Slowriding Europe: 3.400 km in sella alla LML Star 150
In 15 giorni di viaggio, a una velocità media di 50 km orari, abbiamo percorso più di 3400 Km attraverso Svizzera, Francia, Belgio e Germania, guidati dal TomTom per strade di campagna e paesini sconosciuti, fra trattori e mietitrebbia, con una media di oltre 200km al giorno
Nessun problema con il nostro piccolo scooter: un buon tagliando alla partenza e gomme nuove. Poi un minimo di manutenzione: un paio di rabbocchi minimi di olio e un paio di ingrassature ai terminali dei cavi freno e frizione. Consumi irrisori: oltre 40 km con un litro di super, il che, coi costi attuali del carburante, è un bel sollievo! Come bagaglio due sacche GIVI water-proof: una da 30 litri sul portapacchi anteriore e una da 40 litri su quello posteriore, per un totale di circa 19 kg di peso, in due.
Menzione d’onore alle tute antipioggia OJ, leggere e comodissime, portate sotto una pioggia battente per due giorni interi senza alcun disagio o problema, senza un trafilo di acqua e senza alcun problema di traspirazione.
Tutto questo dimostra, ancora una volta, che, per viaggiare, davvero non servono grandi mezzi, ma solo grande passione e determinazione.
1° giorno - Paderno d’Adda - Montreaux (CH) -339 km
Lunga tappa di trasferimento. Dopo una sosta a Cittiglio per colazione (ottime le paste della pasticceria Zanoni), attraversiamo il lago Maggiore con il traghetto da Laveno a Verbania, mentre nere nubi si addensano sulle Alpi. Un forte temporale ci ferma a Domodossola per indossare le nuove tute antipioggia OJ. Sono fantastiche, comode e asciutte. Saliamo fino al Passo Sempione dove troviamo il sole. Il mezzo si comporta benissimo: sempre in terza e in quarta e solo poche volte la seconda nei tornanti. Il tempo è variabile, ma il paesaggio, quando si apre, è stupendo. Dopo la pausa pranzo scendiamo in Svizzera, per Briga. Lungo la strada attraversiamo una inattesa festa delle albicocche a Saxon, ma la tabella di marcia non ci consente altre soste e siamo costretti a correre (si fa per dire) fino a Montreaux. Il lago di Ginevra è bellissimo, ma la città è deserta. Ceniamo al Beijing Town, uno dei pochissimi ristoranti abbordabili e aperti. La cena è ottima e relativamente economica (40 CHF in due). Dopo cena si scatena una bufera di vento che ci costringe a nanna presto, cosa gradita, vista la stanchezza della lunga giornata di viaggio.2° giorno – Montreaux-Beaune (F) -264 Km
Già alla partenza il cielo non promette nulla di buono. La temperatura è decisamente al ribasso: indossiamo, uno sull’altro, il maglioncino termico a collo alto, il pile wind-stopper, la giacca da moto, e sopra tutto, in fretta, sotto la grandine, l’attrezzatura completa antipioggia. Nonostante il freddo, ammiriamo gli splendidi panorami sul Lago di Ginevra e sui vigneti a perdita d’occhio. Ci perdiamo nell’attraversare i monti del Giura e ci fermiamo per pranzo in un piccolo locale sperduto (“Chez Barbara” a Censeau), quasi un “Baghdad Cafè”. Il pranzo, però, è buono, caldo e poco costoso. Il tempo continua ad essere pessimo con nuvole nere cariche pioggia e, a volte, grandine. Solo nel tardo pomeriggio, finalmente, il tempo migliora e ci regala grandiosi panorami con colori e nuvole splendidi. Arriviamo a Beaune, capoluogo della Borgogna, sotto un sole splendente. Sempre grande la piccola Star, immune alla fatica.
L’Hotel è davvero caratteristico (“Abbaye des Maizieres”, in una antica abbazia medioevale) e molto curato nei minimi dettagli. La cena, invece, si rivelerà una trappola per turisti: la più costosa del viaggio e di qualità scarsa, sia come cibo che, incredibile, anche come vini. Forse non siamo degli intenditori, ma un buon vino lo sappiamo riconoscere: al “Caveau Des Arches” la qualità di ciò che abbiamo bevuto e mangiato non meritava il prezzo che ci hanno fatto pagare.
La città è però bellissima e la sera gli angoli più caratteristici vengono illuminati da installazioni di luce colorata che proietta figure sulle architetture cittadine.
3° giorno – Beaune - Bourges – 242 Km
Attraversiamo la regione dei Grand Crus, tra vigneti a perdita d’occhio che si stendono sulle colline circostanti. Le nuvole nere ci rincorrono e ci regalano panorami stupendi sui campi e sulle strade di questa bella Francia rurale, in cui incontriamo più trattori e mezzi agricoli che auto e, men che meno, moto. L’agilità della Star ci consente sempre di districarci in ogni situazione.Ci fermiamo a Charitè sur Loire, patrimonio Unesco, una bella cittadina piena di negozi di libri antichi e usati, in cui visitiamo l’abbazia Cluniacense del 11° secolo.
A Bourges inizia il nostro “tour delle cattedrali gotiche”, uno dei motivi di interesse principale del nostro viaggio. Quella di Bourges è l’unica cattedrale a 5 portali, anziché i consueti 3, e ci stupisce per le sue dimensioni, per la ricchezza dei suoi decori e per l’arditezza della sua architettura.
L’Hotel per la notte è il decoroso e piacevole “Le Christina”, della catena dei Logis de France. Per la cena, la scelta cade sul ristorante “La Cote de Boeuf”, dopo aver visto passare, sui tavolini per strada, splendide insalate, filetti e costate ai ferri.
4° giorno – Bourges -Chateau de Chenonceau - Blois – 176 Km
Finalmente si parte con il sole fin dal mattino. La giornata è comunque fresca, ma perfetta per viaggiare. Attraversiamo la valle della Loira e scegliamo di visitare il castello di Chenonceau. Lasciamo la piccola Star, ancora carica, nel parcheggio, accanto ad altre moto di ogni genere e dimensione, certi che non succederà nulla al nostro bagaglio (agganciato allo scooter solo con cinghie elastiche!), confidando sulla solidarietà tra motociclisti. Per agevolare la visita del castello, poi, gli efficienti francesi mettono a disposizione armadietti con chiusura a combinazione, in cui alloggeremo caschi e giacche. Il castello è bellissimo, non è solo un’attrazione turistica e mantiene un forte interesse storico e architettonico. Le sale sono decorate con arredi d’epoca e quadri del 1500-1700. Il panorama dalle rive del fiume Cher è assolutamente superbo. Nel pomeriggio giungiamo a Blois. L’Hotel della Logis , “Cote Loire Auberge Ligerienne”, è piccolo e curatissimo. Lo consigliamo anche per la cena, davvero golosa. La città è molto carina, e dopo cena ci rilassiamo con una passeggiata lungo la Loira.5° giorno – Blois – Chartres - Caen – 327 km
Il percorso da Blois a Chartres è pianeggiante (in Francia, una rarità), attraverso campi di cereali in cui è in corso la trebbiatura (in Italia è finita già da un mese, ma qui siamo più a nord). A Chartres godiamo di uno dei principali vantaggi offerti dal nostro piccolo mezzo: parcheggiamo esattamente dietro la cattedrale. Una visita accurata meriterebbe diversi giorni, ma gustiamo appieno l’incredibile l’atmosfera delle magnifiche vetrate policrome. Splendide le decorazioni della facciata e dei portali, con i loro suggestivi significati simbolici e misteriosi. A malincuore, sapendo quanta strada ancora dobbiamo precorrere, lasciamo Chartres e, di nuovo, ci inoltriamo nella campagna francese. Improvvisamente, proprio nel mezzo di una lunga deviazione su strade secondarie per lavori in corso, tra colline boscose e campi coltivati, il Tom Tom smette di funzionare. Come ai tempi della nostra gioventù, tiriamo fuori la mappa 1:1.000.000 e riusciamo, comunque, ad orientarci e a rientrare sul percorso originario. Per comodità, appena possibile, compriamo un nuovo TomTom, soprattutto per risparmiare tempo prezioso nell’attraversamento delle grandi città.La deviazione ci ha fatto perdere tempo e per evitare di perderci di nuovo, gli ultimi 50 chilometri per giungere a Caen li facciamo in autostrada, ma sono davvero stressanti. Le auto e i camion ci sorpassano a grande velocità, c’è anche un forte vento contrario e ci sentiamo sballottati qua e là, a bordo strada. Solo adesso, in questo traffico, rimpiangiamo il Transalp lasciato a casa, in box. Arriviamo a Caen in serata, molto stanchi e provati. L’hotel “De l’Univers” è terrificante: brutto, sporco, scomodo, senza un riparo per la Star, che, con grande preoccupazione, siamo costretti a lasciare in strada alla mercè di chi passa. Sarà una notte poco riposante. Per fortuna la cena al “P’tit B” è ottima.
6° giorno – Caen – Honfleur – Ponte di Normandia – Rouen – 185 km
La giornata è splendida, fa caldo, ma non troppo. Ci dirigiamo verso la costa normanna e attraversiamo Deauville e Trouville, per giungere a Honfleur in tarda mattinata. Di nuovo, grazie alle dimensioni contenute del mezzo, possiamo parcheggiare sulla piazza del municipio. La cittadina è deliziosa e vivace. Molto particolare la chiesa in legno, costruita alla fine della guerra dei cent’anni dai carpentieri del porto, che l’hanno realizzata come una chiglia rovesciata. Pranzo veloce, e poi via verso il magnifico Porte di Normandia. La Star si arrampica lentamente, ma senza problemi, sull’erta salita (7%) del ponte, che, con un’unica campata unisce le due sponde dell’estuario della Senna (circa 2 km). Il percorso è a pagamento per tutti tranne che per le due ruote, e così, anche a causa di un’interruzione imprevista della strada sull’altra sponda, torniamo indietro e lo ripercorriamo in senso inverso, godendoci il grandioso spettacolo delle strutture in acciaio e cemento che fanno sembrare la nostra Star, ancora più piccola.La città di Rouen ricorda il rogo di Giovanna d’Arco con un monumento imponente. Nulla però, al confronto della maestosa cattedrale gotica, la più alta vista sinora, che visitiamo ammirati e stupefatti per l’enormità e la ricchezza della costruzione.
Ottima la cena al “Les Maraichers”, caratteristico locale ornato di cappelli militari.
Una nota caratteristica: nella nostra camera in hotel (Alive Hotel De Quebec, molto economico), il bagno è contenuto in una sorta di armadio: è un “armabagno”! Tutto funzionante, però, tutto ok.
7° giorno – Rouen- Etretat – Fecamp – Amiens – 273 Km
Prima di partire, il consueto controllo della Star ci suggerisce un rabbocco di olio di soli 100 cc, più che giustificati dai chilometri percorsi, dai frequenti saliscendi e dalla “corsa” in autostrada del giorno prima.Costeggiando la Senna, arriviamo alla costa e ci accolgono le splendide falesie di Etretat. Con un breve percorso tra i boschi ci spostiamo a Fecamp, e decidiamo di mangiare sulla bella spiaggia di ciottoli bianchi (chiamati macarons, come i famosi dolcetti francesi). Ma, ahimè, basta un movimento sbagliato e il latente, cronico mal di schiena di Sandro si risveglia all’improvviso. Una brutta contrattura gli blocca i movimenti, proprio lì, al sole, su questa bella spiaggia, a 1500 km da casa! Con coraggio e testardaggine, visto che la posizione di guida sulla Star non gli procura dolore (finchè si va…) decidiamo di proseguire. Un gentile e bravo farmacista ci fornisce medicine adatte. La sera sarà un tormento arrivare a cena e sarà impossibile visitare la cattedrale, anche per il ritardo sulla tabella di marcia che abbiamo accumulato. Tra l’altro l’hotel (“Le Prieure”), pur se splendido e suggestivo, un antico edificio a due passi dalla cattedrale, si rivela piuttosto scomodo, in questa situazione: tante scale, nessun ascensore e la stanza da bagno raggiungibile con una scala a chiocciola. L’ipotesi di farsi rimpatriare da Europe Assistance, però, viene scartata da Sandro a priori. Stringe i denti, e si va avanti.
8° giorno – Amiens- Brugge (B) – 212 km
Sandro non sta bene, ma si muove e dedichiamo un’ora alla stupenda cattedrale di Amiens (dopo tutto siamo qui per questo!). Partiamo attraverso la regione del Nord Pas de Calais. Non c’è nessuno in giro, è domenica ed incontriamo solo i soliti mezzi agricoli al lavoro. E’ tutto chiuso: chiusi i negozi, chiusi i ristoranti, chiusi i bar e col passare delle ore diventa preoccupante la ricerca di un posto per pranzare (Sandro deve mangiare per poter prendere le medicine per il mal di schiena!). Finalmente a la Basse-Violanes (da qualche parte verso Lille) troviamo una brasserie aperta e ci concediamo un’ora di sosta. Poi il Belgio, densamente abitato, con tanti capannoni e piccole industrie, che ci ricorda tanto la nostra Brianza. Arriviamo a Brugge, superando il traguardo dei 2000 km da casa. La città è bellissima.
Merita una menzione l’accoglienza riservataci in hotel (“Hotel Salvators”), dove ci consentono di ricoverare la Star nell’androne d’ingresso dell’edificio in cui è situata la nostra camera (l’ennesimo vantaggio di viaggiare con un mezzo piccolino). La “camera” è un ampio e accogliente monolocale dotato di ogni comfort. Segnaliamo una colazione davvero ricca: waffeln freschi a volontà, oltre alla solita varietà di succhi, brioches, pane, marmellate.
9° giorno – Brugge – Gant – 45 Km
Le giornate in Belgio ci servono per riposarci in vista del lungo viaggio di rientro in Italia. Dopo Brugge, ci spostiamo di pochi chilometri fino a Gant. Meno nota delle altre, è una splendida città che sicuramente merita il viaggio. Ce la gustiamo da turisti “normali” (non motociclisti), in un riposante pomeriggio trascorso tra un giro in battello sui canali e una bella birra al tavolo di un bar. Meritano una segnalazione il ristorante “Brasserie de Graslei”, affacciato sul fiume, con personale multilingue e un’ottima cucina, e l’Hotel “Erasmus”, a due passi dal centro, con una suggestiva sala da pranzo adorna di armature. Unica pecca, anche qui, l’assenza di un ricovero chiuso per la Star, per cui la affidiamo alla sorte e alla vigilanza notturna. Tutto bene.10° giorno – Gant - Bruxelles – 56 Km
Giungiamo a Bruxelles passando per l’Atomium, simbolo della città e del nostro viaggio. Lasciata la Star all’Hotel Pantone (un hotel tutto bianco in cui ogni dettaglio di colore è classificato in base alla omonima famosa scala cromatica), ci addentriamo per le vie del centro, insieme ad una folla di turisti da ogni parte del mondo.Siamo fortunatissimi, senza averlo previsto ci troviamo nel posto giusto al momento giusto: ogni 2 anni nella Grand Place, a ferragosto, viene allestita una grande “infiorata”. 480.000 fiori di begonia, coloratissimi, vengono disposti sulla piazza a formare un grandioso disegno. Quest’anno il tema è l’Africa, e i colori giallo, arancio e rosso la fanno da padroni. In serata, con l’accompagnamento di un gruppo musicale e al ritmo di percussioni africane, ci godiamo un entusiasmante spettacolo pirotecnico.
11° giorno – Bruxelles – Colonia (D) – 282 km
E’ una bella giornata quando partiamo diretti a Waterloo, ma il sito della famosa battaglia è una grandissima delusione: è la classica trappola per turisti. Per la cifra di 6,5 € si può salire una ripida e lunga scalinata fino alla statua del Butte de Lion, con vista su… campi agricoli coltivati. Molto più costoso, invece, assistere alla proiezione delle simulazioni della battaglia. Davvero poco interessante. Anche il sito architettonico di Villers la Ville, in cui sorgono i resti un complesso cluniacense, si rivela costoso e, tutto sommato, poco allettante, almeno per noi italiani, che abbiamo San Galgano e tante altre simili costruzioni.
Il resto della tappa si svolge, come sempre su strade secondarie, tra campi coltivati. Attraversiamo un brevissimo tratto di Olanda, Maastricht, tra casette e giardini curatissimi, per poi giungere in Germania attraverso una delle sue zone medo gradevoli: la zona industriale di Colonia.
Colonia è la sua cattedrale: tutta la vita della città è racchiusa intorno alla gigantesca, oscura, incombente, maestosa chiesa, a ridosso della stazione centrale.
E’ una piacevole serata quella che trascorriamo alla birreria “Am Dom”, dividendo il tavolo con una simpatica coppia di tedeschi, con cui parliamo l’universale linguaggio dei gesti condito di italo-franco-anglo-tedesco, l’ottima birra “Koltz” e tanta allegria.
12° giorno – Colonia – Coblenza – Media valle del Reno – Magonza – 210 km
La prima parte della tappa si svolge su strade piuttosto trafficate e poco appaganti. E’ solo dopo Coblenza, graziosa città alla confluenza tra Reno e Mosella, che la strada si fa bellissima, costeggiando il Reno e regalandoci panorami su anse stupende, boschi e castelli. Non per niente questo tratto del fiume è classificato patrimonio dell’Unesco. La piccola Star è il mezzo ideale per addentrarsi tra le anse del fiume, seguendone il corso sinuoso con calma e lentezza, e ci fa assaporare appieno la dolcezza dei paesaggi, come se fossimo in bicicletta (ma senza fatica!).Il City-Hotel Neubrunnenhof, che ci ospita, si presenta male (è in un cortile interno, un po’ fuori dal centro), ma è pulito, economico e molto accogliente. Il personale è cordiale e accoglie con stupore e quasi affetto i due italiani un po’ pazzi a bordo del piccolo scooter, riservandoci un posto auto nel cortile interno.
13° giorno – Magonza – Freudenstadt – 295 Km
Dopo una visita alla splendida cattedrale in arenaria rosa, compriamo, al coloratissimo mercato, bretzel e frutta per il pranzo. Riprendiamo la Star e scegliamo di proposito di evitare la più comoda strada principale, per Worms e Speyer lungo il Reno, improvvisando percorsi alternativi attraverso zone vinicole e colline dense di foreste, tra curve e controcurve, seguendo un percorso piuttosto contorto, ma divertente. Sono continui saliscendi tra boschi fitti e verdissimi, su strade dal manto perfetto, dove le curve invitano alla piega anche noi, che disponiamo di un mezzo non così performante. Incontriamo parecchi motociclisti, finalmente, ma solo noi siamo a bordo di un mezzo così piccolo. Giungiamo infine alla Foresta Nera, e ci inerpichiamo sulla strada alta della foresta nera (Hochshwartzwaldstrasse). Nonostante la lunghezza, è una delle tappe migliori: divertimento = 10+, stanchezza = 5- . Merita un cenno l’hotel “Adler” di Freudenstdt, ottima cucina e stanze impeccabili, con un bagno nuovissimo e memorabile. Anche qui la Star “dormirà fuori”, in un parcheggio proprio davanti alle finestre della nostra camera, ma non ci sarà alcun problema.
14° giorno – Freudenstadt – Chur (CH) – 282 Km
Molto bello il percorso attraverso la Foresta Nera fino al Lago di Costanza, che appare dall’alto in tutto il suo splendore, punteggiato di barche a vela.Intorno al lago, però, forse perché è sabato, c’è un traffico terribile e lunghe code fino al Lichtenstein. Di nuovo l’agilità del nostro mezzo ci consente di sgusciare via tra le auto, ma il caldo si fa sentire. Ci troviamo nella Svizzera più tipica, quella di Heidi, con le montagne alte sullo sfondo e i prati tutto intorno.
L’Hotel “Ambiente Freieck” è molto curato e quasi lussuoso. Arriviamo contemporaneamente ad un gruppo di motociclisti su grosse Harley-Davidson, che ci guardano con un po’ di stupore, e parcheggiamo in un parcheggio privato e riparato.
Chur è in festa, le strade sono chiuse e invase da bancherelle di wurstel e patatine. Ci uniamo alla folla e passiamo una serata decisamente diversa dal solito, tra musica tirolese (?!?) e gruppi rock artigianali, tra patatine, wurstel e paella, dolci di zucchero e birra a fiumi.
15° giorno – Chur – Paderno d’Adda (I) – 216 Km
L’ultimo giorno del viaggio ci aspetta la temuta tappa alpina. Per tornare in Italia dobbiamo attraversare le Alpi superando passi di oltre 2000 metri. Iniziamo subito la ripida salita per Lenzerheide e la Star, come sempre, è perfetta e si comporta da vero “muletto”, salendo, senza alcun problema, su per i tornanti. I paesaggi sono idilliaci: pascoli, laghetti, cime innevate. Poi dopo una veloce discesa, ci inerpichiamo sulle rampe del Julier Pass (2284 m). Al passo, parcheggiata la Star in fila con le altre moto, ben più grandi, ci concediamo caffè e torta, per poi scendere a Silvaplana e al Passo del Maloja, con i suoi incalzanti tornati.Sul lago di Como, a Bellano, finalmente, dopo due settimane di cibo europeo, mangiamo una pizza. Torniamo, infine, a casa, in un pomeriggio torrido, che ci fa rimpiangere le temperature del nord Europa.
Anna e Alessandro Benini
per forza noi anziani
Continuate così
Bravi