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Tour dei guadi d'Islanda: part VIII

- Questa giornata di viaggio è tutta dedicata alla F205 che porta a Laki. Arrivati alla fine del percorso abbiamo due scelte: scendere dalla stessa strada (sterrato buono + 2 guadi), o scendere dal sentiero alternativo, che sulla mappa non è nemmeno indicato come strada...

Non sappiamo se troveremo guadi, ma durante una sosta pranzo due ragazzi su monocilindrici ci raggiungono e ci dicono che troveremo due guadi, il secondo più grande del primo.
Anche loro sono diretti lì e hanno una mappa molto dettagliata. Inoltre guidano moto leggere e indossano bermuda impermeabili da pesca.
Ce li ritroviamo al secondo guado, fermi a decidere se tentare l’attraversamento o no.
Per me questa scena è l’ennesima riprova di quanta libertà offra questo fantastico strumento chiamato "moto". La moto mi permette di viaggiare dove voglio, quando voglio, quanto voglio, come voglio, con chi voglio.bE la cosa bella è che lo permette a tutti.
Da sempre per me la moto è motivo di forti emozioni, e strumento in grado di produrre nel mio corpo molta adrenalina. A volte rischio, a volte mi espongo, ma questo è il modo che amo di usare la moto in viaggio, e non lo cambierei per nessun motivo!

Siamo qui in Islanda per dare la caccia ai guadi, e su questo sentiero ne abbiamo trovato uno più arduo del previsto. Possiamo tornare indietro, la strada già la conosciamo, oppure tentare di andare avanti.
I due ragazzi che ci hanno preceduto siedono sul suolo e ripetono “abbiamo controllato, è impossibile guadarlo”, ma noto che i loro stivali sono asciutti e così non mi faccio convincere.
Nella vita ci sono persone che vogliono dissuaderti dal fare qualcosa semplicemente perchè se provi e ci riesci, screditi sopratutto chi aveva una scusa per non provarci. È una circostanza che capita spesso, sulla moto come nella vita.
Così io e Ylenia ci guardiamo, guardiamo la nostra bicilindrica a pieno carico e ci ricordiamo dei sacchetti della spazzatura che abbiamo negli stivali, per tenere i calzini asciutti.
Scegliamo di provarci comunque, perchè ho imparato che ciò che appare gigante agli occhi e alla mente, o rischioso o non necessario o non vale la pena, se ci provi, alla fine si rivela avvincente, emozionante e indimenticabile.
Mi sono trovato mille volte in situazioni come questa, e non voglio privarmi dell’adrenalina e del ricordo di questa sfida.

Così entro a piedi per esplorare il fondo e (vedi foto) i due ragazzi rimangono a guardare increduli, ma convinti che io e Ylenia ci arrenderemo. Ma quando torno e dico a Ylenia che è fattibile e la prendo a cavalluccio, loro montano in sella e se ne vanno.
Quella sera io e Ylenia abbiamo dormito in hotel, i due ragazzi non sappiamo. Non li abbiamo più visti. Siamo però tutti arrivati a destinazione quella sera. Tutti in moto e tutti al sicuro. Loro con il dubbio se ce l’abbiamo veramente fatta, e noi con quel ricordo elettrizzante di aver guadato un fiume di 600 metri in un tempo di 7 minuti.

Gionata Nencini


*** NO, QUESTA STRADA E QUESTI GUADI NON SONO INCLUSI NELL'ITINERARIO DEL MOTO TOUR IN ISLANDA CHE GUIDERÒ AD AGOSTO ***
 

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