DopoGP con Nico e Zam. Speciale test di Sepang 2018
Entusiasta Lorenzo, che gira con la Ducati più forte che mai , positivo ma più prudente il Dovi che aspetta altre prove e altre piste. In Malesia si è girato nell’afa ma con un ottimo equilibrio generale: Nico Cereghini invita a non dare per scontati i valori emersi, l’ingegner Bernardelle si compiace del fatto che finalmente le squadre trovano stabilità di pneumatici e di elettronica. Tutti sono più preparati, anche Yamaha che ha confermato il cambio di rotta: non si può dire che sia tornata al telaio 2016, ma è certo che abbia riposizionato il motore nel telaio come nel 2016. E il passo falso dell’ultimo giorno potrebbe dipendere dal limite storico di Yamaha: soffre quando utilizza pneumatici riscaldati una seconda volta.
Giovanni Zamagni, appena rientrato dalla Malesia, sottolinea la rivelazione Miller (perfettamente in sintonia con la sua Ducati 2017) e in casa Suzuki la bella simulazione gara di Rins. Qualche perplessità su Iannone. Se si dovesse correre subito, Honda e Ducati sembrerebbero avere ancora un certo vantaggio, ma Yamaha è vicina, anche in velocità massima. Aprilia ha messo in campo un telaio modificato, forse con il motore un po’ più alto; KTM non ha portato novità ma va forte anche se limitata dai suoi piloti: Pol Espargaro caduto rovinosamente, Smith inadeguato.
La prossima uscita di piloti e moto della top class sarà il 16-18 febbraio sulla pista tailandese di Buriram di 4.550 metri. La SBK ci corre dal 2015, ma per la MotoGP è sconosciuta e un po’ temuta: farà ancora caldo e il layout somiglia troppo a quello di Sepang. Sarà un test utile soprattutto per Michelin, che vuole evitare sorprese sul nuovo GP. Anche se le carcasse sono rimaste quelle del 2017, cambiano le mescole.
Quindi ora sappiamo con certezza che l'evoluzione della moto dal 2016 (dato che Lorenzo era in partenza), passando per il disastro del 2017 (con Vinales velocissimo nei test, all'inizio del mondiale e poi basta), per arrivare ai dubbi del 2018, sono avvenuti sulla base delle indicazioni di Rossi, privilegiata giustamente in forza della sua esperienza.
Io invece mi sarei piuttosto affidato alla velocità di Vinales per determinare gli step progettuali.