ADVENTURE

Adventure in Umbria da inviato di Moto.it! Ecco com'è andata all'Umbria Gran Tour - Waypoint Trophy [VIDEO]

- Insieme a Renato Zocchi di Adventure Riding abbiamo dato la possibilità a un nostro lettore di partecipare all'attesissimo Umbria Gran Tour - Waypoint Trophy. Tra emozioni, bellissimi paesaggi e sfide di navigazione ecco com'è andata l'esperienza di Antonio Ribezzo

Di Antonio Ribezzo

Immaginate di svegliarvi una mattina di febbraio, aprire Instagram e vedere che Moto.it ha lanciato un'iniziativa per consentire a noi lettori di partecipare a un evento di Adventouring. Immaginate ora che quella testata sia la stessa che da bambini avete sempre seguito sognando, attraverso le loro parole, di guidare le moto che avevi impostato come sfondo del desktop del computer. Immaginate, ancora, che quella stessa rivista vi stia per dare l’opportunità di essere una loro voce, per due intensi giorni di Adventure, in Umbria. E poi questo è il mio sogno, quello di Antonio, del bambino ormai cresciuto, che quegli "ammassi di ferro e plastica" li ama alla follia, che sogna di andare sempre più lontano, possibilmente tra sassi e fango.

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L’evento di Adventouring in questione è “Umbria Gran Tour”, organizzato da Renato Zocchi di Adventure Riding. Nel corso del 2024 hanno dato vita ad un nuovo ed incredibile format: WAY POINT TROPHY. Una sorta di rally amatoriale in cui è stata eliminata la componente tempo, dando spazio solo ed esclusivamente alle capacità di orientamento. Togliere il fattore tempo è stato fondamentale per passare due giorni di divertimento tra amici e chiacchiere in totale sicurezza, lasciando comunque il brio della competizione.

All’inizio di ogni tappa (una al giorno) l’organizzazione invia la traccia del percorso. La particolarità della competizione sta nel fatto che, ad un certo punto, la traccia si interrompe, per poi riprendere successivamente. Nel “buco” che si viene a creare (sono quattro o cinque) inizia la prova speciale. Il partecipante deve ricostruire il percorso passando attraverso dei way point che gli organizzatori hanno inserito tramite gps. Qualche volta, grazie ad una buona cartografia, si riesce a raggiungere i punti in modo semplice, ma quando sulla mappa tutte le strade spariscono, il gioco si fa interessante.

Per non prendere alcuna penalità bisogna attraversare tutti i way point in ordine numerico e tenere quanto più basso possibile, se non nullo, il gap chilometrico con il tracciato creato dall’organizzazione.

Stupefacente è la professionalità dell’organizzazione. I partecipanti sono sempre muniti di tracker gps che istantaneamente rileva la posizione e, di conseguenza, fa movimentare i soccorsi in caso di necessità.

Nel mio caso ho sfruttato questo servizio alla grande, dato che nella parte finale della prima tappa mi sono accorto che mi stavo dirigendo verso il penultimo way point, avendo beatamente saltato il precedente. Nella decisione di tornare indietro, mi sono imbattuto con la mia Yamaha XT 1200 ZE Super Ténéré in un single track fangoso con una pendenza di tutto rispetto, completamente al di fuori della traccia. Mentre ringraziavo il fungaiolo che mi ha aiutato a tirare via la moto dal fango, vedo sgattaiolare i due “Marchi” dello staff. Da lìa poco, ci saremmo trovati alla prima stazione di servizio a dividere la birra come se ci conoscessimo da una vita.

Svolgere attività del genere con la sicurezza che non sei mai solo, che le strade e i percorsi sono già stati valutati da professionisti e che sei in compagnia di tanti appassionati, rende il tutto molto più divertente. Io sono arrivato 25esimo su 28 partecipanti e mi sono diverito.

Da rifare!

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