercato, qui zero pubblicità.