Moncenisio, la prima porta delle Alpi
Difficile non farsi rapire da questi luoghi, dove storia, natura e strade incantate mostrano il meglio di se quasi in competizione per voler primeggiare una sull’altra, siamo al confine italo-francese sulla prima strada carrozzabile di collegamento tra le Alpi e il resto d’Europa.
Voluta da Napoleone ai primi dell’800, ora possiamo viaggiarci anche noi, fino ad all’ora le carrozze venivano smontate e caricate sui muli e le persone trasportate, per chi se lo poteva permettere, con i portantini.
Nel 1868 fu anche realizzata una ferrovia per velocizzare la comunicazione, in attesa che il primo traforo al Mondo realizzato con macchine perforatrici venisse ultimato, il Frejus tuttora utilizzato.
Il Frejus fu voluto da Cavour e Vittorio Emanule II, i lavori iniziarono nel 1857, gli italiani furono così bravi a finirlo in molto meno tempo rispetto alla richiesta francese di 25 anni, soltanto 9, che furono anche premiati economicamente dalla Francia, ma la ferrovia del Moncenisio venne così chiusa definitivamente.
Ora amici di Moto.it pensate cosa significa arrampicarsi su queste montagne segnate profondamente dalla storia con la nostra Africa Twin Adventure, divertimento ed emozioni, lontani dai quasi 40°C delle nostre città, qui regna sempre il vento fresco che anche a luglio con le nuvole può scendere a 15°C.
Giunti a Susa dall’autostrada Torino-Bardonecchia o dalle due statali si sale passando dal centro cittadino, attenzione al cartello sul semaforo poco dopo la stazione dei treni, indica apertura e chiusura del valico, in inverno viene chiusa in base alla prima nevicata e riaperta intorno a maggio, ma occorre sempre verificare prima!
La vecchia strada voluta da Napoleone è sempre la stessa di allora, ovviamente addolcita in qualche curva, asfaltata e ben mantenuta rispetto alla media, se proprio siete amanti dei tornati strettissimi e volete ammirare delle cascate, allora il passaggio da Novalesa e Comune Moncenisio è d’obbligo, poi comunque vi collegherete sempre su questa strada ma solo più in alto.
Poche curve e ben presto la temperatura estiva lascia posto al vento delle Alpi Cozie e dalle Alpi Graie, si danza tra queste curve, i profumi della natura prendono il sopravvento, poco meno di 30 km separano Susa dal Colle, ai lati ancora qualche resto della ferrovia ottocentesca è ancora li a ricordarci della storicità dei luoghi.
Passiamo il confine Italiano, quello francese, da ricordare sempre gomme ok non solo per la nostra sicurezza ma anche per le forze dell’ordine che al confine a volte scrupolosamente controlla e ai guanti secondo normative, noi andiamo sul sicuro gomme omologate anche per l’ OFFroad Anlas Capra X decisamente performanti sia su asfalto anche bagnato che su sterrato e guanti SPIDI G-CARBON ben protettivi su entrambi i lati e con una piccola chicca, un particolare materiale sulle dita del guanto per essere utilizzati con dispositivi touch-screen, “furbata” dei tecnici SPIDI.
Ora abbiamo davanti la grande diga artificiale realizzata con sassi recuperati li vicino, di fronte la dogana francese, poco più avanti anche una fontana per bere e lo spettacolo ha inizio!
Non è l’azzurro del mare, mai il Lago del Moncenisio 315 milioni di metri cubi d’acqua, 80 chilometri quadrati di superficie, non siamo in un quadro di Monet in plein air ma sul palcoscenico forse il più amato da noi delle 2 ruote anche quelle pedalate.
Il lago è li alla nostra sinistra, il suo vento ci colpisce, ci urla, ci chiama e noi ci avviciniamo, inizia lo sterrato con la mia passeggera, come ben sappiamo non è certo l’ideale affrontarlo in due, ma la nostra Honda è fedele come sempre, con il DCT nessun pericolo che si spenga all’improvviso, marce basse un filo di gas nemmeno troppo piano, frenate leggere e lei scende liscia verso il lago ma soprattutto sulla diga.
Qualche pietra smossa insidiosa, ma le sospensioni lavorano molto bene e non fanno perdere aderenza e stabilità.
Siamo sulla diga, ebbene si la si può percorrere, nessun divieto! A patto di rispettare i 30 km/h e le persone che si incontrano a piedi e in bici, basta mollare un filo e tutti ci continueranno a salutare senza prendere in odio le moto.
La vista è incredibile da un lato il lago e dall’altro un precipizio infinito che si perde in Val Susa fino alle colline moreniche formatesi dopo l’ultima glaciazione, dominate dal Castello di Rivoli.
E’ ora di perdersi con lo sguardo nel nostro binocolo Nikon A30 10 x 25, come si fa a proseguire, ma è ora di scoprire il lato nascosto del lago quello che mai nessuno vede e neppure sa dell’esistenza.
E’ proprio dalla diga sterrata che ha veramente inizio ciò che vi vogliamo mostrare, la strada gira intorno le montagne dove i pendii sono interrotti da piccoli corsi d’acqua, mucche al pascolo e basta!
Passato il chilometro di diga si prosegue sulla sinistra senza mai lasciare lo sterrato principale e il secondo spettacolo ha inizio, si lascia il mondo reale per tornare alle origini, non c’è più nulla che mostri l’epoca in cui viviamo, verdissime vallate e il lago così lontano che pare un grande mare tra le insenature.
La strada è bellissima, sali e scendi lievi facile anche per i neofiti, l’Africa Twin sicuramente aiuta, ma nulla di difficile anche con passeggero, anche per le timorose dell’off qui non diranno:” Se vai in fuoristrada non vengo”!
E’ troppo bello, guai rinunciare a tutto questo!
Ci fermiamo ad ammirare ciò che ci circonda, impossibile proseguire senza guardarci intorno, qualche foto con la nostra Nikon Z6 è d’obbligo anche se siamo sicuri che mai ci dimenticheremmo, vogliamo portarci qualcosa con noi, ma anche per gli amici di Moto.it.
Si prosegue fin che troviamo le mitiche baite che hanno il latte prodotto dalle oltre 600 vacche che brucano su queste montagne, per gli amanti dei formaggi e marmellate qui trovate i prodotti genuini compreso il famoso formaggio Beaufort perfetto per un pranzo con una baguette, pane tipico, e allora ne acquistiamo un po'.
Ci dirigiamo sulla strada asfalta verso i localini e la panetteria sul lungo lago, zona più turistica ma comunque sempre a misura d’uomo.
Vicino la grande piramide eretta per ricordare la campagna d’Egitto di Napoleone c’è tutto ciò che serve, tavolini per pranzare ma anche un incredibile giardino botanico con oltre 700 specie di piante tra cui quelle cenisiane che pare solo qua si trovino.
Siamo nel Parco della Vanoise tutto è protetto vietatissimo raccogliere fiori, ogni cosa deve essere lasciata li dov’è, ma sullo sterrato dove siamo andati si può viaggiare!
Alcune nuvole minacciose minano la nostra permanenza, il Moncenisio è anche questo terra dai forti contrasti, il meteo rapidamente può mutare.
Prima c’erano quasi 26°C ora solo 15°C, vabbè poco importa, ci siamo nutriti del vento, dei colori, della tranquillità che ancora qualche luogo come questo può donare.
E’ proprio il bello di queste moto, vivere il Mondo a 360°, prima viaggiare su un’autostrada per togliersi velocemente dalla città e poi trovarsi con la propria compagna in offroad in una natura selvaggia, l’Africa Twin ha sempre sposato questa filosofia ed è quasi un peccato non portarla qua su.
Non dimenticate l’allenamento fisico che per andare in moto è sempre utile, noi che teniamo sempre il cuore monitorato con l’orologio Garmin Instinct™ abbiamo visto come aumentino i battiti cardiaci sia su strada che in off anche in uso molto turistico, intorno al lago eravamo ad oltre 140 battiti/minuto segno che il nostro fisico lavora!
Ora avete anche voi una bella ricetta estiva offroad, importante abbigliamento specifico per vostra la sicurezza e pieno rispetto degli altri anche in fuoristrada, altrimenti un giorno queste strade non potranno essere percorribili per colpa di pochi! Tutti hanno diritto di vedere questi luoghi incantati anche dopo di noi!
Buon giro!
Fabrizio Gillone
Abbigliamento utilizzato
Caschi: BELL MX-9 Adventure, passeggera BELL RS-2 RALLY TITANIUM
Tuta: SPIDI VOYAGER 4 SUIT
Guanti: SPIDI G-CARBON
Stivaletti: SPIDI XPD X Goodwood
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Vintagetech, Torino (TO)Vi farei conoscere ben volentieri i luoghi in dettaglio. Non avete idea della bellezza di quei territori. Però con rispetto....
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FrancymotoUn articolo davvero interessante e ricco di inspirazione. Ora non mi resta che mettermi in moto alla ricerca di sensazioni e racconti simili. Grazie Fabrizio per avermi fatto riscoprire la voglia di avventura e di scoperta!