L'ANALISI

Ducati, che occasione sulla pista del mondiale di Stoner. E gli altri temi della vigilia di Motegi

- GP del Giappone, 16esima gara stagionale: si torna a Motegi dopo tre anni. Si corre su questo tracciato dal 1999 e fino al 2019 è sempre stata disputata una gara sul circuito della Honda, per un totale di 21 GP
Ducati, che occasione sulla pista del mondiale di Stoner. E gli altri temi della vigilia di Motegi

GP del Giappone, 16esima gara stagionale: si torna a Motegi dopo tre anni. Si corre su questo tracciato dal 1999 e fino al 2019 è sempre stata disputata una gara sul circuito della Honda, per un totale di 21 GP.  E’ un circuito definito stop and go, dove i freni vengono sollecitati più che su ogni altra pista: per questo Brembo consiglia l’utilizzo dei dischi da 355 mm, misura disponibile quest’anno proprio per evitare problemi di surriscaldamento. Alla viglia del GP, ecco quali sono i temi principali.

Meno tempo a disposizione

La cancellazione del programma del venerdì mattina per problemi logistici (il materiale non sarebbe arrivato in tempo da Aragon), è stato tolto un turno di prove, anche se è stato allungato quello del pomeriggio (75 minuti). Cambia un po’ il modo di lavorare.

Da tre anni non si corre qui

Incide naturalmente anche il fatto che a Motegi non si corre dal 2019: i tecnici hanno meno dati a disposizione. Non sarà n grosso problema, ma un minimo potrebbe incidere.

Ducati, altra occasione

Sembra essere un’altra grande occasione per la Ducati, perché questa pista si adatta molto bene alle caratteristiche della DesmosediciGP (cinque vittorie qui, l’ultima nel 2017): c’è la possibilità di mettere tanti piloti nelle prime posizioni, in qualifica come in gara. E se avvenisse, sarebbe decisivo per il mondiale.

Bastianini, mai su questa pista con la MotoGP

Il vincitore di Aragon, non ha mai corso qui con la MotoGP: Bastianini è ormai un pilota esperto e il capo tecnico Alberto Giribuola gli darà sicuramente una bella mano, ma un po’ di svantaggio Enea ce l’ha.

Gioco di squadra?

Si continua a discutere sull’opportunità o meno del sorpasso di Bastianini all’ultimo giro su Bagnaia (per quanto mi riguarda, opportuno, eccome) e, soprattutto, se d’ora in avanti la Ducati imporrà una sorta di gioco di squadra. Io sono convinto di no.

Quartararo, ancora in difesa

Il campione del mondo ha detto di aver recuperato dal brutto infortunio di Aragon: non dovrebbe quindi avere problemi fisici. Anche a Motegi, però, i limiti tecnici potrebbero penalizzarlo parecchio: l’ultima vittoria Yamaha risale al 2014 (Jorge Lorenzo). E’ vero, però, che nel 2019, Quartararo finì secondo dietro a Marquez.

Espargaro per il titolo

Aleix Espargaro deve recuperare 17 punti: il podio di Aragon l’ha sicuramente galvanizzato e darà il tutto per tutto. L’Aprilia non è mai andata oltre il settimo posto su questo tracciato, ma il discorso è sempre lo stesso: la RS-GP 2022 è un’altra moto.

Quale Marquez vedremo?

Ad Aragon abbiamo visto un Marc Marquez abbastanza pimpante: da lui ci si aspetta sempre qualcosa e, suo malgrado, anche nella scorsa gara è stato in qualche modo decisivo sul risultato finale.

Le gare indimenticabili (per me) a Motegi

1999: classe 125: caduta di Sabbatani. Si corre a Motegi per la prima volta, il GP del Giappone è il secondo appuntamento stagionale. Piove a dirotto, il debuttante (è alla sua seconda gara) Max Sabbatani si gioca la vittoria con Masao Azuma: Sabbatani fa il giro veloce, sembra poter vincere, ma a pochi giri dalla fine, scivola. “Se non fossi caduto, la mia carriera sarebbe stata ben diversa” si rammarica ancora oggi il pilota romagnolo;

2003: classe MotoGP: squalifica di Tamada. Makoto Tamada, allora pilota del nostro ingegnere Giulio Bernardelle, conquista il suo primo podio in carriera, ma viene incredibilmente squalificato per un contatto all’ultimo giro con Sete Gibernau. La sala stampa insorge contro la decisione, decisamente sbagliata: ricordo ancora la rumorosa protesta che facemmo tutti quanti a Motegi, con anche cartelli che inneggiavano a Tamada. Purtroppo senza successo… Vince Biaggi, davanti a Rossi e Hayden (che beneficò della penalizzazione a Tamada);

2005: classe MotoGP: Rossi travolge Melandri. Nel tentativo su superare Melandri, Rossi sbaglia completamente la frenata e travolte il rivale: finiscono entrambi a terra. Non ricordo bene in che posizione fossero, ma non erano al primo e secondo posto. Vince Capirossi con la Ducati, davanti a Biaggi e a Tamada (sempre assistito dal nostro Bernardelle);

2007: classe MotoGP: trionfo Ducati. Loris Capirossi vince la gara (l’ultima della sua carriera), Casey Stoner è sesto e campione del mondo con la Ducati. Mi vengono i brividi ancora oggi a scriverlo…

2010: classe MotoGP: che ultimo giro tra Rossi e Lorenzo! Stoner domina davanti a Dovizioso (con la Honda), mentre Rossi e Lorenzo si giocano il terzo posto a suon di sorpassi e controsorpassi. Jorge si sta giocando il titolo, spera in un trattamento di riguardo da parte di Valentino. Ma in quel periodo i due vanno tutt’altro che d’accordo e Rossi è molto aggressivo - ma pulito - nei suoi sorpassi, fino a quello decisivo a poche curve dal termine che manda il rivale fuori dal podio. A fine gara, Lorenzo andrà a lamentarsi con Lin Jarvis, numero uno Yamaha, del comportamento di Rossi;

2017: classe MotoGP: vince Dovizioso. E’ l’anno delle grandi sfide tra Andrea Dovizioso con la Ducati e Marc Marquez con la Honda. Piove, la pista è molto insidiosa, la lotta tra i due è come spesso accade molto spettacolare, con un ultimo giro da applausi. #GrazieDovi.

I favoriti per il titolo

Ecco come cambiano, dopo quindici gare, i miei favoriti per il titolo: Bagnaia 50%, Quartararo 30%, Espargaro 20%.

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