Leg in bag: verso la Mongolia con una gamba di scorta. Ep.3: tagliando a 4.000 m
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Vi scrivo dalla piccola Osh, base di partenza o di arrivo della famosa Pamir Highway che collega l'Afghanistan al Kirghizistan attraverso l'Uzbekistan ed il Tagikistan, attraversando passi a oltre 4.000 metri di altezza.
Sono arrivato ieri in un ostello in cui pernottano molti motociclisti da tutto il mondo pronti ad attraversare l'incantevole percorso. Io mi trovo qui perché oggi ho effettuato un cambio gomme e il tagliando self service alla moto, appoggiandomi ad una piccola officina che mi ha procurato un Heidenau k60 anteriore e un Mitas E07 al posteriore che avevo ordinato a giugno dall’Italia prima di partire.
Purtroppo gli pneumatici sono un po’ vecchi, ma qui non si può chiedere di più, la situazione della guerra Russia-Ucraina ha modificato molti equilibri, tra cui la difficoltà in questi Paesi di approvvigionamento di pneumatici con misure tipiche da moto “occidentali”.
Ho con me i filtri di ricambio oltre ad i basilari ricambi di emergenza che altrimenti sarebbe impossibile reperire.
Abbiamo anche riparato con i mezzi a disposizione il paracatena che con le sollecitazioni degli ultimi 3.000 km di strade distrutte e piste sterrate si era spezzato in 3 punti su 4.
Ci eravamo lasciati che mi era appena stato recapitato in Turchia il ricambio della protesi che avevo rotto nella città di Mardin con una scivolata a piedi. Dopodiché, con la protesi finalmente a posto, attraverso le meravigliose strade di montagna della Georgia, la lunga (9 ore) frontiera Russa, i deserti del Kazakistan, le strade distrutte dell'Uzbekistan, l’impressionante deserto pieno di pescherecci arrugginiti adagiati sulla sabbia che oggi prende il posto di quello che era il pescoso lago d’Aral, passando per città di una bellezza devastante come Khiva e Samarcanda, a un mese dall'inizio del mio viaggio sono arrivato qui in quella che considero la prima grande tappa del mio lungo viaggio.
In queste settimane le temperature oltre i 44 gradi, le strade distrutte, la carenza di carburante e servizi hanno messo a dura prova me e la mia gamba procurandomi una piccola ma dolorosa ferita al moncone (la parte residua della mia gamba destra sotto al ginocchio) che non riesco ancora a far guarire. Ma sto bene perché con la testa riesco a gestire le problematiche e al primo bisogno di aiuto ho sempre trovato disponibilità, sorrisi e generosità.
Con la moto tagliandata domani mi dirigo verso nord, dormirò in qualche spot immerso nella natura incontaminata dei 3.500 metri delle montagne kirgiche per poi tornare di nuovo nel deserto Kazako e attraverso la Russia, passando per la regione degli Altai, entrare in Mongolia.
Al prossimo aggiornamento, probabilmente dal deserto del Gobi 🤗
Daniele Infante