SBK. Sykes davanti a Giugliano nei test di Jerez
Si sono conclusi a Jerez de la Fronteira in Spagna i due giorni di test che hanno visto impegnati alcuni dei team più importanti del mondiale Superbike 2016. Sono state le ultime prove europee in quanto la prossima volta che le Superbike scenderanno in pista sarà a Phillip Island in Australia il 22 e 23 febbraio, in occasione dei test ufficiali che precedono il primo weekend di gare (26,27 e 28 Febbraio). La nebbia ho disturbato solo le prime ore di prove e ritardato la prima sessione di una decina di minuti, ma nel complesso il meteo è stato clemente ed ha permesso a team e piloti di lavorare secondo i programmi che si erano prefissati.
Come sempre accade quando si tratta di sessioni di prove i risultati della due giorni andalusa vanno interpretati e presi un poco con le molle. Non stupisce la prima posizione finale di Tom Sykes, che aveva concluso in testa anche la prima giornata. L’inglese della Kawasaki, notoriamente molto veloce con le gomme da tempo, si è voluto togliere lo sfizio di chiudere in testa queste prove e di precedere di quasi un secondo il suo compagno di squadra ed avversario principe, Jonathan Rea. Il campione del mondo è solo settimo ma è stato l’unico a concentrarsi sino alla fine sul lavoro di messa a punto della propria Ninja, senza montare le gomme morbide e senza curarsi del tempo sul giro. Johnny ha preferito sfruttare i test di Jerez per proseguire nello sviluppo della sua moto ed i frutti di questo impegno si vedranno certamente già in Australia. Poco fumo e tanto arrosto insomma per un concreto Rea.
Buone le notizie che arrivano dal box Ducati. I due piloti delle rosse di Borgo Panigale, Davide Giugliano e Chaz Davies, hanno chiuso rispettivamente al secondo ed al terzo posto, distanziati di soli 123 e 186 millesimi dal leader della Kawasaki. A parte le buone posizioni nella classifica dei tempi, che lasciano un po il tempo che trovano, in Ducati si festeggia soprattutto il ritorno di Giugliano, che sembra essersi ormai completamente ripreso dal brutto infortunio di Laguna Seca e dalla conseguente lunghissima convalescenza. Davide, che può contare su un super team composto anche da Aligi Deganello e Paolo Biasio (entrambi ex Aprilia), è apparso in ottima forma e pronto ad affrontare al meglio una stagione per lui decisiva.
«Sono molto contento – ha dichiarato il pilota italiano - Fin dal primo giorno la mia squadra è riuscita gradualmente a cucirmi la moto addosso e mi ha consentito di fare un passo avanti importante rispetto ai precedenti test di Portimão. Abbiamo lavorato molto con le gomme usate per risolvere alcuni problemi che in passato ci avevano limitato. Era importante adottare questo approccio. Tornare ai miei abituali livelli dopo una lunga pausa e dopo pochi giorni di prove mi rende molto fiducioso».
Chaz Davies ha proseguito nello sviluppo della Panigale in versione 2016 e così come Giugliano si è concentrato sulla ciclistica e sulla parte elettronica.
«In questi test abbiamo potuto concentrarci su molte piccole rifiniture, sia in termini di ciclistica che di elettronica – ha confermato Davies - Il feeling con la Panigale 2016 è già molto buono e rispetto ai test svolti sempre qui a Jerez lo scorso novembre, abbiamo fatto grandi progressi. Sono riuscito a chiudere molto vicino ai primi con la gomma da tempo, cosa che mi era sempre risultata difficile. Con le coperture da gara invece siamo stati i più veloci. Vado a casa stanco, ma anche molto soddisfatto».
Restando in ambito Ducati, da rilevare l’ottima performance di Xavi Fores che ha ottenuto la sesta posizione assoluta, a poco più di otto decimi dal leader Sykes. Quella di Jerez è una delle sue piste preferite ma per Xavi, che ha già accumulato molta esperienza in passato sulla Panigale, il debutto sulla bicilindrica del team Barni Racing è stato senza dubbio molto positivo e fa ben sperare per il primo round del mondiale.
Work in progress in casa Yamaha e non potrebbe essere diversamente visto che moto e team hanno all’attivo pochi test e pochi chilometri. Sylvain Guintoli ed Alex Lowes chiudono la classifica dei tempi all’ottavo e al nono posto. Nonostante Lowes fosse al rientro dopo l’infortunio alla spalla patito nelle prove di novembre, e non abbia quindi potuto spingere forte come avrebbe voluto, Guintoli lo precede di soli tre decimi, segno che al momento questo è il potenziale della R1, in attesa che lo sviluppo della quattro cilindri di Iwata prosegua ed arrivi a sfruttare tutto il potenziale di questa nuova moto. Pur montando le gomme da tempo, Guintoli si è fermato ad oltre un secondo da Sykes, mentre Lowes cede quasi un secondo e mezzo al suo connazionale. Come dicevamo stiamo parlando solo di prove, ma risulta chiaro che il lavoro che attende i piloti ed i tecnici del team Crescent Yamaha sia ancora tanto.
A Jerez i due piloti hanno potuto valutare una serie di nuove impostazioni e di soluzioni che hanno riguardato il forcellone, le sospensioni, le specifiche del motore e l'elettronica.
«E 'andata bene - ha commentato Guintoli - Abbiamo completato tutto il lavoro che volevamo svolgere. Ci siamo concentrati su varie cose ad iniziare dal nuovo forcellone e da diverse strategie per il freno motore e per il controllo di trazione. Ora abbiamo molti più dati sulla nostra YZF-R1 e dobbiamo proseguire su questa strada ad iniziare dai prossimi test in Australia».
«Abbiamo ancora molto da fare – ha affermato un realista Alex Lowes - ma sono stati due giorni positivi, nei quali abbiamo lavorato molto un po su tutto, cercando di ottenere il maggior numero possibile di informazioni sulla nostra YZF-R1 e di capire come sfruttare tutta la potenza del suo motore. La spalla è guarita, ma non sono ancora al 100% ed ho qualche limite nella guida. Non ho potuto spingere troppo, ma mi sono comunque divertito e spero di migliorare ancora prima delle gare di Phillip Island».
Stupiscono, ma sino ad un certo punto, i risultati dei piloti Honda Nicky Hayden e Michael Vd Mark che hanno ottenuto la quarta e quinta posizione rispettivamente, a soli sei decimi da Sykes. Che la Honda fosse migliorata lo si era già visto nel finale del 2015 e ora che il tem Ten Kate può contare anche sull’ex campione del mondo MotoGP, la situazione non può che migliorare ulteriormente. A Jerez i due hanno testato alcuni importanti aggiornamenti del motore e Hayden ha portato a termine un numero impressionante di giri : ben 159. L’americano ed il giovane olandese hanno potuto mettere alla prova un nuovo forcellone e nuovi dispositivi per migliorare la frenata e l'accelerazione. Nel secondo giorno Nicky è stato anche autore di un’innocua scivolata, che gli ha solo fatto perdere del tempo. Il suo compagno di squadra era reduce da un operazione (tenosinovite) al polso destro, ma è apparso già in piena forma. Michael ha percorso la bellezza di 156 giri e si è dimostrato veloce anche con le gomme da qualifica.
«L’ultima giornata di prove non è certamente stata la giornata perfetta – questo il parere di Hayden - perché la nebbia ci è costata un paio di ore la mattina, e di conseguenza abbiamo dovuto concentrare tutto il lavoro in un breve lasso di tempo. E' un peccato, perché abbiamo ancora alcune cose da provare. Sono stato in grado di fare anche una simulazione di gara ed usare le gomme da qualifica. Il mio tempo sul giro non è stato malaccio e c'è ancora del margine di miglioramento. La stagione invernale è passata velocemente ed il clima non ci ha aiutato molto, ma ora pensiamo a Phillip Island. Non vedo l'ora di correre in Australia e di divertirmi un po».
«L’ultimo giorno abbiamo iniziato più tardi a causa della nebbia – ha affermato Vd Mark - ma una volta scesi in pista abbiamo provato molte cose, lavorando principalmente sulle geometrie della moto. Abbiamo avuto qualche difficoltà nella scelta delle gomme giuste per queste temperature, ma alla fine le abbiamo trovate. Abbiamo provato un paio di cose su di un altro forcellone, oltre a diverse regolazioni. Ogni cambiamento ha comportato dei piccoli passi in avanti ed alla fine la moto era migliorata molto, specialmente al posteriore dove abbiamo trovato un poco più di grip, che è esattamente quello che stavamo cercando. Con le gomme da gara ho limato mezzo secondo, mentre so che avrei potuto sfruttare meglio quelle da qualifica. Nel complesso comunque sono molto contento di come sono andati questi test».
Decimo tempo per Josh Brookes e la sua BMW, mentre il suo compagno di squadra karel Abraham, al debutto alla guida di una Superbike, ha chiuso tredicesimo. Subito dietro a Brookes si è classificato Camier con la sua MV, ad oltre due decimi dalla vetta. I programmi del team MV quest’anno sono molto ambiziosi e speriamo che i risultati li confermino.
In pista a Jerez anche il team Pedercini con Sylvain Barrier e Al Sulaiti. Il francese ha fatto segnare il quindicesimo tempo a poco meno di tre secondi da Sykes, mentre il pilota arabo si è limitato a prendere le misure alla sua nuova Kawasaki, accusando uno svantaggio di oltre cinque secondi.
Tra i piloti Supersport il più veloce è stato il campione del mondo Kenan Sofuoglu, seguito dal suo nuovo compagno di squadra Randy Krummenacher e dai due piloti MV Zanetti e Cluzel. Quest’ultimo ancora non al meglio, dopo il grave infortunio patito proprio a Jerez nel penultimo round del campionato SS 2015.
Leandro Tati Mercado è stato il primo dei piloti Stock 1000, precedendo un ottimo Michael Ruben Rinaldi, al debutto in questa categoria, ed i piloti di Pedercini i francesi Guarnoni e Ponsson.
Erano presenti in pista anche James Ellison, Peter Hickman e Leon Haslam, per prepararsi al prossimo campionato British Superbike. Ellison ha fatto segnare il dodicesimo tempo mentre Hickman (vincitore dell’ultima edizione del GP di Macao) ha chiuso con il diciottesimo. Non si conoscono invece i tempi di Haslam, in quanto Leon non ha utilizzato trasponder.
Classifica finale dei tempi dei test di Jerez - 26 e 27 Gennaio
1 Tom SYKES - GBR - KAWASAKI RACING - 1:39.924
2 Davide GIUGLIANO - ITA - DUCATI ARUBA - 1:40.047
3 Chaz DAVIES - GBR - DUCATI ARUBA - 1:40.110
4 Nicky HAYDEN - USA - HONDA TEN KATE - 1:40.534
5 Michael VD MARK - NED - HONDA TEN KATE - 1:40.601
6 Xavi FORES - ESP - BARNI RACING - 1:40.761
7 Jonathan REA - GBR - KAWASAKI RACING - 1:40.856
8 Sylvain GUINTOLI - FRA - PATA YAMAHA - 1:41.018
9 Alex LOWES - GBR - PATA YAMAHA - 1:41.361
10 Josh BROOKES - AUS - SMR BMW - 1:41.826
11 Leon CAMIER - GBR - MV AGUSTA - 1:42.182
12 James ELLISON - GBR - Gbmoto RACING KAWASAKI - 1:42.442
13 Karel ABRAHAM - CZE - SMR BMW - 1:42.628
14 Tati MERCADO - ARG - DUCATI ARUBA - 1:42.641
15 Sylvain BARRIER - FRA - TEAM PEDERCINI KAWASAKI - 1:42.886
16 Mike RINALDI - ITA - DUCATI ARUBA - 1:42.969
17 Kenan SOFUOGLU - TUR - TEAM PUCCETTI KAWASAKI - 1:43.091
18 Peter HICKMAN - GBR - Gbmoto RACING KAWASAKI - 1:43.420
19 Randy KRUMMENACHER - SWI - TEAM PUCCETTI KAWASAKI - 1:43.582
20 Jeremy GUARNONI – FRA - TEAM PEDERCINI KAWASAKI - 1:44.044
21 Lorenzo ZANETTI - ITA - MV AGUSTA - 1:44.278
22 Jules CLUZEL - FRA - MV AGUSTA 1:44.802
23 Ilya MIHALCHICK - UKR - DS JUNIOR TEAM KAWASAKI - 1:44.938
24 Christophe PONSSON - FRA - TEAM PEDERCINI KAWASAKI - 1:44.993
25 Saeed AL SULAITI - QAT - TEAM PEDERCINI KAWASAKI - 1:45.007
26 Zulfahmi KHAIRUDDIN - MAL - ORELAC RACING KAWASAKI - 1:45.637
27 Nacho CALERO - ESP - ORELAC RACING KAWASAKI - 1:46.309
Al Polimi ho avuto la fortuna di incontrare, conoscere e analizzare i software di calcolo utilizzati da Ducati Corse nella progettazione. Già ai miei tempi utilizzavano un metodo avanzatissimo di FEM con implementate anche le condizioni al contorno termiche per valutare direttamente in fase di calcolo gli sforzi termici aggiuntivi a quelli dinamici (cioè derivanti da forze), in condizioni statiche e dinamiche.
Detto questo, se in Ducati hanno ritenuto la soluzione del motore stressato/forcellone monobraccio fosse la soluzione migliore per la loro configurazione generale di progetto vi assicuro che prima sono state valutate attentamente altre strade, valutate e calcolate. Poi se vogliamo dire che un forcellone a due bracci è di default più rigido di uno monobraccio...beh...non saprei cosa dire, sinceramente...vi invito solo ad osservare che i forcelloni delle motoGP sono sempre più scavati e meno rigidi, tutt'altro che robusti.