I viaggi dei lettori: Costa Azzurra e Paesi Baschi
Ci aspettavano tanti chilometri e durante una fresca mattina qui nel veronese, accesi la mia Yamaha Tenere 700, agghindata con baule e borse ricolme fino all’orlo.
Nonostante gli interfoni accesi come ogni mattina il silenzio imperava, sovrastato solo dal bel rumore della Tenere che dopo circa 450 chilometri di pesante autostrada ci faceva scendere a Ventimiglia, la prima tappa.
L’indomani si sconfinava in Costa Azzurra e come una calamita attratta dal ferro si percorreva ogni città francese: Nizza, con la sua bellissima Promenaid Des Anglais, Antibes con le sue mura e la perla delle perle… Cap D’Antibes dove mare e cielo sembrano dipinti da tutti gli artisti del creato.
Laggiù, tra strade perfette e palme caraibiche la Tenere sembrava un’avventuriera fuggita dalla giungla, anche se ancora non sapevamo cosa ci aspettava per la sera: la temibile Marsiglia. Decine di soprannomi ma uno solo per me e mia moglie li raccoglie tutti: pericolosa.
Dopo aver superato auto bruciate, motorini e moto letteralmente vandalizzati, biciclette tagliate e aver attraversato il traffico marsigliese indenni, sfiorando vari incidenti, arrivammo all’hotel che ci avrebbe ospitato, circondato da mura e telecamere.
Le cucine in Francia chiudono presto e affamati decidemmo di uscire, sconsigliati dallo stesso portiere, un omone che sembrava averne viste di ogni. Scoprimmo subito che aveva pienamente ragione, l’atmosfera cupa delle strade era aggravata da un rave in un caseggiato abbandonato, dove, tutt’attorno, individui loschi facevano capolino e di fatto, costringendoci, dopo due episodi da non raccontare… a tornare in albergo, vittime affamate di un quartiere nel quale non era preferibile addentrarsi.
Il giorno successivo, ritrovata sana ed integra la Tenere, partimmo in direzione Avignone, piccolina ma densa di contenuti come il gigantesco Palazzo dei Papi, il ponte Saint-benezet, il Fort Saint Andre e le Rocher des Doms da cui si può godere della vista della città e dell’isola di Barthelasse.
Coi cuori e gli occhi colmi di emozione, accaldati dal sole benevolo ci dirigemmo verso Nimes, pochi chilometri da Avignone dove l’emozione si rinnovò alla vista dell’Arena di Nimes e ancor più eclatante… la Maison Carrèe, uno dei templi antichi meglio conservati, così straordinario da lasciare attoniti, tanto che, pure la Tenere’ se ne stava come assorta ad ammirare questa maestosa opera.
Passata la notte, vispi e riposati, puntammo la ruota da 21 della T7 verso Carcassone, meravigliosa cittadina medievale, così bella da sembrare disegnata, nella quale si può gustare la Cassoulet un piatto tutt’altro che light che sconsiglierei durante un lungo viaggio ma… da provare!
Strade e viabilità per ora non hanno dato problemi tant’è che, a parte l’autostrada dei fiori e Marsiglia non hanno riservato brutte sorprese e per i poco più di 500 chilometri di questa tappa, nessun problema, nemmeno la sella della Tenere’ che, con le dovute soste, si dimostra accettabile e confortevole.
L’impostazione di guida secondo me è perfetta, lo spazio a bordo è sufficiente per due persone di corporatura magra, soprattutto con le valigie laterali che tolgono spazio di movimento al passeggero. Comunque il confort è più che buono.
Passata la notte all’interno del parco nazionale dei Pirenei,ci svegliammo prestissimo.
Ero eccitatissimo, come avessi bevuto un litro di caffè (poco ci mancava, in Francia non lesinano sulla quantità…!) saremmo arrivati in Spagna e alla meta ispiratrice del viaggio.
Spostamento veloce fino ad arrivare a San Sebastian, meravigliosa città che, se vista dall’alto, è letteralmente spettacolare, i Paesi Baschi sono una terra bellissima, ci sono strade pazzesche per chi ama viaggiare in moto, asfalti perfetti e curve a non finire sulla litoranea in direzione Bilbao, la Tenere’ oltre che grande viaggiatrice si è dimostrata molto divertente tra le curve basche.
Sosta a Guernica, città di Picasso, finalmente un buon caffè e tanta acqua fresca per riprendersi dal caldo.
Mancava poco, pochissimo. Febbricitante riprendo la guida, pochi chilometri ancora sino al cartello: Gaztelugatxe!
Arrivati! Dopo oltre 2000 chilometri e 5 giorni di viaggio.
L’isola di Gaztelugatxe è collegata alla terraferma da un ponte costruito dai cavalieri templari, poggiare i propri piedi, percorrerlo, è qualcosa di unico, straordinario, i 231 gradini portano alla piccola chiesa di San Juan de Gaztelugatxe da cui si può ammirare un paesaggio incredibile, degno di un film.
Fortunati a godere di quel magico momento che al solo pensiero fa nuovamente nascere un sorriso e un’emozione.
Dopo una meritata sosta in ammirazione e un ‘’Arrivederci’’ a quel posto dal difficile nome passammo la notte vicino Bilbao, gozzovigliando e brindando non solo alla meta ma al viaggio stesso, ad ogni giornata e tappa, vissuta carpendo ogni bellezza e aroma.
L’indomani ci aspettava una lunga giornata, quasi 600 chilometri di moto e la visita della bella Pamplona, una città caratteristica che è famosa per la storica festa di San Firmino e che è l’autentica anticamera di uno dei percorsi più belli da fare in moto, il passo che arriva a Roncisvalle e che prosegue poi verso Orthez.
Asfalto perfetto, curve incredibili, quasi sempre ottima visibilità e un panorama incredibile, in mezzo alla natura boschiva dei Pirenei! Se devo essere sincero, ad un certo punto non avevo più fame di curve dalle tante percorse e ritrovare la statale diritta e poco impegnativa fu una bella gioia, la stanchezza si faceva sentire e l’arrivo a Saint Gaudens venne festeggiato con una bella cena e una sana e riposante dormita.
Il mattino successivo, il settimo giorno di viaggio, il cielo era poco rassicurante, tanto che le antipioggia erano pronte ma invece dell’acqua un fortissimo vento spazzava la campagna francese tanto che non riuscivo a superare i 70 chilometri/h, la Tenere’ soffriva troppo il forte vento laterale, costringendomi a fermarmi dopo circa 100 chilometri di autentico delirio, consentendo una ripartenza solo dopo del tempo.
Snervante guidare con il forte vento e a pieno carico ma finalmente eccoci li, in spiaggia, vicino a Narbona, nella zona sud-ovest della costa francese, il profumo del mare, la sabbia gialla a grana grossa che si piega solo sotto le gomme della moto, ne è valsa la pena e lo rifarei altre cento volte!
La lunghissima spiaggia ci aveva rapiti, tanto che mia moglie, Naomi, si era addormentata osservando il mare e pure io, per qualche minuto ho chiuso gli occhi, rassicurato dalle onde che ormai non subivano più il vento.
Passammo la notte nella piccola cittadina di Sete’per poi ripartire verso Marsiglia, per vedere il Parco Nazionale dei Calanchi.
Non l’avrei detto ma è qualcosa di formidabile, immaginiamo preistoriche rocce che nel tempo vengono erose dal mare, andando a creare delle insenature profonde e acute, dove l’acqua del mare assume colori che hanno del sovrannaturale, vale la pena fermarsi qualche ora, trovare una roccia a picco sull’acqua e dopo aver preso coraggio… tuffarsi… nella fresca acqua color smeraldo, tornando per dovere alla moto che aspetta placida sotto una profumata pineta.
Così è passato anche l’ottavo giorno, pasteggiando vicino la bella Saint Tropez, salutando con una leggera tristezza la bellissima Costa Azzurra e gli ormai lontani Paesi Baschi.
Il nono giorno ci aspettava la strada costiera fino alla italiana Varazze e così, dopo una serata da leoni, si tornava a Castel d’Azzano, paesello vicino a Verona.
Entusiasti, dopo 3600 chilometri di bellezze, emozioni e anche fatiche, la Tenere’ 700 è stata semplicemente perfetta, pur non nascendo come moto da turismo, ha saputo essere un mezzo che non solo ci ha accolto ma ci ha trasmesso le emozioni che solo un viaggio in moto sa donare.
Andrea Bertaso