Superbike

Superbike, Camier si ritira. E prende la guida del team HRC

- Il pilota britannico si ferma per i ben noti problemi fisici. Sostituirà Coulon come team manager della squadra ufficiale Honda
Superbike, Camier si ritira. E prende la guida del team HRC

Finisce la carriera di pilota per Leon Camier, inizia quella di Team Manager. Il pilota inglese, provato dagli infortuni alla spalla sinistra - un primo incidente in qualifica a Imola, nel 2019, e poi ad Aragon nei test precampionato con tanto di successivo intervento chirurgico - ha deciso di dire basta dopo un ultimo tentativo in sella alla Ducati del team Barni alla vigilia del Mondiale 2020. Troppo profondi i danni ai legamenti della spalla sinistra perché Leon potesse tornare in sella, tanto che il ritiro - si può dire - era ormai atteso.

Decisamente meno prevedibile invece il suo ingaggio da parte di Honda, soprattutto così a ridosso dei primi test del 2021 a Jerez de la Frontera che inizieranno domani: con uno stringato comunicato, HRC ne comunica l'inserimento nel team ufficiale nel ruolo di team manager al posto dello spagnolo Jaime Coulon. Una mossa che dà la misura della determinazione di Honda, evidentemente delusa dai risultati 2020: prima del via del Mondiale, in occasione della presentazione della versione stradale della Fireblade, nessuno ha nascosto obiettivi ben più ambiziosi. Anzi, qualcuno dei piloti si era lasciato scappare addirittura un numero di vittorie ritenuto possibile...

La carriera di Camier

Un esordio fra le due tempi e poi praticamente tutta in Superbike: la carriera di Leon Camier lo ha portato in sella a quasi tutte le moto del Mondiale. Dopo l'esordio in Gran Bretagna sulla 125, dove vince il titolo nel 2001, Camier passa rapidamente al mondiale, sempre nella ottavo di litro. I risultati non vengono, e Leon si sviluppa in fretta: è troppo alto per i prototipi, torna in patria e si dedica prima alla Supersport e poi alla Superbike, entrando nell'orbita Honda e partecipando con la CBR anche a diverse edizioni della 8 ore di Suzuka.

Dopo qualche intermezzo con Ducati e Yamaha, arriva al Mondiale in sella all'Aprilia, debuttando nel 2010 come compagno di squadra di Biaggi sulla RSV4. Due anni con la Suzuki, nel 2012 e 2013, poi sale sulla BMW, fa una wild card con la Honda in MotoGP, e poi trova casa per ben quattro stagioni con la MV Agusta, dove è l'unico a far volare una moto ormai obsoleta come la F4.

Nel 2018 torna alla Honda, in squadra con Jake Gagne, ma il già citato infortunio è l'inizio della fine della sua carriera. Che si chiude purtroppo con sette podi e nessuna vittoria: avrebbe potuto raccogliere molto di più, ma la sella giusta non è mai arrivata. Ora lo attende una sfida altrettanto difficile...

  • antonello0308
    antonello0308, Torre Annunziata (NA)

    Non vedo con quali basi possa guidare una storica Casa che quest'anno punta al mondiale. In bocca al lupo.
  • alec_leamas
    alec_leamas, Genova (GE)

    La sella giusta magari il buon Camier l'aveva anche, la RSV4 del "dopo Biaggi", anche se ormai a fine sviluppo, era ancora la moto migliore del lotto: forse in Aprilina non hanno creduto abbastanza in lui.
    Allarmante comunque che Honda cambi in corso il team manager a pochi giorni dall'avvio della stagione, buttando per di più nella mischia un neo ex-pilota appena ritiratosi ufficialmente, non solo con nessuna esperienza da team manager, ma le cui doti di manager sono tutte da scoprire.
    Partire da zero e trovarsi a capo del box Honda non sarà facile, per di più nelle attuali condizioni di sviluppo tecnico e sportivo della moto e della squadra, reduce da annate assai travagliate e avare di risultati.
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