Andrea Migno: “Non basta più nemmeno un morto per cambiare qualcosa”
Una volta, le categorie più piccole erano anche le meno pericolose. Negli ultimi anni, però, ci sono stati tantissimi incidenti, purtroppo anche mortali, proprio in Moto3, nella SuperSport300, nella Pre-Moto3.
L’ultimo, settimana scorsa: Victor Steeman, 22enne olandese, è deceduto dopo un incidente nella prova iridata di Portimao, in Portogallo. Una morte che ha scosso molto Andrea Migno, sempre molto attento alle tematiche sulla sicurezza. Andrea ha scritto un lungo e interessante “post”, che riportiamo qui integralmente, con alcune parole chiave scritte in maiuscolo, come le ha pubblicato Migno nel suo post. Proprio questa riflessione, è stato lo spunto per il podcast n.87: cosa si può faretre migliorare queste categorie? Le risposte le dà Andrea, nel podcast online su Moto.it a partire da domenica 16 ottobre.
Questo il post integrale:
“Mi sembra chiaro che ci sia qualcosa di sbagliato, mi riferisco alla CATEGORIE MINORI, quelle dei ragazzi GIOVANI, degli ADOLESCENTI. E sottolineo che mi riferisco a quelle che possono essere la moto3, la PreMoto3 o una SuperSport300, quelle categorie che si sono AMMALATE nel corso degli ultimi anni. Ormai non basta più neanche il morto per fare cambiare le cose, come dobbiamo fare? A chi ci dobbiamo interpellare? Cosa deve succedere per fare cambiare le cose?
Sono anni che se né parla e ce ne si rende conto ma le cose non cambiano e vanno sempre PEGGIO! Sbagliatissimo, fatale!
Le gare e il percorso delle categorie minori devono cambiare. Prima possibile.
Fino a qualche anno fa, quando le cose andavano meglio, esistevano i DUELLI, gli ultimi giri a giocarsi la posizione tra 2-3 piloti vicini, massimo 5-6 quando era ‘una gara di gruppo’.
Esisteva cercare di fare il miglior tempo in qualifica DA SOLI SENZA SCIA, era normale. A oggi un’utopia per moltissimi, praticamente per tutti.
Accadeva tutto ció nella stra maggioranza dei GP sul calendario del campionato.
No, oggi non é più cosi.
Oggi ogni gara, ogni week end un gruppo di 20 e più piloti rischiano (e purtroppo anche peggio) la vita COSTANTEMENTE perché si ritrovano costretti ad inseguirsi e speronarsi per arrivare al risultato finale. “Le gare della moto3 sono le più belle da guardare, succede di tutto fino alla fine, da panico tutta la gara!” : quando sento questo tipo di frasi, mi sento sempre perlopiù sorpreso e segnato, perché é realmente cosi e in TV si percepisce una minima parte di quello che succede veramente in pista. É un’ escalation di rischi presi da tutti i piloti ogni curva, una guerra tra ragazzi.
Già é uno sport pericoloso, se in più ci mettiamo questa dose di rischi in più, gli episodi non possono che aggravarsi.
Io credo che trovare IL PERCHÉ non sia scontato, ma di sicuro credo che qualcosa debba cambiare.
Probabilmente oltre alle questioni pecuniarie che mandano avanti questo circo e che condizionano appunto i regolamenti e le realtà delle categorie minori, e non solo, sarebbe ora di dare ai giovani la possibilità di FARE LA DIFFERENZA in sella alle loro moto, come nelle categorie superiori vedi Moto2 o MotoGP, SuperSport600 o SuperBike. Dove chi riesce ad andare più forte ed essere più efficace nell’arco di 1 e più giri, puo’ determinare la differenza in pista! Nelle categorie minori non accade più, TROPPO RARO vedere fare la differenza in pista sebbene il TALENTO e gli ATTRIBUTI tra i piloti possano essere ben distinti al contrario di MOTO TECNICAMENTE TROPPO FACILI DA PORTARE AL LIMITE PER TUTTI.
LE CATEGORIE MINORI SOPRA CITATE, VANNO RIFONDATE!!!
Questo é il mio pensiero dopo un’altra vita persa in pista, portata via da questo meraviglioso mondo di passione e di gente STRA ORDINARIA.
Mi auguro di poter vivere e assistere un MOTOCICLISMO migliore, che di passi in avanti né ha fatti tanti nel tempo e soprattutto negli ultimi anni, ma adesso né ha bisogno ancora una volta e in maniera segnante.
Appuntamento a settimana prossima per una nuova puntata di #atuttogas
Allo stesso tempo, dobbiamo ammettere che i sorpassi a ripetizione, "i mucchi selvaggi", le staccate "a pettine", dove si presentano 8 o 10 piloti a giocarsi una posizione, costituiscono la ragione che porta a frequentare i circuiti e ci tiene incollati ai televisori.
Anche nella classe regina, negli ultimi anni, si è fatto di tutto per uniformare le prestazioni, in modo che l'esito della corsa rimanesse incerto fino all'ultimo (monogomma, monocentralina, sviluppo e motori limitati nel corso della stagione).
Cosa fare? Essere più severi con quei piloti che superano il limite? E quale sarebbe, quel limite? Abbassare le prestazioni delle moto? Forse, ma gli incidenti più gravi si verificano nelle cosiddette classi minori.
Mi rendo conto che quello che sto per dire, risulterà cinico, ma forse bisogna accettare che la velocità contiene sì qualcosa di sublime, ma chi corre sempre "sulla lama del rasoio", rischia inevitabilmente di farsi male...
E chi sta davanti, tutto l'interesse a "smorzare" gli animi.
In tutti gli sport.
Quanti si ricordano gli insulti e le derisioni che prendeva Jorge Lorenzo (anche qui nel forum...) quando stava davanti ed alzava il braccio alle prime gocce di pioggia? Mi ricordo una frase in particolare "sei una fighetta, il motociclismo è sport da uomini".
Ora cambia tutto, in base al principio di valutare il problema, da chi sia quello che parla?
E poi cosa c'entra la frase sulle scie? patetico...
Le scie sono SEMPRE esistite, da prima che Migno venisse al mondo, dài.
P.S.: Migno, riguardati le gare delle 125, delle 80 e delle 50; tutte, nessuna esclusa. E sono parecchie, sai?