Aspettando DopoGP. Drudi: "Non potevo correre quindi ho iniziato con i caschi"
«Sono sempre stato molto appassionato di moto - spiega Aldo Drudi - e l'ho conosciuto nella discoteca di mio fratello che lo sponsorizzava. Per lui feci la prima scrittina da cucire sulla tuta bianca. Da lì è nato il mio rapporto con il mondo delle corse, e non potendo correre, decisi di trovare un modo diverso per rimanere nell'ambiente. E siccome ero bravo a disegnare, iniziai con i caschi. Prima per i piloti italiani, poi fui sdoganato da Kevin Schwantz, e con lui ho un rapporto di amicizia anche oggi».
Tra i piloti per cui lavori c'è anche Marc Márquez . Continuerai a seguirlo?
«Non lo farò più, ma la cosa non né legata a quello che è successo con Vale. E' una decisione presa prima, perché non sono riuscito a instaurare un rapporto con lui...».
Come nascono i caschi di Valentino?
«E' la condivisione di momenti tra amici sugli argomenti che sono importanti per lui, e che sono in relazione con eventi che stanno succedendo nella sua vita in un particolare momento. Si mangia qualcosa insieme, si sparano due putt...ate, e alla fine viene fuori l'idea».
Poi Drudi parla del Sic, e ricorda commosso un amico.
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Black 58, Narni (TR)Sono contento per Aldo che non collabora più con MM, certi piloti "costruiti" in laboratorio non possono arricchire il suo "immenso" bagaglio creativo!! Buon lavoro "Fenomeno" della matita!!