I racconti dei lettori: l'odore del viaggio
Credo fortemente che quello che caratterizzi ogni grande viaggio sia il suo odore. La fatica, la stanchezza nelle ossa dopo tanti chiometri consecutivi. Credo che la meraviglia sia il vero motore dello stesso viaggio.
Due pensieri opposti penserete, vero? No, penso che siano le due facce di un vero motoviaggiatore.
Non sarò qui a raccontarvi di strade, di passi di montagna né tantomeno di percorsi sterrati mozzafiato.
Vi porterò con me, se lo vorrete, alla scoperta dell’essenza della via intrapresa: la curiosità di conoscere il diverso. Di aprirsi all’altro in quanto speciale.
Nel nostro viaggio abbiamo incontrato persone meravigliose: chi ci offriva una tazza di thè al distributore di benzina, chi semplicemente sorrideva vedendomi togliere il casco o chi chiedeva una foto perché arrivavamo da lontano.
Ma poi cos’è davvero lontano per un motociclista? Dietro la curva della Rose Valley in Kapadokya, sulla cima del Monte Olimpo a 2918 metri, tra le Meteore nella Valle del Peneo o più semplicemente fuori dal garage di casa quel 14 agosto con la moto carica e la voglia di avventura?
Volete sapere cosa intendo io per lontano? Quando sono riuscita a trasformare un sogno in un progetto concreto.
Da lì ho cominciato ad andare veramente lontano. Oltre gli ostacoli, oltre le paure, lì dove esiste l’ignoto che si carica di benzina ha davvero inizio il viaggio.
Abbiamo valicato parecchie frontiere (fisiche, mentali, progettuali), ci siamo persi con gli occhi all’insù guardando lo spettacolo di centinaia di mongolfiere all’alba a Göreme, ci siamo presi cura di una tartaruga in mezzo alla strada e abbiamo dato acqua e zucchero a un’ape stremata in quel di Pamukkale.
A Uluborlu, in un posto sperduto nelle valli turche, abbiamo assistito in silenzio alla preghiera.
A Chios ho avuto un crollo emotivo fortissimo risolto poi con una strada sterrata che portava al mare.
L’unico giorno di pioggia lo abbiamo vissuto in Montenegro tra le gole del Parco Naturale Regionale Nikaj e anche lì la spettacolare CB500X ha saputo tirare fuori l’asso dalla manica in termini di stabilità ed equilibrio. Una moto davvero versatile, la mia piccola grande X.
Una delle poche volte che abbiamo davvero posato il casco è stata per la passeggiata sul famoso ponte chiamato Stari Most nel centro storico di Mostar.
Mi sono emozionata dopo aver varcato la frontiera della Turchia perché ho visto piano piano concretizzarsi tutto quello che avevo zoomato solo su Google Maps. Mi sono emozionata anche quando ho dato da mangiare a decine e decine di gattini che saltavano sui pantaloni da moto per trovare riparo.
Ho parlato con tantissima gente meravigliosa, ho ascoltato tante storie tra un pieno di benzina e una bottiglietta di acqua offerta. Rimanevano stupiti che fossi lì, ai confini dell’Europa, con una moto carica di sogni e che fossi così, esattamente così come sono.
Cosa auguro a te che stai leggendo questo racconto di viaggio?
Di perderti tra i dettagli, di farti trascinare dall’odore della fatica di guidare la moto per quasi 6000 chilometri in due settimane, di seguire i tuoi sogni ma non aspettando ma creando progetti concreti di vita felice.
Perché i ricordi quelli sì che odorano di viaggio. Di viaggio motociclistico.
Sara Marzocca
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bikelink725, Pastrengo (VR)L'essenza stessa di un viaggio ben catturata... complimenti
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Gabor66, Alessandria (AL)Un bel racconto di emozioni; brava.